Auto green: la nuova bozza Ue già bocciata da Germania e Italia
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AperturaAuto Mar 21 marzo 2023

Auto green: la nuova bozza della Commissione Ue è stata già bocciata da Germania e Italia

La Commissione Ue ha pronto un nuovo regolamento sull'auto elettrica. Ma non convince Berlino. E anche Roma che chiede modifiche Auto green: la nuova bozza della Commissione Ue è stata già bocciata da Germania e Italia Ricarica auto elettrica
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Unione europea nel caos sull’auto green

La Commissione europea avrebbe elaborato una bozza di compromesso sulla messa al bando del motore a combustione dal 2035. Tuttavia, secondo  fonti ben informate, il ministro tedesco dei Trasporti, Volker Wissing, lo avrebbe già rifiutato. Il ministero  di Berlino starebbe al tempo stesso lavorando a una controproposta, da completare martedì o mercoledì prossimi.

La bozza della Commissione prevede, accanto all’auto elettrica, una nuova categoria di veicoli in grado di funzionare con i cosiddetti carburanti e-fuel. Secondo il testo, queste auto verrebbero progettate appositamente per funzionare con gli e-fuel e dotate di sensori che impediscano di funzionare con i carburanti convenzionali.

Ma se Berlino rimanda il testo alla Commissione, anche l’Italia mette dei paletti

La nuova bozza così formulata scontenta infatti Roma. Sul fronte delle alternative a benzina e diesel infatti l’Ue non allarga  l’orizzonte ai biocarburanti (come chiede l’Italia) ma si parla appunto solo di e-Fuels. Una rigidità che penalizza la filiera del nostro Paese.

Da qui la presa di posizione preventiva del nostro governo attraverso una lettera a firma del  vicepremier e Ministro Matteo Salvini e dei ministri Gilberto Pichetto Fratin e Adolfo Urso indirizzata al vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans.“L’Italia – è la premessa – è pienamente impegnata nella decarbonizzazione del settore del trasporto e nella riduzione delle emissioni dei veicoli leggeri”.

E si conferma “la necessità di rispettare il principio della neutralità tecnologica per garantire una transizione economicamente sostenibile e socialmente equa verso una mobilità a zero emissioni”. A Timmermans si dice però, che l’Italia non accetterebbe “una interpretazione indebitamente ristretta da parte della Commissione del concetto di carburanti neutri”, con l’esclusione dei biocarburanti.

In campo il premier Giorgia Meloni

Ma sul tema del futuro dell’auto green si sta impegnando in prima persona anche lo stesso premier, Meloni in vista del prossimo Consiglio europeo ha chiarito la posizione del governo. “Non ci sono soluzioni semplici – ha detto il presidente del Consiglio.- Il percorso verso l’economia verde deve essere sostenibile dal punto di vista sociale ed economico”.

“Per questo ci opponiamo a proposte come il regolamento sul CO2 per le auto o quello di direttiva per l’efficientamento energetico degli edifici” ha aggiunto. “Come concepite penalizzano i nostri cittadini e le nostre imprese e rischiano di esporci a nuove dipendenze strategiche proprio quando sta andando in porto lo sforzo per liberarci dalla dipendenza dal gas russo” ha chiarito.

Meloni ha quindi spiegato che “porre questi problemi, come stiamo cercando di fare in queste settimane su alcuni importanti dossier del green deal, non vuol dire certo rinunciare agli obiettivi della sostenibilità ambientale; vuol dire invece rendere quegli obiettivi compatibili con la sostenibilità economica e sociale, da un lato, e con la piena sovranità politica ed economica, dall’altro”.

Una linea ribadita dal viceministro dei Trasporti Galeazzo Bignami

Al #Forum Automotive 2023  Bignami ha sottolineato che l’Europa non può, scegliendo solo l’elettrico, passare dalla “padella del gas russo alla brace della Cina”. “La posizione del Governo è chiara”, ha spiegato il viceministro.

“La sostenibilità ecologica non può prescindere dalla sostenibilità economica e sociale. Oggi le auto elettriche costano molto,  e non vogliamo che diventino un prodotto di nicchia per la sola fascia di popolazione che può permettersele, danneggiando tutte le altre – ha aggiunto -. Questo lo dico perché vediamo un eccessivo ideologismo verso questi temi mentre il governo ha un approccio più pragmatico: l’obiettivo resta sempre quello della neutralità climatica, delle emissioni zero. Ma da raggiungere a prescindere dal tipo di tecnologia utilizzata. Quindi non solo l’elettrico ma anche i biocarburanti e l’idrogeno”.

Roma contesta i tempi troppo stretti

Bignami ha anche attaccato la decisione Ue di imporre una transizione al green in tempi stretti. Nel mirino la data data del 2035 per lo stop alla vendita di vetture diesel e benzina. “Queste politiche di annunci, che con 12 anni di anticipo già definiscono le uniche tecnologie impiegabili, rischiano di portare al disimpegno quelle case automobilistiche e quegli enti di ricerca che, se sollecitati, potrebbero addirittura portare a risultati migliorativi rispetto all’utilizzo di tecnologie (come l’elettrico) che non sono ancora completamente sviluppate”.

Per Bignami si rischia di ottenere l’effetto Cuba, dove chi non può permettersi l’acquisto di un’auto elettrica e dunque più costosa, terrà per anni ed anni la vecchia auto a motore endotermico fortemente inquinante. Il viceministro ha quindi ripreso le parole del premier: sì alla transizione green ma senza compromettere la filiera dell’automotive che in Italia, senza neppure contare l’indotto, vale circa il 19% del PIL e dà lavoro a 200 mila persone.

Mentre proseguono le grandi manovre in vista del Consiglio europeo  Unrae, Anfia e i rappresentanti dell’indotto dell’automotive che rappresentano 900mila addetti, chiedono “chiarezza una volta per tutte. Pena lo smantellamento del settore e la consegna del mercato dell’auto Ue ai produttori cinesi”.

 

 

 


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