AeroItalia chiude in utile già dal primo anno e punta a crescere
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ApprofondimentiTrasporti Sab 22 aprile 2023

AeroItalia è in utile già dal primo anno: "Si può vincere anche in questo settore"

La compagnia AeroItalia festeggia il suo primo anno di vita (ha ottenuto la licenza il 20 aprile dello scorso anno) con il vento a favore. AeroItalia è in utile già dal primo anno: "Si può vincere anche in questo settore"
Emanuele Bonora
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Emanuele Bonora

Giornalista de La Verità, esperto di nuovi media. Responsabile dell'edizione online del quotidiano e delle strategie digitali.

Il primo bilancio di AeroItalia

Ha chiuso il bilancio con 25 milioni di ricavi, ma quello che spicca nei conti del 2022 è un risultato d’esercizio a +200 mila euro. In un settore che si lecca ancora le ferite del Covid e dove gli utili spesso si leggono solo nel piano industriale (fa fede la parabola di Alitalia), la compagnia AeroItalia festeggia il suo primo anno di vita (ha ottenuto la licenza il 20 aprile dello scorso anno) con il vento a suo favore.

E un piano di volo che dovrebbe portarla, entro fine anno, ad imbarcare 4 milioni di passeggeri, per un fatturato di 130 milioni ed un margine operativo lordo intorno al 7%. “Con una punta d’orgoglio abbiamo approvato il nostro bilancio in utile – dice Gaetano Intrieri, amministratore delegato della compagnia -. Generalmente è tollerabile per un’impresa chiudere in perdita il primo anno, ma noi siamo riusciti a fare meglio e in un settore notoriamente difficile”.

Intrieri è una figura nota nel mondo dell’aviazione civile italiana. Professore universitario a contratto, già consulente dell’allora ministero di Danilo Toninelli per le grandi opere, è stato amministratore delegato di Eagles Airlines, Italiatour, ClubAir e Gandalf, un fuoco d’artificio negli anni dell’euforia della net-economy.

Per quest’ultima si era beccato pure una condanna per bancarotta fraudolenta. “Ma mi faccia chiarire una cosa una volta per tutte – riprende -. Quando ero arrivato in Gandalf, avevo trovato debiti per 94 milioni. Li ho portati a 45 milioni di euro, permettendo alla compagnia, che era stata sospesa dalle quotazioni della Borsa, di essere riammessa, in virtù del piano di risanamento che avevo iniziato”.

Il modello di AeroItalia

Negli ultimi anni era stato indicato anche nella cabina di pilotaggio di Alitalia. “Ma ho sempre rifiutato – risponde -. Quella di AeroItalia, invece, è la prima compagnia dove sono potuto partire da zero”. Con obiettivi chiari e un controllo dei costi quasi maniacale. “Il segreto del successo di una compagnia aerea è avere un accurato controllo di gestione. Il problema, come spesso si vuol far credere, non è il personale, ma gli altri costi che ci sono, ad iniziare dai contratti di leasing e le manutenzioni”, spiega Intrieri.

E qui il pensiero non può che andare al futuro di Ita e al nodo personale. “Della vicenda di Ita la cosa che mi dispiace di più è questa sorta di resa incondizionata di un Paese, che non è riuscito ad avere una compagnia di bandiera – aggiunge -. Lufthansa è la soluzione migliore, ma secondo me è importante che resti anche il marchio Alitalia”.

Spazio per volare

Ma c’è ancora spazio per un vettore aereo in Italia? “Lo spazio c’è – conferma Itrieri -, ma le barriere d’ingresso sono alte e non vedo al momento progetti concreti”. Ecco perché AeroItalia ora può davvero immaginare una crescita in verticale. Dopo il rafforzamento patrimoniale della società, controllata dal banchiere francese Marc Bourgade, che tra utile e versamenti è di 5 milioni, e la flotta che con l’estate arriverà a otto aeromobili, punta a far viaggiare fino a 7 mila passeggeri al giorno con la Sardegna (dove la compagnia si è aggiudicata anche una parte della continuità territoriale) e la Sicilia tratte focali e Roma come hub. In autunno sarà aperta poi la base di Catania e si potenzieranno le rotte.

“La Sardegna insieme alla Sicilia è sicuramente il mercato più importante ed in espansione”, conferma l’ad. Ma è sul lungo raggio che la sfida di AeroItalia si fa più affascinante, con l’obiettivo di sbarcare nel Sud America e negli Usa nel 2025. “E a quel punto avere un partner potrebbe anche essere un rafforzativo per noi”, conclude Intrieri.

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