Flotte aziendali escluse , gli incentivi per l'elettrica fanno flop - V&A
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ApprofondimentiAuto Mar 21 febbraio 2023

Flotte aziendali escluse e troppi limiti di prezzo, così gli incentivi per l'auto elettrica fanno flop

Disponibile ancora il 95,2% dello stanziamento per incentivi all'acquisto di auto con emissioni di CO2 da 0 a 20 grammi per chilometro Flotte aziendali escluse e troppi limiti di prezzo, così gli incentivi per l'auto elettrica fanno flop
Tobia De Stefano
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Tobia De Stefano

Con una lunga esperienza nel settore economico, ha lavorato a Libero Mercato e Libero. Ora è alla Verità e scrive per Panorama e Verità & Affari

Esauriti solo gli incentivi per acquistare auto diesel e benzina

Il dato non è nuovissimo, ma comunque fa riflettere: “In Italia le previsioni per le auto elettriche restano improntate al pessimismo anche perché gli incentivi prenotabili dal 10 gennaio sulla piattaforma del Ministero dei Trasporti sono molto poco richiesti. Allo scorso lunedì era ancora disponibile il 95,2% dello stanziamento per incentivi all’acquisto di auto con emissioni di CO2 da 0 a 20 grammi per chilometro (elettriche ndr) e il 96,3% per quello di auto con emissioni di CO2 da 21 a 60 grammi per chilometro (ibride), mentre lo stanziamento per incentivi per auto con emissioni di CO2 da 61 a 135 grammi al chilometro (tradizionali diesel e benzina ndr) si è esaurito il 7 febbraio”, sottolinea il presidente del Centro Studi Promotor, Gian Primo Quagliano.

Numeri alla mano vuol dire che sui 650 milioni di euro messi a disposizione del governo (complessivamente sono quasi 2 miliardi per  2022, il 2023 e il 2024), risorse che fanno parte del Fondo Automotive che ha una dotazione finanziaria complessiva di 8,7 miliardi fino al 2030, la fetta della torta destinata delle vetture tradizionali (150 milioni) è andata esaurita, mentre per il resto sono state usate le briciole.

Cerchiamo di capire. Per l’acquisto di auto elettriche, con prezzo fino a 35 mila euro più Iva, si potrà chiedere un contributo di 3 mila euro, a cui potranno aggiungersi altri 2.000 mila se è contestualmente rottamata un’auto omologata in una classe inferiore a Euro 5. Questa categoria di ecobonus è finanziata 173 milioni. Mentre per l’acquisto di veicoli ibridi plug-in, con prezzo fino a 45 mila euro più Iva, è possibile chiedere un contributo di 2.000 euro a cui potranno aggiungersi ulteriori 2.000 euro con la rottamazione di un’auto inferiore a Euro 5. Per questa categoria sono stati stanziati 218,5 milioni. 

La differenza di costo tra auto elettrica e a benzina

“Il problema sta all’origine – spiega il direttore del Centro Studi a Verità&Affari -, in Italia l’auto elettrica che costa di meno non scende sotto i 22 mila euro, mentre si possono acquistare vetture tradizionali spendendone 10 mila. Va da sé che gli incentivi sulle diesel e benzina a basse emissioni vadano a ruba mentre bisognerebbe agire sui limiti di prezzo decisi per le altre“. Per esempio? “L’incentivo più alto a 5 mila euro per un elettrica non è sufficiente e andrebbe alzato almeno a quota 7-8mila euro. Così come una valutazione diversa andrebbe fatta sul valore massimo dell’auto acquistabile… Ma forse la correzione più urgente andrebbe apportata al capitolo delle auto aziendali. Le flotte aziendali sono sempre state un volano per il mercato automobilistico ed escluderle dall’elenco delle vetture che possono fruire dell’agevolazione statale sicuramente non aiuta”. 

Il progetto green sta andando a sbattere?

Il punto è capire se il progetto green stia andando a sbattere. Se il piano di cancellare nell’arco dei prossimi 20 anni (nel 2035 non si potranno più acquistare vetture diesel o a benzina) tutte le auto più inquinante con il parco elettrico sia realizzabile. E anche su questo punto Quagliano evidenzia l’importanza degli incentivi. “Io non credo – spiega – che la propulsione verde si stia esaurendo, ma credo che questa la propulsioni vada accompagnato da congrui incentivi legati a criteri di progressività. Servirebbe una strategia unica europea che al momento non c’è”. 

Più dubbi arrivano invece dal governo e dal ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso: “Gli incentivi – ha spiegato – sono rimasti in gran parte inutilizzati, perché le macchine elettriche costano troppo per i salariati italiani e sono oggi, sostanzialmente, appannaggio dei ricchi in Italia… Noi però non possiamo fare una strategia per i ricchi, dobbiamo fare una strategia che riguardi tutti”.

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