Ecodesign, le mosse del governo per sostenere il Made in Italy
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AperturaImprese Italiane Mar 23 maggio 2023

Ecodesign, l'ultima frontiera del Made in Italy: il governo pensa a proteggere le imprese

Per il ministro del Made in Italy Urso il regolamento sull'ecodesign è positivo, ma si possono fare dei miglioramenti Ecodesign, l'ultima frontiera del Made in Italy: il governo pensa a proteggere le imprese ADOLFO URSO MINISTRO DELLE IMPRESE E DEL MADE IN ITALY
Redazione Verità&Affari
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Ecodesign, le mosse del governo per sostenere il Made in Italy

Appalti pubblici rispettosi dell’ambiente e passaporto digitale per i prodotti Made in Italy. Sono queste due novità  del regolamento sull’Ecodesign che stabilisce il quadro per l’elaborazione delle specifiche di progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili all’interno del Piano d’azione per l’economia circolare. Si tratta di due aspetti particolarmente significativi che naturalmente sono solo un tassello di un testo che per il ministro Adolfo Urso è positivo, ma “con margini di miglioramento”. 

Nella riunione del Consiglio Ue Competitività a Bruxelles, che riunisce i ministri competenti in materia di Mercato interno e Industria di tutti gli Stati membri, il ministro ha evidenziato come sia stato possibile tutelare le micro e piccole imprese del settore tessile, con alcune deroghe rispetto ad obblighi specifici di distruzione delle merci. Il tutto grazie proprio al lavoro svolto dal governo di Giorgia Meloni. 

Ora difendere le imprese

A qusto punto del percorso, secondo il ministro, è arrivato il momento di riconoscere “le specificità e le esigenze di singoli settori e delle medie imprese, aggiungendo altresi’ l’importanza di un quadro di certezza normativa messo a rischio dalla proposta dell’ approccio dell’apripista”. Osservazioni che sono state messe a verbale della riunione consiliare in una dichiarazione ad hoc di cui il Consiglio dovrà tenere conto in vista del trilogo. E che hanno ottenuto l’adesione di diversi Paesi comunitari:  dalla Croazia alla Bulgaria fino a Polonia, Slovacchia, Ungheria, Romania, Grecia, Lettonia, Finlandia, Lituania, Malta, Repubblica Ceca.

Focus sull’economia circolare

Il regolamento proposto dalla Commissione, che è una revisione dell’attuale direttiva del 2009,  propone di ampliare la gamma di prodotti coperti dalla legislazione (oggi limitata al settore dell’energia), oltre che introdurre nuovi requisiti per avere beni che durano più a lungo, con la possibilità di essere riparati, piuttosto che buttati via. In particolare, l’obbligo di passaporto digitale per tutti i prodotti che saranno regolamentati da questo quadro normativo, prevede che siano indicare le informazioni sulla composizione dei prodotti cosi da renderli piu facili da riciclare, riparare o garantire che siano tracciate le sostanze pericolose al loro interno lungo la catena di approvvigionamento.

Inoltre, rispetto alla proposta della Commissione, il Consiglio nella posizione negoziale propone di introdurre un vero e proprio divieto diretto della distruzione di prodotti tessili invenduti (con un’esenzione per le micro e piccole imprese e un periodo di transizione di quattro anni per le medie imprese), esclude i veicoli a motore dal campo di applicazione della direttiva e concede alle aziende un tempo minimo per adeguarsi ai nuovi requisiti emanati dalla Commissione.

Ecodesign ed economia circolare sono due elementi cardine di un modello economico sostenibile. Una progettazione basata sull’impiego efficiente di risorse e materiali, permette infatti sia di ridurre l’impatto ambientale legato alla produzione, ma contribuisce anche a ridurre la quantità di rifiuti generati, intervenendo su durabilità, riparabilità, possibilità di aggiornamento e riciclabilità dei prodotti stessi. Una buona progettazione, per essere davvero tale, mette quindi al centro i principi dell’economia circolare” come dsel resto spiega Confindustria in un siti dedicato a questi due pilastri dell’economia del futuro.

Massima attenzione soprattutto per il settore tessile

Il governo sa bene infatti che questo segmento produttivo è particolarmente importante. Pur avendo subito la competizione dei Paesi emergenti, resta un pilastro dell’economia italiana. Come spiega l’Ice, il tessile-abbigliamento è il terzo settore manifatturiero dopo quelli della meccanica e dell’automobilistica. Conta quasi 45.000 aziende attive sul territorio con 393,7 migliaia di addetti.

“I dati finali per il 2021 mostrano che l’Italia resta il secondo esportatore mondiale di articoli di abbigliamento dopo il gigante Cina, seguito da India e Germania. Il settore tradizionalmente genera un surplus della bilancia commerciale, secondo soltanto a quello della meccanica”  sottolineano dal commercio estero. Senza conatre che da sola l’Italia produce il 60% della moda venduta in Europa. Di qui l’attenzione del ministro non solo via Ecodesgn, ma anche attraverso la legge sul Made in Italy. Una norma che “rappresenta un momento di svolta per il Paese”, focalizzando l’attenzione sulle filiere di eccellenza grazie ad un fondo di investimento nazionale. Si tratta di una fondo sovrano con una dotazione iniziale da un miliardo da usare proprio a sostegno dei settori più importanti e prolmettenti per il Paese. 

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