Esplode il caso dell'autonomia delle auto Tesla: "dati non reali"
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AperturaAuto Ven 28 luglio 2023

Esplode il caso dell'autonomia delle auto Tesla: "I dati non sono reali"

La Casa di Elon Musk, secondo la Reuter, avrebbe diffuso negli Usa parametri più ottimistici rispetto alla realtà. Creata pure una divisione anti-proteste e controlli Esplode il caso dell'autonomia delle auto Tesla: "I dati  non sono reali" TESLA MOTORS

Esplode il caso della reale autonomia delle auto Tesla

Un rapporto rivela che il principale produttore di veicoli elettrici al mondo, avrebbe aumentato notevolmente i valori in merito all’autonomia dei suoi veicoli, soprattutto durante l’inverno, e avrebbe poi cercato di nascondere tutte quelle dichiarazioni degli utenti riguardo a un’autonomia spesso inferiore anche della metà di quanto dichiarato.

Secondo l’’inchiesta della Reuters, molteplici esperti del settore dei veicoli elettrici considerano da anni le stime di autonomia di Tesla come “ottimistiche”. Tesla avrebbe, infatti, deciso diversi anni fa di realizzare degli algoritmi ad hoc per il contachilometri dei suoi veicoli, in maniera tale da mostrare ai conducenti proiezioni di autonomia decisamente più alte quando la batteria era completamente carica. Successivamente, quando l’autonomia del veicolo scendeva sotto il 50% della sua carica massima, l’algoritmo avrebbe mostrato stime più realistiche per la batteria rimanente. Inoltre, Tesla, avrebbe progettato tutti i suoi veicoli con un “buffer di sicurezza” che consentiva circa 15 miglia (24 km) di autonomia aggiuntiva anche dopo che il contachilometri segnalava una batteria quasi scarica.

La direttiva proveniva dall’alto

Secondo il rapporto, l’esagerazione delle stime di autonomia proveniva da una direttiva del Ceo di Tesla, Elon Musk, che desiderava mostrare numeri di autonomia più alti per meri scopi di marketing, dando ai potenziali acquirenti una sensazione di sicurezza riguardo alla distanza che avrebbero potuto percorrere con una carica completa. Proprio in merito a questa direttiva, una persona intervistata da Reuters (e volutamente rimasta anonima) ha sostenuto che: “Elon voleva mostrare buoni numeri, in termini di autonomia, quando i veicoli erano completamente carichi. Quando acquisti un’auto dal concessionario e vedi un’autonomia che varia tra le 350 miglia ,e le 400 miglia, sei più propenso a concludere l’acquisto, poiché istintivamente pensi che i veicolo ti porterà ovunque vorrai.”

Numerose controversie

I dati gonfiati rispetto alla realtà sono stati oggetto di numerose critiche, e controversie, e Tesla è stata multata per 2,2 milioni di dollari dalla Korea Fair Trade Commission per aver dichiarato il falso in merito all’autonomia dei suoi veicoli. Una società di analisi chiamata Recurrent, inoltre ha condotto ulteriori test sull’autonomia dei veicoli Tesla, confrontandoli con le stime ufficiali dell’Epa. I risultati hanno rivelato una notevole differenza tra l’autonomia reale dei veicoli e le cifre pubblicizzate. Ad esempio, una Tesla Model Y del 2021, promossa con un’autonomia di 326 miglia, ha raggiunto solo 250 miglia in estate e, addirittura, 200 miglia in inverno.

Un rappresentante  ha riferito che, tra tutti i produttori, i modelli Tesla hanno mostrato le prestazioni peggiori in termini di autonomia rispetto alle stime dell’EPA, mancando di una media del 26%, le autonomie dichiarate dall’azienda.

Obbiettivo: annullare gli appuntamenti

Se tutto questo non bastasse, Reuters ha anche rivelato che un team dedicato, presso i call center di Tesla, si occupa di annullare gli appuntamenti di assistenza dei clienti che lamentano un’autonomia inferiore alle stime. Questa pratica solleva preoccupazioni riguardo alla trasparenza e alla gestione delle lamentele dei clienti. È, infine, importante sottolineare che tutta questa situazione coinvolge solamente il mercato statunitense di Tesla, dove l’azienda pare sfruttare alcune normative che regolano le dichiarazioni dei produttori, permettendo di ottenere cifre più favorevoli attraverso dei test aggiuntivi sui propri veicoli. In Europa, infatti, i test WLTP sono svoli da enti di terze parti e restituiscono, quindi, dei dati più realistici e meno “gonfiati”.

La Reuters, fa anche casi specifici di automobilisti che hanno denunciato la non verità delle caratteristiche sbandierate da Tesla ma senza alcun riscontro.  E’ in caso ad esempio di  Alexandre Ponsin e della sua odissea con una  Model 3 dal Colorado alla California. Ponsin si aspettava di poter contare su una autonomia di  353 miglia con una batteria completamente carica . In realtà si è reso subito conto che il chilometraggio effettivo era meno della metà di quanto promesso ed ha dovuto fermarsi per la ricarica almeno una dozzina di volte. Visto il freddo intenso durante il percorso aveva pensato che ciò dipendesse dalle condizioni atmosferiche o da un guasto. Così aveva contattato la Casa.

Ed ecco la risposta: Vorremmo annullare la tua visita per ora se non hai altre preoccupazioni”, si legge nel testo inoltrato all’automobilista. “Certo che ho ancora delle preoccupazioni-  ribatté Ponsin. -Ho 150 miglia di autonomia con una carica completa!” Il giorno successivo, l’automobilista riceva un altro sms che gli chiede di annullare l’appuntamento. “Mi dispiace, ma no, non voglio chiudere l’appuntamento di servizio perché non ritengo che le mie preoccupazioni siano state affrontate”, è la risposta. Alla fine Ponsin ha portato la sua auto al centro di assistenza di Santa Clara senza appuntamento. Un tecnico lì gli ha però confermato che la macchina andava bene. “Il colloquio è durato 10 minuti – ha detto Ponsin, -e non hanno nemmeno guardato fisicamente la macchina”. Ponsin non sapeva  che i dipendenti di Tesla erano stati incaricati di impedire a tutti i clienti che si lamentavano della scarsa autonomia di ottenere la prova che ciò fosse vero.

Altre Case hanno dati più realistici

I veicoli Tesla forniscono stime dell’autonomia in due modi: uno attraverso un misuratore del cruscotto dell’autonomia attuale sempre attivo e una seconda proiezione attraverso il suo sistema di navigazione, che funziona quando un conducente inserisce una destinazione specifica. La stima della portata del sistema di navigazione. 

Tesla non è l’unica

Se per quanto riguarda Tesla sul banco degli imputati c’è l’autonomia delle vetture elettriche, non è la prima volta che l’industria dell’auto finisce sotto processo. Per quanto riguarda i motori endotermici scalpore ha fatto il cosiddetto diselgate che ha coinvolto il gruppo Volkswagen. In sostanza si dichiaravano parametri non veritieri relativi alle emissioni per superare i test di legge. Uno scandalo che ha visto condanne del top manager del gruppo automobilistico.

poi Fiat Chrysler automobiles che ha raggiunto un accordo con il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti in California pagando circa 800 milioni di dollari per aver montato apparecchi dissimulatori delle emissioni su 100mila veicoli. E ancora Nissan che consentiva l’ultima valutazione per l’omologazione dei veicoli a personale non autorizzato:  lavoratori non qualificati certificavano e approvavano le auto al termine della catena di montaggio nello stabilimento di Tochigi, falsificando anche alcuni dati.

Questo scandalo è costato richiami da un milione di automobili e la temporanea chiusura delle linee produttive in Giappone. Ancora nel Sol Levante uno scandalo ha travolto Suzuki, Mazda e Yamaha. Le tre case avevano condotto test su emissioni e consumi senza rispettare gli standard giapponesi, riducendo la velocità consigliata più di quanto ammesso dalle autorità.

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