Non basta la bolletta più leggera per fermare il carovita
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AperturaFamiglie Ven 31 marzo 2023

Non basta la bolletta più leggera a far scendere i prezzi. Ecco perchè

Non è più il caro bollette ad alimentare l'inflazione. Vuol dire che i prezzi resteranno alti per molto tempo e i tassi saliranno Non basta la bolletta più leggera a far scendere i prezzi. Ecco perchè Depositphotos
Nino Sunseri
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Nino Sunseri

Giornalista economico finanziario da oltre 50 anni, ha cominciato nel 1974 al Giornale di Sicilia. Ha lavorato rivestendo ruoli di caposervizio e inviato per il Corriere della Sera, La Repubblica e Libero.

Il carrello della spesa sempre più costoso

Dal fronte dei prezzi arriva un’altra brutta sorpresa.  Fino a poche settimane fa la bolletta energetica era sotto accusa perchè metteva il turbo al carovita. Adesso i costi di luce e gas stanno crollando ma la frenata sui prezzi al consumo è assai meno vigorosa delle attese. –  Questo perché l’inflazione  cosiddetta “core”, ovvero l’indice che esclude energia e alimentari,  fatica più del previsto a scendere . Segno che i rincari ora arrivano da profitti aziendali (aumenti dei prezzi finali) e da incrementi salariali (rinnovi di contratti). Due emergenze per la  Bce che raccomanda moderazione  per evitare una escalation dei prezzi. Finora con scarsi risultati. Una pigrizia cui Francoforte, anche sulla spinta dei falchi tedeschi, risponderà stringendo ancora di più i cordoni del credito.  Non a caso i mercati europei  salgono di mezzo punto più per la spinta di Wall Street che per convinzione propria . Vediamo di capire distinguendo fra realtà e speranze.

Le banche centrali restano in guardia

Le speranze raccontano che in Europa l’inflazione a marzo ha mostrato un vistoso rallentamento al 6.9% da +8,5% di febbraio. A causarlo è stato il crollo dei prezzi dell’energia. Una caduta molto vistosa: a marzo dell’anno scorso  erano cresciuti del 44,3% rispetto al marzo 2021. Adesso sono scesi  dello 0,9%. In Italia l’indice dei prezzi di  marzo è salito  dell’8,2%  rispetto al +9,8% di febbraio. Anche in qui la chiave è il forte rallentamento dei prezzi energetici (dal +28,2% di febbraio al +10,7%). Lo stop alla bolletta si riflette solo parzialmente sull’andamento del carovita.  Anzi l’indice core (esclusi energetici e alimentari) nell’Eurozona ha avuto  una crescita  costante: A novembre l’indice era salito  5%, a dicembre +5,2%, gennaio + 5,3%,  febbraio+ 5,6%,  marzo – 5,7%.

La situazione in Spagna e Germania

A far crollare i costi energetici non è stato solo il mercato. Un contributo decisivo è arrivato  dagli interventi governativi sulle bollette. La Spagna da mesi adotta il Tope, che altro non è se non un tetto al prezzo di gas ed energia elettrica autorizzato dalla Ue. In Germania il calmiere è stato rinnovato all’inizio del mese. Per le famiglie il prezzo di un kilowattora di gas è bloccato a 12 centesimi fino all’80% del loro consumo medio, mentre la grande industria, già da gennaio e fino alla fine di aprile 2024 pagherà  0,07 euro/Kw per il primo 70% del gas utilizzato l’anno precedente. Berlino ha messo sul piatto 268 miliardi di euro da settembre 2021 per proteggere consumatori e imprese. L’Italia ha impegnato circa 20 miliardi per il 2023 per favorire i redditi più bassi. Ora stanno arrivando i frutti in termini di minor  inflazione.  Da qui però a dire che la lotta al carovita è stata vinta ce ne corre.

Il barile non crede nella ripresa

Questo significa una sola cosa: che la Bce dovrà tenere alti i tassi anche a costo di mandare l’economia in recessione. Una eventualità che sul mercato del petrolio è già una certezza. Nel primo trimestre la quotazione è scesa dell’8%. A rianimarla non sono bastate le scommesse sulla ripresa della Cina.

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