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InvestimentiPrimo piano Dom 05 febbraio 2023

Investire come Bill Gates in terreni agricoli piace agli italiani

Il fondatore di Microsoft è tra i più grandi proprietari terrieri d'America. Ma anche in Italia si tornano a comprare terreni e vigne Investire come Bill Gates in terreni agricoli piace agli italiani
Mikol Belluzzi
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Mikol Belluzzi

Investire come Bill Gates in terreni agricoli

Investire in terreni agricoli non è un retaggio del passato, ma un ottimo investimento. Soprattutto se a comprare è Bill Gates, uno degli uomini più ricchi del mondo e negli anni anche uno dei maggiori possidenti terrieri degli Stati Uniti. A dirlo è l’edizione 2022 del Land Report, un’indagine annuale dedicata ai più grandi proprietari agricoli del paese. Nella classifica il fondatore di Microsoft è alla posizione numero 41 grazie ai 275mila acri di terreno che possiede, oltre 6mila acri in più dell’anno precedente, per un controvalore di 700 milioni di dollari. Una quisquilia per il miliardario Usa che ha detto di aver investito “in queste fattorie e aziende agricole affinché diventino più produttive e creino lavoro, senza grandi disegni”.

Il ritorno alla terra degli italiani

Ma anche in Italia c’è un ritorno alla terra. Dopo un 2020 di fermo a causa della pandemia, l’anno successivo si è registrato un aumento del 30% degli atti di compravendita di terreni agricoli e vigneti. Lo afferma il rapporto del Crea, il Consiglio per la ricerca e analisi dell’economia agraria, sull’andamento del mercato fondiario in Italia, da cui emerge che si torna a comprare terreni, anche se bisogna fare attenzione perché «un’inflazione elevata si divora i valori reali».

Per quanto riguarda il vino, Barolo, Montalcino, Valdobbiadene, Lago di Caldaro, Bolgheri sono le aree vitivinicole con i prezzi più elevati, mentre si registra una crescita anche delle aziende che offrono solo superfici in affitto.

Oltre 150 mila atti registrati, prezzo medio 21 euro all’ettaro

Dopo gli effetti della pandemia nel 2020, che avevano determinato un blocco di gran parte delle contrattazioni (-12% rispetto al 2019, colpendo soprattutto i settori vitivinicolo, agrituristico e florovivaistico), secondo il Crea le compravendite dei terreni in Italia si sono riprese del 30% con oltre 150 mila atti registrati. Considerando i valori fondiari, il 2021 segna a livello nazionale un +1,1%, con un effetto traino, scrive il Crea, da parte dell’area del Nord ovest (+2%), del Nord est (+1,2%) e delle zone di pianura, rispetto a terreni di collina e montagna. In base ai dati registrati il prezzo medio per un terreno agricolo sfiora i 21 mila euro a ettaro, con differenze molto rilevanti tra i valori medi del Nord est (42.300 euro), del Nord ovest (29.100 euro) e del resto d’Italia, dove invece non si superano i 15 mila euro.

Un ettaro a Barolo può costare 1,5 milioni di euro

I terreni più richiesti rimangono quelli più fertili, situati in zone con buone infrastrutture e nei comparti con più prospettive di successo commerciale. Vanno forte Barolo in Piemonte, l’Alto Adige, Valdobbiadene in Veneto, Montalcino e Bolgheri in Toscana, che si confermano le aree che ottengono quotazioni più elevate. Secondo i dati Crea, per un ettaro a Barolo in bassa Langa – cioè nella zona di Alba – si va da un minimo di 200 mila euro per ettaro a un massimo di 1,5 milioni di euro per ettaro. A Valdobbiadene si viaggia tra i 300 mila e i 600 mila euro, mentre in Alto Adige le aree con le più alte quotazioni sono quelle della zona del Lago di Caldaro (440 mila-800 mila euro all’ettaro), ma si toccano facilmente i 500 mila euro anche a nord di Trento, in Valle Isarco di Bressanone e in Val Venosta.

In Toscana il top per i terreni è a Montalcino

In Toscana, un ettaro di terreno a Montalcino è quotato tra 250 e 700 mila euro; a Bolgheri il range si attesta tra i 240 e 480 mila euro; nel Chianti Classico fiorentino tra i 110 mila e i 160 mila euro. Tra le quotazioni più basse, nel database del Crea, si trovano i vigneti Doc nella zona del Cannonau in Ogliastra, in Sardegna, compresi tra gli 11 mila e i 15 mila euro, così come in Calabria dove i vigneti della collina sudorientale di Cosenza si attestano tra i 15 mila e i 26 mila euro l’ettaro.

Sostenuto il prezzo dei cosiddetti “vigneti eroici” di Pantelleria: tra i 100 mila e i 140 mila euro per ettaro. Così come nella zona della Doc Chambave, in Valle d’Aosta, dove il prezzo è compreso tra i 100 e i 150 mila euro all’ettaro.

Il natural capital si acquista con i fondi d’investimento

Anche le società di gestione dei fondi si stanno attrezzando per dare la possibilità ai loro sottoscrittori di investire in quello che gli anglosassoni chiamano “natural capital”. Tra questi c’è il gruppo Nuveen, uno dei maggiori gestori di investimenti al mondo con 1.200 miliardi di dollari di asset, che ha da poco annunciato il lancio della strategia Nuveen Global Timberland, che punta a offrire agli investitori un’esposizione sugli investimenti in asset forestali sostenibili in nazioni come Stati Uniti, Cile, Uruguay, Nuova Zelanda e Australia.

Gli investimenti hanno un obiettivo di rendimento totale netto del 5-7% legato sia alla vendita di legname, terreni, crediti di carbonio, servitù di conservazione che al naturale apprezzamento dei beni, con un rendimento cedolare annuo del 2-3%.

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