Auto green, c'è il via libera finale. Sui biocarburanti l'Italia si aggrappa al 2026
Approvato lo stop in Ue alla vendita di auto diesel e benzina dal 2035. L'Italia sui biocarburanti spera nel 2026
Auto green, l’Italia continuerà a spingere sui biocarburanti
Ora è ufficiale: in Europa stop alla vendita di auto a benzina e diesel dal 2035. L’atto finale è stato il voto dei ministri dell’Energia Ue. Non è però un “puntare tutto” sull’auto elettrica come in un primo tempo proposto dalla Commissione europea, poiché il blocco dei 27 ha dato il via libera anche alla vendita di motori a combustione alimentati da e-fuels. Nessuno spazio invece per i biocarburanti, su cui spingeva, e continuerà a spingere, l’Italia.
Si dice soddisfatto il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans che parla di “passo fondamentale verso la neutralità climatica entro il 2050 e parte fondamentale del Green Deal”. In realtà per Timmermans, paladino del pensiero dogmatico verde a Bruxelles, quella di oggi è una vittoria a metà visto il dietrofront compiuto all’ultimo istante, di fronte alla minaccia della Germania di far saltare l’intero pacchetto green se non fossero stati inseriti anche gli e-fuel.
L’Italia e il bicchiere mezzo pieno
Ed una vittoria a metà è anche per l’Italia, riuscita a fare minoranza di blocco con Berlino contro il “solo elettrico”, ma tradita poi sul filo di lana nella richiesta di inserire nel pacchetto green anche i biocarburanti. Così il ministro Pichetto Fratin, che al momento dell’ultima votazione si è astenuto, preferisce, anziché fare polemica, vedere il bicchiere mezzo pieno. “Siamo produttori di biocarburanti e abbiamo ottenuto il fatto che prima della verifica intermedia Ue del 2026 si possa aprire una discussione per provare che i biocarburanti – spiega il ministro che aggiunge: “Riteniamo che la neutralità tecnologica dei biocarburanti possa essere provata e credo che già nei prossimi mesi dovremo valutarla con delle prove scientifiche”.
E anche il ministro Urso dà appuntamento al 2026: “Solo grazie all’Italia è stato possibile riaprire nell’Ue un dialogo non ideologico sulla neutralità tecnologica. E la decisione di oggi porta con sé una certezza: il motore endotermico sopravvivrà, accanto a quello elettrico, anche dopo il 2035, elemento questo importante per programmare gli investimenti delle imprese”. “L’endotermico è il traino dell’intera filiera dell’ automotive italiano – aggiunge Urso – asse portante della nostra industria che ci rende leader del settore. Si tratta di una tecnologia che può utilizzare diverse tipologie di carburanti, tra cui il biocombustibile”.
Il piano in dettaglio
Lo stop alla vendita delle auto con carburanti tradizionali fa parte del pacchetto di riforme climatiche Fit for 55, che prevede la riduzione di emissioni di CO2 in Europa del 55% entro il 2030 (rispetto ai livelli del 1990).
Il dossier auto stabilisce due grandi passaggi per il 2030 e il 2035, che si sommano a quello già fissato al 2025. In sostanza si impone il taglio del 15% delle emissioni nel 2025 rispetto ai livelli del 2021; il taglio del 55% delle emissioni nel 2030 (50% per i furgoni, sempre rispetto ai livelli del 2021); ed infine il taglio del 100% delle emissioni nel 2035.
Il divieto a diesel e benzina e e il semaforo verde a batterie e e-fuel si tradurrà nel fatto che tutte le vetture e tutti i van immatricolati dal 2035 dovranno essere a zero emissioni. Nessuna restrizione però per le auto a combustione interna già circolanti: le vecchie auto diesel e benzina potranno dunque viaggiare sulle strade europee anche dopo il 2035 sino alla rottamazione del veicolo stesso.
Prima intesa sulle stazioni di ricarica
Prima intesa raggiunta anche sulle le stazioni di ricarica per le auto elettriche. I punti di rifornimento dovranno essere installati ogni 60 chilometri entro il 2026 sui principali assi stradali indicati nelle reti prioritarie dei trasporti europee. Per i mezzi pesanti e gli autobus le stazioni di ricarica dovranno essere ogni 120 chilometri entro il 2028. Gli impianti di distribuzione dell’idrogeno dovranno invece essere installate ogni 200 chilometri entro il 2031. L’intesa prevede che i singoli Paesi presentino piani nazionali per il raggiungimento degli obiettivi indicati ma anche la possibilità di eccezioni per i territori più svantaggiati, le isole e le strade con poco traffico.
“Le nuove regole – ha commentato il relatore tedesco Ismail Ertug – contribuiranno alla realizzazione delle nuove infrastrutture per i carburanti alternativi senza ulteriori ritardi e garantiranno che l’utilizzo e il rifornimento delle autovetture di nuova generazione sia altrettanto semplice e conveniente come per i mezzi a benzina”. L’intesa, prima di diventare definitiva, ha comunque una lunga strada da percorrere: dovrà infatti essere approvata dagli ambasciatori dei 27 e dal Consiglio, oltre che dalla commissione trasporti e della plenaria dell’Europarlamento.