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ApprofondimentiInvestimenti Dom 29 gennaio 2023

L'oro aspetta la Fed per ripartire verso nuovi record. Ecco come acquistarlo

Il metallo giallo è molto legato all'andamento di dollaro e tassi d'interesse. Intanto la banca centrale cinese ne fa incetta L'oro aspetta la Fed per ripartire verso nuovi record. Ecco come acquistarlo
Mikol Belluzzi
di 
Mikol Belluzzi

L’oro aspetta la Fed per ripartire verso nuovi record

Davvero è tutto oro quello che luccica? Se lo chiedono gli investitori che, dopo un 2022 in chiaroscuro, da qualche mese hanno rimesso gli occhi sul bene rifugio per eccellenza, ritornato in prossimità dei massimi storici. Il 2022, infatti, è stato un anno a tre facce: la prima durante l’incertezza legata dall’invasione russa, poi una discesa da quota 2.000 dollari l’oncia a 1.600, infine il ritorno in area 1.900 dollari. E secondo alcuni analisti quest’anno potrebbe essere quello buono per vedere nuovi record, viste le dinamiche del dollaro Usa e il livello dei rendimenti bond statunitensi. Dollaro debole implica oro forte, mentre in relazione ai Treasury si ricorda che il metallo giallo non paga cedole e quindi se i tassi di interesse sono elevati il costo opportunità di mantenerlo in portafoglio, al posto delle obbligazioni, diventa importante. Per questo gli operatori tengono d’occhio in modo maniacale l’andamento dell’inflazione negli Stati Uniti e le mosse della Federal Reserve.

Il ruolo delle banche centrali

Ma che cosa ha fatto ripartire le quotazioni? Il primo motore del rialzo è stato quello delle banche centrali. Nei primi nove mesi del 2022, queste istituzioni hanno acquistato oro in una misura che non si era mai vista dopo il 1967. Secondo i dati del World Gold Council il volume di acquisto di metallo giallo è stato di 673 tonnellate, con 400 tonnellate solo nel terzo trimestre, il picco massimo da quando il Wgc compila i dati trimestrali, ossia dal 2000.

Tra gli operatori più “affamati” d’oro spicca la Banca centrale cinese. “Lo scorso anno la Cina ha importato 524 tonnellate d’oro contro le 354 del 2021, un livello record” segnala Giancarlo Dall’Aglio , trader ed advisor indipendente, specializzato in materie prime di cui è uno dei massimi esperti in Italia. “E lo ha fatto sia per incrementare le sue riserve auree sia perché negli ultimi mesi Pechino sta facendo incetta di tutte le commodity”.

Alla base degli acquisti del metallo pregiato c’è anche una ragione geopolitica e cioè la volontà della Cina di  accelerare il proprio affrancamento dal dollaro come valuta riserva. In questo processo l’oro è la prima alternativa possibile. Quello della de-dollarizzazione delle riserve cinesi è un processo che va avanti da anni, intensificato lo scorso anno dalla nuova alleanza commerciale e anti-americana tra Pechino e Mosca.

I fari sono puntati sulla Fed

Anche la Fed gioca un ruolo primario nell’andamento dell’oro. “Tutti gli occhi sono puntati sulla sua prossima mossa di politica monetaria” sottolinea Dall’Aglio. “Se la Banca centrale Usa si farà più colomba, ammorbidendo il rialzo dei tassi, allora il dollaro continuerà la sua discesa e l’oro potrà rafforzarsi”.  Ma per l’esperto il prezzo del metallo giallo sopra i 1.900 dollari è già molto tirato.  Inoltre, “la diminuzione dei prezzi al consumo negli Stati Uniti è legata in gran parte a quella dei prezzi nel settore energia”. Che, però, potrebbero invertire la rotta qualora la crescita globale andasse meglio del previsto, trainata dalla riapertura della Cina.

Altri analisti, invece, sono più positivi. “Ci aspettiamo un anno favorevole, con i prezzi sostenuti dalla recessione e da un eventuale picco dei tassi della banca centrale, combinato con la prospettiva di un dollaro più debole e con un’inflazione non ancora inferiore al 3% entro la fine del 2023”, spiega Ole Hansen, responsabile della strategia delle materie prime presso Saxo Bank.

Per Eric Strand, manager dell’Etf AuAg Esg Gold Mining, il 2023 addirittura produrrà un nuovo massimo storico per il metallo prezioso e l’inizio di un “mercato rialzista secolare”, con un prezzo superiore a 2.100 dollari l’oncia. “Le banche centrali hanno continuato ad aggiungere sempre più oro alle loro riserve, con un nuovo record fissato per il terzo trimestre del 2022” ha spiegato Strand. “È nostra opinione, quindi, che le banche centrali diventeranno accomodanti durante il 2023. Ciò innescherà una mossa esplosiva per l’oro negli anni a venire”.

Come comprare l’oro

“Per investire nell’oro si può acquistare il future sul metallo giallo oppure ricorrere a strumenti come gli Etf e gli Etc” sottolinea Dall’Aglio. “Altrimenti si posso comprare azioni delle aziende aurifere ma in questo caso serve un’accurata analisi fondamentale”. Per quanto riguarda gli Etc con sottostanti le materie prime il suggerimento è sempre di scegliere strumenti con replica fisica, e in Borsa Italiana l’offerta è ricca grazie agli emittenti WisdomTree, Invesco, X-Trackers e HanEtf.

Un modo più aggressivo per puntare sull’oro è, inoltre, rappresentato dalle azioni delle società aurifere, che però sono soggette a escursioni di prezzo maggiori rispetto a quanto fa il metallo giallo. Gli Etf disponibili per l’investitore italiano sono L&G Gold Mining, VanEck Junior Gold Miners (aziende più piccole dell’industria dell’estrazione di oro e argento), VanEck Gold Miners e HANetf AuAg ESG Gold Mining.

 

Questo articolo è stato redatto a solo scopo informativo, non costituisce attività di consulenza né sollecitazione ad acquistare o vendere strumenti finanziari. Le informazioni riportate sono di pubblico dominio, ma possono essere suscettibili di variazioni in qualsiasi momento dopo la pubblicazione. Si declina pertanto ogni responsabilità e si ricorda che qualunque operazione finanziaria viene fatta a proprio esclusivo rischio.
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