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AperturaAuto Mar 23 maggio 2023

Auto elettrica, a rischio i 713 milioni di euro del Pnrr per le centraline di ricarica

Decreti poco chiari e ambiti di gara ampi: le lacune lasciate dai tecnici di Draghi bloccano i fondi per la rete di ricarica Auto elettrica, a rischio i 713 milioni di euro del Pnrr per le centraline di ricarica Ricarica auto elettrica
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Auto elettrica, a rischio i 713 milioni di euro del Pnrr per le centraline di ricarica

Altro che governo Draghi inappuntabile sul Pnrr. Sul fronte della transizione verso l’auto green i tecnici del passato governo hanno lasciato un guazzabuglio. E l’Italia ora rischia di non poter sfruttare i fondi del Piano di ripresa e resilienza destinati alla rete di ricarica per le vetture elettriche. I bandi appena pubblicati dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, per finanziare con oltre 270 milioni di euro l’installazione di 6.500 infrastrutture, presentano infatti una serie di criticità tecniche, ereditate dall’esecutivo precedente, che allo stato attuale rendono impossibile la messa a terra delle risorse a disposizione.

Un problema imprevisto, a cui l’esecutivo cerca di dare risposte e che senza un intervento tempestivo metterà a rischio non solo la prima tornata di gare (con soli 28 giorni a disposizione per presentare le proposte), ma appunto l’intero progetto del Pnrr di installare 21.000 infrastrutture di ricarica in tutta la Penisola. In ballo ci sono 713 milioni di euro – in grado di mettere in moto investimenti superiori ai 2 miliardi di euro – che l’Italia rischia di perdere per sempre.

Poca chiarezza su tempi, definizioni e ambiti di gara

Il grido d’allarme arriva da Motus-E, l’associazione che raggruppa la filiera dell’industria dell’auto elettrica. “Purtroppo – spiega il segretario generale Francesco Naso –  siamo arrivati alla prima scadenza dei termini con un impianto normativo che conferma le problematiche già sollevate a più riprese, che riguardano in primis le tempistiche, la poca chiarezza delle definizioni usate nei decreti e l’ampiezza degli ambiti di gara”.

Apprezziamo molto l’impegno di questo governo per arrivare d una soluzione per Pnrr e la mobilità elettrica e condividiamo appieno l’esigenza di uno sforzo comune evocata dal ministro Pichetto Fratin”, aggiunge Naso. “Proprio per questo ribadiamo la nostra massima disponibilità per individuare insieme alle istituzioni una soluzione che scongiuri la dispersione delle ingenti risorse disponibili”. “Il completo impiego dei fondi avrebbe riflessi economici positivi sull’intero sistema Paese – è la conclusione – alimentando lo sviluppo di nuove filiere industriali in cui il nostro Paese recita già oggi un ruolo di primo piano”.

In Italia auto elettrica a passo d’uomo

L’Italia è fanalino di coda in Europa per vendite di auto elettriche. Le immatricolazioni full electric in quattro mesi sono rimaste attorno a quota 20mila. Ben lontani dalle 65mila della Francia, le 76mila del Regno Unito e  le 95mila della Germania. La percentuale del parco elettrico sul totale mostra ancor più il divario con altre nazioni europee: in Italia siamo solo al al 3,7% del totale, contro il 15-16 % nel Nord europa.

Anche sulle centraline di ricarica siamo in affanno. In  Italia, a fine marzo abbiamo toccato quota 41.173 punti di ricarica di cui però, il 23% non utilizzabile dagli utenti per mancato allacciamento della rete o lacune autorizzative. Lo scorso anno i Paesi Bassi erano già a quota 111.821, la Germania a 87.674 e la Francia a 83.317 ed in questi mesi l’installazione è progredita a doppia cifra.

Il dato italiano è ancora più negativo si si analizzano i dati a livello regionale. La Lombardia da sola possiede il 16% delle installazioni. Seguono Piemonte, Veneto e Lazio (11%), Emilia-Romagna (9%) e Toscana (7%). Queste sei Regioni coprono complessivamente il 62% del totale. Come dire che al Sud l’auto elettrica non si ricarica.

Proprio l’assenza di una capillare rete di centraline di ricarica, oltre che il prezzo delle auto (il 30% in più degli stesso modelli endotermici) è alla base del mancato decollo delle auto elettriche nel nostro Paese. Da qui l’importanza di non veder vanificati i progetti finanziati con il Pnrr.

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