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Portobello, Roberto Panfili: "Un 2022 da record. Puntiamo a 100mila metri quadri di negozi"

Il gruppo specializzato nel media barter Portobello continua a crescere a doppia cifra. E parte l'integrazione con il portale ePrice Portobello, Roberto Panfili: "Un 2022 da record. Puntiamo a 100mila metri quadri di negozi" Roberto Panfili coo e fondatore di Portobello
Mikol Belluzzi
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Mikol Belluzzi

Portobello, un 2022 da record 

Non si ferma la corsa di Portobello. Il gruppo che opera attraverso l’attività di barter nel settore editoriale e pubblicitario ha appena aperto il suo 32esimo negozio a Curno (Bergamo), in uno dei più importanti centri commerciali italiani. Ma per tutto il 2023 il calendario è fitto. Attualmente la società può contare su 25 mila metri quadrati (erano 6 mila nel giugno 2021) e l’obiettivo è di raggiungere quota 100 mila nei prossimi 36 mesi.

Un target sfidante, ma non impossibile per Portobello presente con punti vendita in quasi tutte le regioni italiane (tranne Toscana, Campania e Calabria) e che ha chiuso “il 2022 da record sotto tutti i punti di vista” racconta a Verità e Affari Roberto Panfili, coo e cofondatore del gruppo laziale. “I dati definitivi usciranno il 20 marzo, ma posso dire che da quando siamo quotati all’Egm di Borsa Italiana abbiamo sempre battuto le stime degli analisti che per lo scorso esercizio prevedono un fatturato di 125-130 milioni di euro contro gli 88 milioni del 2021″.

Con ePrice integrazione perfetta tra e-commerce e negozi

A luglio 2022 ha portato anche l’acquisizione dello storico portale di e-commerce ePrice, finito nel cono d’ombra a causa di una procedura concorsuale. “L’abbiamo rilevato in asta dove abbiamo acquisito il portale, il marketplace, il marchio e i 2,7 milioni di clienti attivi” sottolinea Panfili. “In questo modo abbiamo attaccato la parte digitale a quella dei negozi fisici, entrando nella omnicanalità dalla porta principale e diventando determinanti nel panorama italiano”.

I risultati dell’integrazione si vedranno pienamente quest’anno “in cui ci attendiamo una crescita sostenuta dato che Portobello è anticiclica e in questo contesto inflazionistico è ovvio che per avere prezzi bassi il consumatore è disposto anche a fare qualche passo in più pur di risparmiare”.

Il modello del media bartering e dell’editoria

Il business model di Portobello è particolare se non unico in Italia. La società è leader nel media bartering, cioè paga la merce che vende nei suoi negozi con della pubblicità. Quindi un’azienda che voglia pianificare una campagna media, può utilizzare le proprie merci o i propri servizi come forma di pagamento. Così i prezzi di vendita di Portobello sono più bassi anche di quelli di Amazon, mentre i margini più alti consentono alla società di aprire i suoi negozi in zone “pregiate”, centrali e con elevata pedonabilità.

L’altro pilastro del business, invece, è l’editoria. Portobello, infatti, ha partecipazioni di minoranza in alcune case editrici come il gruppo Sae (che controlla testate locali come Il Tirreno, la Gazzetta di Modena, La Gazzetta di Reggio, La Nuova Ferrara, La Nuova Sardegna), il gruppo Class editori, Rolling Stone, oltre alla piattaforma proprietaria Portobello Place.

Tra i 10 titoli più liquidi dell’Egm

Portobello è anche l’azienda più giovane entrata a Piazza Affari. A soli 18 mesi dalla sua costituzione, il gruppo è approdato sul mercato AIM di Borsa Italiana (ora Egm) il 13 luglio 2018, raccogliendo 2 milioni di euro e diventando la più giovane società a essersi quotata su questo segmento.

Il titolo, quotato a 4,4 euro, ora veleggia attorno ai 30 euro dopo aver toccato quota 50. “Con questi numeri potremmo già fare il passaggio a un altro segmento di mercato ” sottolinea Panfili “ma per ora restiamo alla finestra. A differenza di altre aziende quotate, infatti, siamo tra i 10 titoli più liquidi, grazie anche alla grandissima attenzione che riponiamo nelle relazioni con gli investitori e nei road show in Italia e all’estero, dove siamo sempre presenti”.

Una catena di negozi a impatto zero

Poi c’è il capitolo sostenibilità. La società, infatti, ha appena rafforzato la sua partnership con Forever Bambù e compensa altre 600 tonnellate di Co2 all’anno grazie al progetto Forever Zero Co2. Così Portobello è diventata la catena italiana di negozi a zero impatto ambientale perché azzera le emissioni inquinanti di tutta la catena retail. Nel 2022 sono stati già piantumati circa 23mila metri quadri di foresta di bambù a Civitella Paganico (Grosseto).

Nel 2023 Portobello disporrà ulteriori 23.700 metri quadri, di cui 16.600 a Civitella Paganico e 7.100 a Portomaggiore (Ferrara). In questo modo compenserà 1.200 tonnellate di Co2 all’anno, corrispondenti a 24mila tonnellate di Co2 entro il 2043. I bambuseti – grazie al metodo di coltivazione, gestione e potatura di Forever Bambù – sono in grado di assorbire fino a 265 tonnellate di Co2 all’anno, 36 volte in più di un bosco misto a pari condizioni.

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