Auto green, no ai biocarburanti, ma per l'Italia è una mezza vittoria
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ApprofondimentiAuto Lun 27 marzo 2023

Auto green, no ai biocarburanti. Ma per l'Italia è una mezza vittoria

Nessuna apertura ai biocarburanti nel nuovo testo sull'auto green approvato dagli ambasciatori Ue. L'Italia ha votato contro. Auto green, no ai biocarburanti. Ma per l'Italia è una mezza vittoria
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Il testo sull’auto green

Nessuna apertura verso l’Italia. Sull’auto green l’Unione europea si inchina al volere tedesco e replica con un “no”  alle richieste di Roma.  Il nuovo testo sullo stop alle vetture inquinanti dal 2035, con allegata la dichiarazione della Commissione Ue sugli e-fuels oggetto del compromesso con Berlino (e non con anche i biocarburanti come richiesto dal governo italiano), ha  ottenuto  il via libera in ambito Coreper I, la riunione dei Rappresentanti permanenti aggiunti dei 27. E questa volta non sono serviti i voti contrari di Italia e Polonia e le astensioni di Romania e Bulgaria per bocciare il regolamento.   I quattro Paesi infatti, senza Berlino,  non fanno minoranza di blocco non rappresentando il 35% della popolazione totale dell’Ue. Ora non resta che attendere il semaforo verde, scontato, previsto  nell’ambito del Consiglio dell’Energia.

Roma  ha comunque fatto notare come le regole procedurali europee prevedrebbero  un termine di 14 giorni per l’inserimento di un nuovo punto senza discussione nell’ agenda del Consiglio. Da qui la richiesta affinché l’approvazione  non venisse inserita all’ordine del giorno. In tutta risposta fonti europee hanno precisato che gli Stati membri, al Consiglio Energia saranno  liberi di intervenire e fare osservazioni alla luce della dichiarazione sugli e-fuels allegata dalla Commissione. Una discussione dunque dall’esito sostanzialmente scontato.

Sconfitta? No, una prima vittoria

Una sconfitta dunque? Nel governo c’è chi la vede in modo diverso. “Al momento possiamo dire che è passata la deroga sul motore endotermico. Era uno dei punti che avevamo posto sul tavolo automotive –   ha detto il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto. – Sui biocarburanti vedremo”. “Il regolamento è chiuso, e prevede i motori endotermici con gli e-fuel – ha aggiunto.  – Stiamo tentando di discutere per avere un’apertura sul Preambolo, che significa mettere i punti per i nuovi sviluppi. Gli e-fuel li avremo fra 10 anni, i biocarburanti li abbiamo adesso. La partita è aperta, stasera vado a Bruxelles per questo”.

Dello stesso avviso il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso. “Sulle auto una cosa l’abbiamo ottenuta, si è aperta una strada, grazie alla sveglia che abbiamo dato all’Europa, per la salvaguardia del motoreendotermico che è estremamente importante per tutta la nostra filiera dell’automotive -ha detto Urso. –  Vedremo domani, nei prossimi giorni, settimane e mesi perché è iniziata una strada che deve portare alla neutralità tecnologica”.  “Molti guardavano il dito, cioè il combustibile – ha concluso il ministro – , noi vediamo la luna, cioè il motore endotermico che deve e può sopravvivere”.

Una visione condivisa da Massimo Artusi, vicepresidente di Federauto, con delega ai Trucks&Van. “La decisione europea di dare un futuro ai motori endotermici per vetture e furgoni, prevedendone l’uso con i carburanti sintetici oltre il 2035, rappresenta una scelta strategica importante e positiva, che supera la logica sbagliata di affidare il futuro della mobilità solo all’elettrico – ha detto Artusi. – “Ora il Consiglio Ue non può accantonare i biocarburanti di fonte rinnovabile, i quali, ancor più degli e-Fuels, assicurano un’impronta di carbonio completamente neutra”. Secondo Artusi, “quella di includere gli e-Fuels, ma non i Bio-Fuels, alla fine rappresenterebbe una scelta incomprensibile sul piano tecnico, ambientale e funzionale, considerato che il vero target della regolamentazione europea in materia di transizione energetica è la decarbonizzazione”.

Ma tra gli addetti ai lavori c’è chi sottolinea come questa sconfitta italiana a Bruxelles sui biocarburanti sia frutto di una serie di fattori tra cui la minor forza di una  industria automobilistica sempre meno nazionale. Mentre in Germania l’azione del governo è stata supportata dal peso case automobilistiche come Vorlkswagen, Bmw e Mercedes) che a più riprese hanno confermato la produzione di motori endotermici anche dopo il 2035,   nel nostro Paese, che pur rappresenta il 20 per cento del parco circolante, è mancata questa convinzione in una Stellantis sempre più a trazione francese pressata dall’intransigenza di Macron in favore dell’elettrico  e dall’attesa degli incentivi sulle batterie del mega piano Biden negli Usa. 

E la Francia?

Dietro una immagine di apparente neutralità la Francia guarda con estremo interesse l’evolversi del dibattito su e fuel e biocarburanti.  Secondo i dati pubblicati dalla rivista specializzata l’Argus alla fine dello scorso anno già il 36% delle stazioni di servizio che distribuiscono oltre 500 metri cubi di prodotti petroliferi l’anno vendono l’E85, il biocarburante composto all’85% da bio-etanolo e al 15% da benzina senza piombo. La trasformazione delle auto a benzina per circolare con l’E85 (85% bio-etanolo e 15% benzina) richiede in Francia l’installazione di un’apposita scatola omologata per consentire al motore a benzina di usare indifferentemente il carburante vegetale o quello di origine fossile. L’operazione, a seconda della complessità di ogni singolo motore, può costare tra 700 e 1.500 eur. Un investimento che per gli automobilisti si traduce nel 40% in meno di  emissioni di gas serra.

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