Superbonus, scintille tra governo e Abi sui crediti fiscali delle banche - V&A
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ApprofondimentiCronaca Mer 22 febbraio 2023

Superbonus, scintille tra governo e Abi sui crediti fiscali delle banche

Dare agli istituti di credito la possibilità di impiegare gli F24 dei clienti, è comunque ancora una soluzione possibile Superbonus, scintille tra governo e Abi sui crediti fiscali delle banche Superbonus
Maddalena Camera
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Maddalena Camera

È giallo sui crediti fiscali in mano agli istituti di credito

Tra governo e Abi non c’è concordanza di vedute sul tesoretto che sarebbe ancora nel cassetto fiscale delle banche e che potrebbe sbloccare i 19 miliardi di crediti incagliati delle imprese edili derivati dagli sconti in fattura dei bonus edilizi. L’Agenzia delle Entrate ha infatti comunicato al ministro Giancarlo Giorgetti che le banche avrebbero ancora 30-35 miliardi di crediti.

Secondo l’associazione bancaria italiana (Abi) le cose starebbero diversamente. Quei crediti fiscali sarebbero infatti già opzionati dai contratti che le banche hanno sottoscritto con i clienti per la cessione dei crediti fiscali che ha come termine ultimo il 16 marzo prossimo. E dunque sono nel tavolo tecnico tra le parti convocato al Mef per proseguire il confronto sul decreto sulla cessioni dei crediti del superbonus, cessioni che sono state bloccate dal governo il 16 febbraio scorso, dove sono stati invitati Abi, Cdp, Sace, Agenzia delle Entrate e le associazioni di categoria. Gli stessi soggetti cioè che hanno già partecipato all’incontro a Palazzo Chigi, ossia Ance, Confedilizia, Confindustria, Confapi,  Confartigianato, Cna. In attesa di chiarire questo punto, non sarebbe emersa ancora una soluzione definitiva.  

Sul tavolo l’opzione F24

Quella ipotizzata, ossia dare alle banche la possibilità di impiegare gli F24 dei clienti, è comunque ancora una soluzione possibile se le banche dimostreranno l’esaurimento dei loro crediti. L’associazione più interessata al problema, ossia l’Ance, ha comunque confermato la disponibilità del governo a trovare una soluzione al problema. Questione che, secondo le loro proiezioni, metterebbe in ginocchio 90mila imprese e circa 1 milione di famiglie che hanno già avviato i lavori. Da sottolineare che lo sconto in fattura resterà per le aree terremotate e dunque soggette a ricostruzioni ma solo in via transitoria.

L’allarme della Banca d’Italia

In audizione al Senato sulla revisione dei crediti d’imposta, anche la Banca d’Italia ha messo in guardia dalle ripercussioni sulla sostenibilità dei bonus edilizi. Al momento ci sono i bonus fiscali al 50%, al 90% ma anche al 110% per villette prima casa, ma solo per redditi bassi, ovviamente senza la possibilità dello sconto in fattura. Ma il  rischio è un brusco stop ai lavori che restano possibili solo per chi ha disponibilità economiche e capienza fiscale. Insomma, come era prima dell’introduzione dello sconto in fattura nel 2019.

C’è preoccupazione fra gli artigiani

Al tavolo del governo poi erano presenti anche le associazioni degli artigiani, molto interessati al provvedimento dato che moltissimi italiani acquistano ad esempio i serramenti utilizzando lo sconto in fattura. “L’ipotesi di utilizzare gli F24  dovrà impegnare prioritariamente il sistema bancario a destinare la nuova capienza per acquistare i crediti nei cassetti fiscali delle piccole imprese di ogni importo e per tutte le tipologie di bonus” come spiega una nota della Cna, l’associazione degli artigiani.

Al tavolo, Cna ha inoltre chiesto una cabina di monitoraggio presso il Mef sui flussi di crediti che saranno ceduti ed acquisiti dagli intermediari finanziari e sui tassi che verranno applicati alle nuove operazioni di acquisto. Infine per quanto riguarda l’incertezza sui bonus minori generata dall’ultimo decreto del governo, Cna ha chiesto che l’autodichiarazione del committente sia sufficiente per certificare la data di inizio lavori e poter utilizzare così la cessione del credito.

 

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