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AperturaEconomia Gio 18 maggio 2023

Welfare aziendale, Ruggiero (Edenred): "Un sostegno alle famiglie, va ampliato ancora"

Anche lo scorso anno è cresciuto il ricorso delle azeinde ai piani di welfare, uno strumento per attirare i talenti Welfare aziendale, Ruggiero (Edenred): "Un sostegno alle famiglie, va ampliato ancora"
Mikol Belluzzi
di 
Mikol Belluzzi

Welfare aziendale è un sostegno alle famiglie

Aumento della disponibilità media di spesa e del consumo effettivo in welfare aziendale. Crescita esponenziale anche dei fringe benefit e uso del welfare aziendale come strumento di attrazione dei talenti in azienda. Questo il quadro generale che emerge dal Rapporto sullo stato del welfare aziendale 2023 in Italia a cura dell’Osservatorio Welfare di Edenred Italia, che quest’anno si arricchisce di un approfondimento di indagine sul sentiment dei lavoratori curato da BVA Doxa. L’indagine, che si articola su due rilevazioni, è stata condotta per ciò che riguarda le aziende sul campione Edenred Italia composto da 4mila aziende e 670mila dipendenti e sul campione demoscopico BVA Doxa per la ricerca sul sentiment delle persone che lavorano.

Disponibilità di welfare in crescita del 10,4%

Quello che emerge è che la disponibilità di spesa welfare media dei dipendenti per il 2022 si è attestata a 940 euro, segnando una crescita del 10,6% rispetto ai valori del 2021 e soprattutto a un livello superiore rispetto all’inflazione media annua del 2022 che è stata dell’8,1%. Anche l’effettivo consumo del credito welfare è cresciuto negli ultimi 3 anni fino al 70% del 2022. Le tre principali voci di spesa sono rappresentate dai fringe benefit con il 38,6%, che triplica il proprio valore rispetto ai livelli del 2017, seguita dall’area ricreativa con il 22,3% e dall’istruzione con il 17,9%.

La spesa in fringe benefit è prevalente nelle fasce di età più giovani in cui raggiunge il 60% tra gli under 30 e scende al 32% tra gli over 60 in cui assume un certo rilievo la spesa in previdenza complementare.

Il welfare è centrale per scegliere un impiego

Dalla ricerca emerge, inoltre, che il 76% delle persone che lavorano in aziende che prevedono piani di welfare si dichiara appagato della propria condizione, mentre il 75% del campione propende per la scelta di un’offerta di lavoro da parte di un’azienda che presenta dei piani di welfare strutturati rispetto a un’altra che non li prevede. “Uno degli elementi più importanti della ricerca è proprio questo” sottolinea a Verità e Affari  Paola Blundo, direttore corporate welfare di Edenred Italia “e cioè che il welfare in pochi anni è diventato uno strumento di attrazione e di retention dei talenti, visto che due terzi dei lavoratori, soprattutto nella fascia d’età più giovane, lo considera un fattore discriminante per scegliere quel lavoro”.

Nato da una legge del 2017

Il welfare in Italia è nato con una legge del 2017 e in questo momento le aziende sono in attesa di capire le prossime mosse del governo. Infatti, dopo che lo scorso anno l’esenzione fiscale dei benefit era stata innalzata a 3mila euro, il decreto Lavoro varato il 1° maggio è intervenuto su questo limite, riservandolo solo ai lavoratori dipendenti con figli a carico.

Per tutti gli altri, invece, il valore dovrebbe tornare alla soglia canonica prevista nel Tuir pari a 258,23 euro, cifra che era stata alzata a 600 euro e lo scorso anno a 3mila. Il condizionale è d’obbligo perché il governo ha 60 giorni di tempo per modificare il decreto e per questo le aziende sono ferme in attesa di novità.

“Comunque vada a finire quello che emerge è una continuità legislativa e il fatto che tutti i governi che si sono succeduti dal 2017 a oggi hanno sostenuto questa scelta importante di investire in welfare” sottolinea l’ad di Edenred Fabrizio Ruggiero. “Sul tornare alla cifra iniziale dei 258 euro va fatta una riflessione profonda perché ormai il fringe benefit aiuta la famiglia media a vivere meglio e, soprattutto, finisce in spesa e non in risparmio e così diventa un volano per l’economia”. Infatti, il 64% dei rispondenti considera il welfare aziendale una vera e propria forma di sostegno al reddito delle famiglie oltre a un supporto concreto alle spese quotidiane delle persone.

Inserire anche le spese per gli animali

Ma che cosa chiedono le aziende per essere ancora più vicine ai propri dipendenti? “Per esempio, vorrebbero che tra le spese inseribili nel welfare ci fossero anche quelle legate alla cura degli animali e al pet food” sottolinea Blundo “così come quelle della mobilità sostenibile, un tema che sta emergendo nelle società che hanno dipendenti giovani”.

 

 

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