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ApprofondimentiImprese Sab 11 marzo 2023

Gruppo EcoEridania, obiettivo miliardo di fatturato nel 2027: "Altre tre acquisizioni a breve"

Andrea Giustini, presidente del Gruppo EcoEridania: "Seconda tranche di m&a nel 2025. La Borsa? Nel 2027 può essere il momento giusto". Gruppo EcoEridania, obiettivo miliardo di fatturato nel 2027: "Altre tre acquisizioni a breve"
Alberto Mapelli
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Alberto Mapelli

Gruppo EcoEridania, un miliardo dai rifiuti

Da leader europeo nello smaltimento dei rifiuti sanitari – con un ruolo centrale durante i momenti critici della pandemia – alla conquista dei rifiuti industriali e dell’end of waste. Per arrivare magari anche a uno sbarco in Borsa nei prossimi anni da gigante del settore. Andrea Giustini – fondatore e presidente della capogruppo EcoEridania – racconta a Verità&Affari l’ambizioso progetto di crescita di un Gruppo oggi composto da 16 aziende che prevede di chiudere il 2024 con almeno 400 milioni di fatturato.

Partiamo dall’inizio: come nasce il Gruppo EcoEridania?

“Nasce con la mia natura: già da ragazzino ero interessato a creare valore con uno spirito intraprendente, che a quegli anni era la soddisfazione dei miei amici. Una vocazione che ho poi declinato in EcoEridania nel 1988, da piccola azienda ligure. Non ho mai sopportato però il nanismo che permea il tessuto imprenditoriale regionale, ambivo ad altro. La prima acquisizione nel 2006: rileviamo EcoTravel srl con il suo impianto di incenerimento in Sardegna, azienda con cui già collaboravamo. La crisi del 2010 si trasforma in un’opportunità: diventiamo il primo investimento di Fondo italiano d’Investimento, che nel 2011 entra in società. Da lì parte un percorso di crescita del gruppo che asseconda la mia voglia di diventare grande grazie alla partecipazione di due fondi: Xenon nel 2013 e, dal 2018, Icon infrastructure che attualmente detiene il 75% del gruppo. Oggi siamo leader in Europa e secondi nel mondo nel settore dei rifiuti sanitari e ci stiamo espandendo in quello dei rifiuti industriali e nell’end of waste”.

L’essere leader nel settore della sanità vi ha portati a essere in prima linea durante l’emergenza Covid.

“Negli ospedali era sostanzialmente saltato il principio di raccolta differenziata, praticamente raddoppiando i rifiuti prodotti: da 150 mila tonnellate a 300 mila tonnellate su base annua. Grazie alla rete di partner e alla nostra capillarità sul territorio siamo riusciti a fare rete e a gestire l’emergenza. Ma aver gestito una pandemia in quelle circostanze, economicamente parlando, per noi è stato un costo perché abbiamo speso più di quanto incassato in aggiunta. Questo ci ha portato a irrobustire la struttura: oggi saremmo pronti ad affrontare un’altra pandemia, anche avendo un ritorno economico”.

Nelle ultime settimane avete ottenuto finanziamenti per 340 milioni di euro da destinare interamente a operazioni di m&a. Avete già annunciato le prime due acquisizioni, ce ne sono altre imminenti?

“Un anno fa abbiamo lanciato un ambizioso piano di crescita che abbiamo chiamato “Twister”. L’obiettivo è portare, grazie a un programma di investimenti da 700 milioni in quattro anni, il fatturato oltre quota un miliardo con un’Ebitda di 250 milioni di euro nel 2027. La previsione per il 2024 è di chiudere il bilancio con circa 400 milioni di ricavi e 130 milioni di Ebitda. Per farlo, oltre alle partecipazioni in Oda e Semataf, abbiamo praticamente già chiuso altre tre acquisizioni nel settore della produzione di combustibile da rifiuto che annunceremo nelle prossime settimane e che concluderanno la prima parte del piano di acquisizioni. Si tratta di due aziende nel sud Italia e una nel centro-nord che rafforzano in maniera importante il nostro posizionamento nell’end of waste”.

La seconda parte del piano di acquisizioni, invece, quando è in programma?

“L’idea è di utilizzare il 2023 per consolidare questa prima parte di acquisizioni e utilizzare la prima metà del 2024 per identificare i target successivi. Realisticamente la seconda tranche di acquisizioni arriverà tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025 per consentirci di fare un ulteriore step e fare esplodere i numeri a partire dal 2027”.

Il piano di crescita è importante. Nei programmi di Gruppo EcoEridania c’è anche la quotazione in Borsa?

“La premessa è che non sono l’unica parte in causa e ogni piano futuro dovrà essere discusso con i soci. , Pur considerando che questa azienda è attrattiva per gli investitori essendo un unicuum nel panorama italiano, dato che non esiste un altro player così integrato su tutto il territorio nazionale, oggi non ci sono le condizioni. Ma, alla fine del progetto “Twister”, compatibilmente con la situazione del mercato, credo che EcoEridania potrebbe essere matura per uno sbarco in Borsa di grande successo. Anche perché nel 2027 potrebbe essere il momento giusto per i miei partner per uscire dall’investimento fatto massimizzando i ricavi”.

Quali crede che saranno i settori del business dei rifiuti che diventeranno centrali nel prossimo futuro?

“Diventeranno centrali il recupero di terre rare e dei rifiuti elettronici. Inoltre si creerà un business anche per lo smaltimento dei primi pannelli solari e delle pale eoliche installate che stanno giungendo a fine vita, su cui noi stiamo investendo. Ma il futuro è l’end of waste a 360 gradi: il rifiuto deve diventare un valore e tutti dovrebbero ottenere un beneficio. La direzione è quella e noi ci stiamo muovendo per creare valore da quello che viene considerato tradizionalmente un rifiuto e quindi un peso. Piuttosto si pone un tema, tutto italiano, che andrebbe affrontato seriamente”.

Quale?

“Quello degli impianti di smaltimento. In Italia, ad oggi, è praticamente impossibile realizzarne di nuovi, tanto che il nostro più grande smaltitore si chiama esportazione. Come Gruppo EcoEridania abbiamo la volontà di costruire due termovalorizzatori, ma non abbiamo idea delle tempistiche e se riusciremo effettivamente ad ottenere le autorizzazioni. È chiaro che tutto quello che si può smaltire in modo alternativo va fatto, ma la gran parte dei rifiuti va ancora eliminata in modo tradizionale. E non farlo in Italia, rinunciando comunque a del valore e a energia prodotta, perché non è possibile costruire dei termovalorizzatori è uno spreco”.

All’interno del Gruppo c’è anche Fondazione EcoEridania Insuperabili.

“Un progetto che nasce dai nostri valori e dalla nostra vocazione a fare per gli altri, insegniamo insegnando inclusione e diversità. Abbiamo scelto di fare del bene creando questa fondazione che gestiamo come un’azienda e che ha un budget complessivo, comprese le tipiche attività di raccolta fondi, da 2 milioni di euro l’anno. Oggi facciamo giocare a calcio 650 ragazzi disabili e abbiamo la miglior squadra d’Europa”.

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