Auto green e migliaia di lavoratori a rischio: le richieste Cisl - V&A
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AutoPrimo piano Ven 07 aprile 2023

Auto green e lavoratori a rischio: le richieste della Cisl al governo

Non bastano gli incentivi all'acquisto di vetture nuove ma servono investimenti e un grande piano di reindustrializzazione per l'automotive Auto green e lavoratori a rischio: le richieste della Cisl al governo
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Auto green e migliaia di lavoratori a rischio

A cinque mesi dall’insediamento del governo Meloni, non c’è ancora stato alcun fatto concreto per il settore automotive. Il sindacato ha quindi sollecitato il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, a convocare un tavolo di confronto per definire le linee di intervento per i finanziamenti dell’industria dell’auto “. Lo ha detto il segretario nazionale della Cisl Ferdinando Uliano nel corso della presentazione a Torino del report relativo al primo trimestre sulla produzione nei siti italiani di Stellantis.

“A tutt’oggi non si è provveduto a utilizzare le risorse stanziate nel fondo specifico dell’automotive per favorire la reindustrializzazione e la trasformazione del settore – ha aggiunto Uliano -. Si stanno finanziando unicamente gli incentivi alla domanda, indispensabili per promuovere l’acquisto di veicoli con un costo superiore del 50%”.

“L’abbiamo ribadito più volte che non devono sottrarre risorse per la reindustrializzazione, indispensabili per evitare l’impatto negativo di oltre 75mila lavoratori nel comparto auto a seguito del cambio delle motorizzazioni – ha aggiunto –. Il fondo stanziato era di circa 8 miliardi di euro in otto anni, utilizzato per poco più di un miliardo solo per incentivare l’acquisto delle auto”.

Accorciare le catene di fornitura

Per il sindacato occorre accorciare la catena di fornitura, portando nel nostro Paese le produzioni di tutta la componentistica che rappresenterà l’auto del futuro: dai semiconduttori, dalle batterie, ai componenti necessari per la motorizzazione elettrica, per la guida autonoma, per la digitalizzazione e la connettività. “Il governo deve essere consapevole che senza un piano per la transizione industriale attivabile immediatamente, il rischio licenziamento e desertificazione industriale diventa certezza”.

La situazione degli stabilimenti di Stellantis

Uliano ha quindi fatto il punto sulla situazione di Stellantis in Italia. Dal dossier Cisl emerge come  gli stabilimenti di Torino, Cassino, Modena, Pomigliano e mostrano segnali positivi anche se alcuni siti vengono da pesanti riduzioni dei mesi scorsi. Anche Melfi si muove mentre male va Atessa. Ovunque, tranne per Modena (Maserati) le situazioni di crisi e di incertezza non mancano.

Entrando in dettaglio del piano “Dare Foward 2030” per la transizione verso l’elettrico la Cisl rileva che l’azienda ha confermato  la partenza della terza gigafactory a Termoli e la sua implementazione dal 1°trimestre 2023. E che l’accordo con Toyota sui veicoli commerciali avrà impatti positivi a Atessa.

Ma, conclude la Cisl “non bisogna perdere tempo, la situazione di criticità e di forte trasformazione che sta attraversando il settore automotive nel suo complesso e le ripercussioni negative che gravano sull’indotto, emergono in tutta la loro drammaticità dalle numerose situazioni di crisi. Per questo è necessario un continuo monitoraggio del piano stesso”.

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