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AperturaPolemica Dom 21 maggio 2023

Multe solo tramite la App e il QrCode: i numeri della grande beffa agli automobilisti

Invece del classico verbale sul finestrino, la multa per divieto di sosta arriva attraverso App e QrCode. Anche a chi non è digitale... Multe solo tramite la App e il QrCode: i numeri della grande beffa agli automobilisti Multa
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Multe solo tramite la App e il QrCode

Prima, in molte città italiane, è arrivato il QrCode al posto del classico verbale sul parabrezza per divieto di sosta. Poi Milano si è spinta oltre: dal primo aprile scorso (ma non è stato un “pesce”…) niente più avvisi cartacei ma comunicazioni soltanto tramite telefonino. Peccato che per ricevere l’avviso di aver incorso nella contravvenzione occorre aver attivato la App comunale “fascicolo del cittadino” e bisogna averlo fatto tramite il Sistema pubblico di identità digitale, ovvero lo Spid. Come dire che tutti coloro (e sono molti) che non sanno ben orientarsi su internet o semplicemente usano il telefonino solo per telefonare rischiano di ignorare di aver preso una multa e, dunque, di non poter usufruire dello sconto del 30% sui pagamenti rapidi. Così niente decurtazione e inoltre si incorrere nelle spese di notifica e spesso, per inghippi vari legati alla spedizione o altro, si vede lievitare la contravvenzione di vari zeri. Una vera beffa.

Milano, la app e le multe salva bilancio

Che il sindaco Sala si freghi le mani quando vede il consuntivo degli introiti del Comune sotto forma di contravvenzioni stradali è cosa certa: nel 2021 le multe emesse  per sanzionare le auto in divieto di sosta sono state 179.406 e nel 2022 questo numero è lievitato di oltre 100mila verbali a oltre 280mila multe. Ipotizzando (per difetto) una media di 50 euro a contravvenzione si arriva alla cifra di quasi 14 milioni di euro all’anno nelle casse di Palazzo Marino. Ma ora la decisione di passare attraverso il solo Fascicolo del Cittadino del Comune rischia di moltiplicare tale somma.

Non è un caso che a poche settimane dall’attivazione del servizio è già polemica. Tanto che dall’opposizione  è partita una interrogazione che denuncia la  situazione di disparità tra cittadini “digitalizzati’’ e cittadini ’’digitalmente analfabeti’’ e in cui si sottolinea l’inevitabile marea montante dei morosi a loro insaputa con lievitazione della cifra contestata.

Anche la Polizia locale dice no

Una tesi sposata anche dallo stesso sindacato della Polizia locale: “Noi diciamo no al metodo digitale – dice il Sulpm, – perché discrimina tra i milanesi che sanno usare la App e i milanesi, magari anziani, che non ce l’hanno e saranno sempre costretti a pagare le spese di notifica”. E il Comune? La giustificazione è che con il nuovo sistema si evitano  casi di errori di trascrizione e non chiarezza della comunicazione vista la compilazione manuale. Inoltre il verbale o il Qr Code cartaceo veniva in diverse occasioni danneggiato dagli effetti atmosferici”. Come dire che invece di chiedere ai vigili di compilare le multe con cura si puniscono i cittadini.

Ma a fare chiarezza sulla situazione sono i numeri: gli ultimi dati disponibili parlano di circa 125 mila targhe di veicoli iscritte alla App e che il sistema è stato utilizzato per il pagamento di circa 70 mila multe. Un po’ poco visto, il caotico traffico milanese e la mancanza endemica di parcheggi, è contestato anche dal coordinatore

Il caso di Roma

Se Milano l’ha già mandato in soffitta con l’attivazione della App, sono invece molte le città italiane che stanno riflettendo sulle problematiche del “semplice” QrCode, compiendo scelte anche conservative. A Roma dopo le polemiche e il caos agli uffici dei vigili e del Comune si tornerà parzialmente al vecchio sistema degli estremi lasciati dai vigli sul parabrezza dell’auto. E  la multa si potrà pagare anche direttamente dai tabaccai e negli uffici postali.  Ma il  Qr Code nasconde delle ulteriori insidie per i cittadini. E’ arrivata anche in Italia dagli Stati Uniti  la truffa  delle false multe per sosta vietata.  Si tratta di lasciare sull’auto un codice Qr che riporta a un sito web clone del portale ufficiale del Comune. Tutto è congeniato per apparire convincente agli occhi del truffato. Il consiglio è guardare bene, prima di pagare, la data, l’ora, la via in cui si è incappati nella contravvenzione  e la targa del veicolo. Quasi sempre infatti i moduli-truffa si scoprono per  almeno una di queste informazioni palesemente errate.

Non solo auto, una montagna di balzelli non pagati

Che sia con il bollettino, il QrCode o la App o altri sistemi di pagamento, resta il fatto che i Comuni devono fare i conti con una montagna di multe a cui i cittadini rispondono con una alzata di spalle. In media ogni residente a Roma, neonati compresi, deve al proprio Comune 2.859 euro. Va peggio a Napoli, dove il debito pro capite sale a 2.967 euro, mentre si attesta intorno ai 1.600-1.700 euro a Milano e Palermo per scendere a 1.156 euro a Torino.

Le cifre complessive fanno impressione. Solo nella Capitale sono ancora scritte in bilancio entrate accertate ma non riscosse per 3,36 miliardi di tributi  e 4,49 miliardi fra multe e tariffe per un totale di 7,86 miliardi di euro .Ma stesso discordo per Napoli (2,7 miliardi), Milano (2,4 miliardi),  Palermo (1,6 miliardi) e così via. In totale ci sono circa 1.300 Comuni (cioè uno su sei) in cui il fondo di garanzia per coprire i mancati incassi ha superato la soglia critica dell’8% delle entrate.

E arriva l’idea della “rottamazione locale delle cartelle”

Di fronte a questa situazione paradossale, con la crescita dei balzelli ma anche dei crediti non riscossi, il governo avrebbe intenzione di percorrere una nuova strada. Nella bozza di emendamento concordato fra governo ed enti territoriali (nell’ambito della delega fiscale) è prevista infatti la possibilità per i sindaci di introdurre rottamazioni locali, saldi e stralci e definizioni agevolate.

In pratica, con le nuove regole, ogni Comune potrà decidere in modo autonomo di imboccare la classica scorciatoia sulla via tortuosa degli incassi delle proprie entrate e «prevedere direttamente tipologie di definizione agevolata, anche sotto forma di adesione a quelle introdotte per le entrate erariali. Una strada, secondo l’esecutivo, che va nella direzione dell’attuazione del federalismo fiscale, attraverso il potenziamento dell’autonomia finanziaria, garantendo tributi propri, compartecipazioni a tributi erariali e meccanismi di perequazione.

Le polemiche non mancano. Ma il governo sembra voler andare avanti. Sempre che poi la comunicazione della rottamazione non avvenga solo  attraverso una App dedicata. Altrimenti si torna daccapo.

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