Auto come computer e telefonini, l'Ue impone i sistemi antivirus
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AperturaAuto Mer 07 giugno 2023

Auto come computer e telefonini, l'Ue impone i sistemi antivirus

Un malware che colpisse una vettura manderebbe in tilt tutta la componente elettronica con enormi rischi per la sicurezza. Auto come computer e telefonini, l'Ue impone i sistemi antivirus
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Cosa accadrebbe se un virus infettasse il computer dell’auto? Di tutto: dai problemi alle varie centraline, al caos nelle informazioni al conducente, alla sicurezza stessa di chi viaggia e di chi sta attorno al veicolo. Per cercare di anticipare quella che può trasformarsi in una vera emergenza, visto l’aumento del contenuto tecnologico nelle auto,  la Commissione europea  ha approvato due nuovi regolamenti per standardizzare i programmi antivirus delle auto.

Anche perché, come accade per pc e cellulari,  con aggiornamenti ormai quasi quotidiani, ogni veicolo potrebbe essere soggetto a  un attacco informatico. L’antivirus diventerà obbligatorio per i nuovi veicoli prodotti a partire da luglio 2024. Non è tutto. L’Unione europea richiede alle Case  anche significative misure  nel campo di “sicurezza e malware” lungo tutta la catena di approvvigionamento dei materiali. L’ultima area, infine, riguarda la fornitura di aggiornamenti software costanti, sicuri e protetti e la garanzia che la sicurezza dei veicoli non sia compromessa.

Perché tanta urgenza?

Ma perché  il tema della sicurezza è diventato improvvisamente così centrale? Il contenuto tecnologico nelle auto è cresciuto a ritmi sempre più sostenuti dal 2010 ad oggi. Ma è nell’ultimo biennio che vi è stata la rivoluzione. Gran parte delle nuove auto (anche a zero emissioni ma non solo) sono ormai in grado di avviarsi da sole, inserire la marcia, guidare in autonomia in città e sulle autostrade grazie ai moderni sistemi di guida autonoma di livello 3 e 4. Implementare i nuovi standard di sicurezza  diventa dunque una necessità.

Possibile stangata sul consumatore

Il cambiamento non è però operazione banale e soprattutto indolore. Non basta infatti  aggiornare il software già esistente, ma di fatto, riscrivere diverse parti del codice interno. Si tratta in sostanza di modifiche che necessitano di forti investimenti economici sia da parte delle case automobilistiche sia delle aziende partner che si occupano dei chip e dei software.

Continental e Bosch (tra i leader di mercato) hanno spiegato alla Reuters quale siano gli effettivi elementi del problema. In sostanza – viene detto –  oggi  un’auto ha in media circa 100 milioni di righe di codice di software per gestire tutti i sistemi automatici e autonomi e per monitorare il corretto funzionamento del powertrain. Per adeguarsi ai nuovi regolamenti europei, questa enorme quantità di dati andrà analizzata e, se necessario, quasi interamente riscritta. Di fronte a questa ipotesi cambiano anche gli scenari nelle strategie delle Case automobilistiche.

Un esempio è quello della e-UP! “Ben vengano le regole per la sicurezza. Ma per mantenere in produzione certe auto come la e.Up! avremmo dovuto intergrare una architettura elettronica completamente nuova – ha detto  il Ceo del Gruppo Volkswagen, Thomas Schafer, –  Sarebbe stato troppo costoso. Quindi è stato meglio sviluppare subito una nuova vettura”. Dello stesso avvisto Carlos Tavares di Stellantis secondo cui la sicurezza deve essere prioritaria. Che sia un nuovo software o l’arrivo di altri modelli una cosa appare inevitabile. Maggiori costi lungo la filiera si tramuteranno  in un ritocco, anche non banale, dei prezzi delle auto in Europa.

E negli Usa arriva la norma sulla frenata automatica

L’amministrazione Biden, sempre in questi giorni,  ha presentato una delle riforme sulla sicurezza dei veicoli più significative degli ultimi anni. Negli Stati Uniti potrebbe scattare presto l’obbligo di installare la frenata automatica di emergenza su tutti i nuovi modelli. La proposta è partita dall’Ente federale per la sicurezza stradale, secondo cui si potrebbero  ridurre drasticamente tamponamenti e  incidenti con danni ai pedoni.

In particolare, i funzionari ritengono possibile evitare almeno 360 decessi ogni anno e 24 mila infortuni. Il segretario ai Trasporti, Pete Buttigieg, presentando la nuova normativa, ha  ricordato gli effetti positivi di altri dispositivi per la sicurezza introdotti nei decenni passati, come le cinture di sicurezza e gli airbag. Se approvata dal Congresso, la nuova disposizione dovrebbe dare tre anni di tempo ai costruttori per installare su tutte le vetture “sistemi di frenata per evitare i pedoni, i tamponamenti o qualsiasi altra collisione con altri veicoli e utenti della strada”.

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