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ApprofondimentiEnergia Dom 05 marzo 2023

Italia-Francia: riformare il mercato Ue dell'elettricità per evitare le bollette pazze

Urso e Le Maire: le regole attuali possono penalizzare famiglie e imprese. Serve un riequilibrio per sostenere gli investimenti Italia-Francia: riformare il mercato Ue dell'elettricità per evitare le bollette pazze Contatori dell'elettricità
Redazione Verità&Affari
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Italia e Francia: mercato Ue dell’elettricità da riformare

“Siamo favorevoli ad una tempestiva ed ambiziosa riforma dell’assetto del mercato europeo dell’energia elettrica nel 2023″. Il passaggio della dichiarazione congiunta italo-francese riaccende il dibattito sulla necessità di una profonda riforma nel meccanismo di formazione dei prezzi sul mercato europeo. Una necessità emersa con la corsa dei prezzi del gas seguita all’invasione russa dell’Ucraina. Che, proprio per come è regolamentato il mercato europeo dell’elettricità, ha trascinato al rialzo le bollette di famiglie e imprese.

La dichiarazione di Urso e Le Maire

Per i ministri Adolfo Urso e Bruno Le Maire, “il mercato all’ingrosso dell’elettricità, in cui il prezzo è definito dalla fonte di produzione più onerosa, sta consentendo un’allocazione ottimale delle risorse”. Tuttavia, sottolineano i ministri italiano e francese, questo modello “ostacola gli investimenti nella decarbonizzazione delle nostre economie, che sono necessari per raggiungere gli obiettivi climatici”.

Il contributo delle rinnovabili

Secondo gli esperti contattati da Verità & Affari, “questa riforma punta ad accrescere il contributo delle rinnovabili nella formazione del prezzo dell’energia elettrica. Ma il paradigma non lo cambi in maniera profonda”. Al momento, è la ricostruzione, il sistema produttivo europeo non può prescindere dal gas. La riforma “può contribuire a creare delle opportunità, a livello strutturale il passaggio sarà però anche quello di incentivare i contratti di fornitura a lungo termine di gas liquefatto, dato che l’Europa manterrà un deficit importante in questo settore”.

Avvicinare i prezzi al costo di produzione

Tra le distorsioni della struttura attuale, c’è anche il fatto che i produttori di rinnovabili – i cui costi di produzione sono fissi – realizzano extraprofitti nelle fasi di picco dei prezzi, come è accaduto nel corso del 2022 per effetto dell’aumento del prezzo del gas.

La riforma ipotizzata dai ministri italiano e francese “dovrebbe integrare in maniera strutturale mercati di breve termine con strumenti a lungo termine, quali i contratti che regolano la somministrazione di energia elettrica, contratti per differenza (CfD) e Capacity Markets per lo stoccaggio e la capacità termica”. Uno degli obiettivi di questa riforma “è quello di avvicinare i prezzi corrisposti dalle diverse categorie di consumatori al costo di produzione del mix elettrico, al fine di promuovere la decarbonizzazione e l’elettrificazione”. 

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