Pnrr, in arrivo 550 milioni per le startup del green e del digitale
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AperturaStartup Sab 18 marzo 2023

Pnrr, in arrivo 550 milioni per le startup innovative. CIM 4.0: "Una sfida da vincere"

Nuovi fondi per le startup via Pnrr. Il 40% delle risorse saranno riservate agli investimenti da realizzare nelle regioni del Mezzogiorno Pnrr, in arrivo 550 milioni per le startup innovative. CIM 4.0: "Una sfida da vincere" CIM 4.0, Torino
Redazione Verità&Affari
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Cinquecentocinquanta milioni di venture capital sono già disponibli. Sono finanziati con risorse comunitarie all’interno del Piano di nazionale di ripresa e resilienza. Il Ministero delle imprese e del Made in Italy ha chiamato così a raccolta start-up e piccole e medie imprese che possono presentare progetti in due settori considerati strategici per il futuro del Paese: green e digitale. Hanno in più il vantaggio che dovranno essere spesi rapidamente, entro il 2026, e proprio per questa ragione rappresentano una vera e propria spinta propulsiva per le start-up innovative. A patto che tutto venga fatto nei tempi previsti.

“I progetti riguardanti la transizione verde potranno prevedere l’utilizzo di energia rinnovabile, mobilità sostenibile, efficienza energetica, economia circolare, mentre quelli legati alla transizione digitale dovranno interessare gli ambiti come l’Intelligenza Artificiale, l’Industria 4.0, la cybersicurezza, fintech e blockchain” si legge nel sito del ministero. “Il 40% delle risorse saranno riservate agli investimenti (diretti e indiretti) da realizzare nelle regioni del Mezzogiorno”.

Centrale il ruolo di Competence center

In questo scenario, fondamentale sarà il ruolo dei Competence center, come CIM 4.0, che fanno da raccordo fra aziende tradizionali, pmi e startup innovative. Nati durante il governo di Matteo Renzi, i Centri di competenza hanno dato il loro contributo già con Industria 4.0. In Italia ce ne sono otto: a Torino, Milano, Bologna, Venezia, Roma, Napoli, Pisa e Genova. E hanno il compito specifico di sostenere le imprese manufatturiere nel processo di innovazione e digitalizzazione. Proprio per questo hanno accolto con favore la notizia dei nuovi fondi pubblici per le stratup. 

“Ben vengano le risorse a supporto delle startup del Paese e che possono eventualmente anche attrarre player italiani che magari hanno sviluppato le startup in ecosistemi europei o internazionali” ha dichiarato l’ingegnere Enrico Pisino, amministratore delegato  Competence Center CIM 4.0 .”E’ chiaro che da soli questi fondi non risolvono il problema complessivo. Ma credo che stimoleranno la crescita, pur non riuscendo a soddisfare tutto il potenziale delle startup che potremmo sviluppare come Paese” ha aggiunto il manager che guida una realtà di cui hanno parte il Politecnico, l’Università di Torino e 22 partner industriali.

Fase cruciale per lo sviluppo delle competenze

Accanto al tema risorse c’è infatti anche un tema tecnologico. “Il sostegno economico deve essere anche accompagnato da un’offerta tecnologica realizzata attraverso Università, i centri di competenza che possano come offerte sostenere la necessità di maturità tecnologica che normalmente caratterizzano una startup” ha evidenziato.

“Questo è il ruolo dei centri di trasferimento tecnologico che accelerano le imprese non sotto il profilo dell’economia o dell’investimento, ma sotto il profilo tecnico e tecnologico. La formula magica è mettere assieme queste due leve: da una parte il sostegno alla domanda e dall’altra la capacità di offrire servizi necessari perché queste in realtà per definizione non hanno la struttura adeguata per accelerare il processo di maturità tecnologica” ha chiarito.

La sfida è fare bene e presto 

L’Italia però non è nota per utilizzare al meglio e velocemente i fondi comunitari. Non c’è forse il rischio che anche questa volta l’occasione offerta dal Pnrr alle startup vada persa? “Utilizzare bene e nei tempi previsti i fondi è una grande sfida. Ma io sono ottimista” sottolinea. “Vedo dei segnali positivi sia dal lato università che da quello dell’ amministrazione. Vedo della discontinuità in positivo. Ad ogni modo, non bisognerà attendere a lungo per avere la prova del nove. Alla fine del 2023 avremo le prime verifiche per valutare se ci sono da fare aggiustamenti in corso d’opera. Da qui al 2025 ci sarà un bell’impegno per tutti i soggetti coinvolti perchè non ci sarà una seconda puntata. Dobbiamo sfruttare al massimo l’opportunità che viene dal Pnrr” conclude Pisino.

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