Regolamento imballaggi Ue, da norme green a rischio 30% del Pil
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AperturaEconomia Gio 16 novembre 2023

Regolamento imballaggi Ue, dalle norme green a rischio il 30% del Pil italiano

Il settore nel nostro paese fattura circa 600 miliardi di euro all'anno con 1,3 milioni di imprese e 3,6 milioni di addetti. Regolamento imballaggi Ue, dalle norme green a rischio il 30% del Pil italiano
Maddalena Camera
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Maddalena Camera

Le norme green per gli imballaggi che l’Unione europea ha presentato per l’approvazione – se non verranno modificate – saranno deleterie per l’Italia mettendo a rischio oltre il 30% del Pil, decine di migliaia di imprese e centinaia di migliaia di posti di lavoro. Un cambio del regolamento riguarderebbe infatti molteplici settori produttori di imballaggi, ma anche i loro fornitori di materie prime, l’intera industria italiana del riciclo e le  imprese che utilizzano tali imballaggi per commercializzare ed esportare merci in Italia e all’estero.

Il settore fattura 600 miliardi di euro

A partire dall’agricoltura, ma anche le filiere della produzione alimentare e della ristorazione, cosmetica, farmaceutica, pubblici esercizi, turismo, piccolamedia e grande distribuzione organizzata, logistica, fino ai produttori di macchinari per l’imballaggio. Un settore che fattura circa 600 miliardi di euro all’anno con 1,3 milioni di imprese e 3,6 milioni di addetti.

Il problema è stato esposto in una audizione informale presso le Commissioni Ambiente e Attività Produttive della Camera dei Deputati da Antonio D’Amato, presidente della European Paper Packaging Alliance (EPPA). In agitazione anche le imprese della filiera dato che nelle prossime settimane i negoziati istituzionali giungeranno a una fase decisiva con il voto in plenaria del Parlamento europeo, previsto per il prossimo 22 novembre, con l’intenzione di accelerare ulteriormente il negoziato e far approvare un orientamento generale già al Consiglio ambiente del 18 dicembre.

Riuso al posto del riciclo

Uno dei nodi da sciogliere è quello del riuso al posto del riciclo che porterebbe  gravi scompensi dato che il tasso di riciclaggio per carta e cartone nell’Ue è il più alto tra tutti i materiali (81,6% Eurostat 2020), superando gli obiettivi fissati dall’Ue per il 2025. E in alcuni Stati membri, come l’Italia, l’obiettivo per il 2030 (85%) è già stato raggiunto con ampio anticipo. Secondo quanto reso noto in audizione  non ci sono evidenze scientifiche che confermano che il riuso sia migliore del riciclo sotto il profilo ambientale, anzi per quanto riguarda i beni alimentari è vero il contrario. Ci sono evidenze scientifiche che dimostrano un maggior consumo di acqua ed energia e le emissioni di CO2 sono nettamente peggiorative.

Troppi divieti di produzione dalla Ue

Le criticità del provvedimento europeo non sono “limitate” solo al tema del riuso a scapito del riciclo. Sono presenti anche divieti di produzione per diverse tipologie di imballaggi monouso. Infine, un’ulteriore e importante criticità è rappresentata dall’identificazione, per alcune tipologie di imballaggi monouso, della spinta al deposito cauzionale per gli imballaggi a rendere. Il Regolamento proposto dalla Commissione rappresenta quindi un cambiamento a 180 gradi che prescinde da ogni valutazione scientifica e oggettiva e che penalizza anche prodotti – come gli imballaggi monouso in carta – realizzati con materia prima rinnovabile, certificata e pienamente riciclabile.

Secondo quanto detto in audizione la carta è uno dei materiali più preziosi, è il più facile da riciclare e può avere fino a 25 nuove vite. Le foreste certificate e gestite in modo sostenibile, inoltre, sono alla base dell’economia circolare europea. Infatti, la continua riforestazione europea garantisce un aumento netto anno su anno delle foreste disponibili, cresciute di 58.390 mq, e che permettono di segregare, ogni anno, il 20% delle emissioni totali di CO2 dell’Unione Europea, equivalenti a 806 milioni di tonnellate di CO2.

Ci sono anche elementi positivi

“Il Regolamento Ue proposto presenta anche elementi positivi –  ha detto Amato nell’audizione – come l’eco-design, l’etichettatura armonizzata e misure per migliorare la raccolta. Ma sono ancora sul tavolo misure, come il divieto proposto sugli imballaggi monouso (articolo 22) e gli obiettivi obbligatori di riutilizzo su cibo e bevande (ariticolo 26) che, se approvati nella forma attuale, produrranno conseguenze negative non intenzionali come un significativo aumento delle emissioni di CO2, uno spreco ingiustificato di acqua potabile con un peggioramento significativo dello stress idrico in Europa e un rischio elevato per la salute dei consumatori. Queste misure avranno un impatto severo sull’industria europea, sugli operatori agroalimentari e sui rivenditori, allo stesso tempo disottimizzando e smantellando l’intera infrastruttura dell’economia circolare”.

 
 
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