Auto elettrica, la Germania base per l'assalto cinese all'Europa V&A
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ApprofondimentiAuto Ven 27 gennaio 2023

Auto elettrica, l'assalto cinese alla fortezza Europa userà come base la Germania

Lo stabilimento Ford in Germania sta per essere rilevato dalla casa automobilistica cinese Byd. Produrranno auto elettriche in Europa. Auto elettrica, l'assalto cinese alla fortezza Europa userà come base la Germania
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Auto elettrica, la cinese Byd compra una fabbrica Ford in Germania

L’invasione cinese in Europa sul fronte dell’auto elettrica avrà la prima testa di ponte in Germania. Byd, tra le principali case automobilistiche del dragone, dopo aver lanciato nell’Ue alcuni modelli, è in procinto di rilevare la fabbrica Ford di Saarlouis, nell’ovest della Germania, vicino al confine con il Lussemburgo. L’intenzione, secondo il Wall Street Journal, è quella di produrre direttamente in Europa migliaia di auto elettriche cinesi nel sito in cui Ford realizza da anni il modello più amato nel Vecchio continente, la Focus (il cui stop alla produzione è già previsto nel 2025).

Le sorti dello stabilimento tedesco, che è arrivato ad impiegare oltre 6.200 addetti, erano in bilico da molti mesi. Ma la chiusura è stata ufficializzata solo all’inizio della scorsa estate. Il numero uno della filiale europea di Ford, Stuart Rowley  ha motivato la decisione spiegando che  Saarlouis ha perso la competizione  con la fabbrica spagnola di Valencia che “offre migliori prospettive per il futuro, soprattutto dal punto di vista economico”. Ed il tema dei costi è oggi fondamentale per un gruppo alle prese con gli elevati costi della transizione ecologica. In sostanza a pesare sulla decisione sono stati sia gli incentivi stanziati dal governo spagnolo sia il costo della manodopera iberica, inferiore rispetto a quella tedesca.

Byd punta l’espansione

Ma quello tedesco è solo l’ultimo dei tagli della Ford in Europa. Nel 2018 era stata chiusa la fabbrica di cambi di Blanquefort, in Francia, mentre l’anno dopo  era stata la volta dell’impianto di motori di Bridgend, in Galles, e degli stabilimenti in tre città russe. Così, mentre a Valencia arriverà la nuova architettura dedicata alle auto elettriche Ford di prossima generazione, in Germania sbarcheranno i cinesi.

Byd, il cui acronimo sta per “Build Your Dreams”, nasce in Cina nel 1995 e opera in Europa già da diverso tempo, con un impegno limitato però al settore del trasporto pubblico. Vende, infatti, bus elettrici dai primi anni Duemila grazie a una sede in Olanda. Sul fronte auto la Casa di Shenzen fino a oggi ha concentrato gli sforzi essenzialmente sul mercato interno. Nel 2021 è arrivata a vendere in Cina 730 mila vetture, di cui circa 600 mila elettriche o ibride plug-in.

I tedeschi non vedono di cattivo occhio i cinesi

La forza del marchio è data anche da un dato: nell’ultimo anno ha piazzato ben sei modelli nella top 10 elettrica del Dragone. Ma l’appeal dei modelli cinesi è data anche dal prezzo, straordinariamente competitivo. Recentemente una city car dotata di optional è stata presentata a listino a poco più di 8mila euro.

In Germania l’arrivo dei cinesi non sembra mal visto. Risolverebbe infatti il problema occupazionale in una zona industriale che rischia la desertificazione. Ma di fronte al concretizzarsi dell’invasione cinese non si possono non ricordare le parole del numero uno di Stellantis, Carlos Tavares. “Molto semplicemente – ha detto – dovremmo chiedere all’Unione Europea di imporre ai produttori cinesi che esportano automobili in Europa le stesse condizioni con le quali i produttori occidentali esportiamo in Cina”. 

I marchi cinesi devono pagare dazi del 10% per importare auto nell’Unione Europea. Le case automobilistiche europee, invece, si confrontano con dazi fra il 15% e il 25% per esportare in Cina veicoli costruiti in Europa

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