La grande intesa nipponica
In realtà non è solo Honda a tenere aperta la strada dei veicoli endotermici non inquinanti. Cinque tra le principali case motoristiche giapponesi, ovvero Toyota, Yamaha, Mazda, Subaru e Kawasaki, si erano già dette convinte che fosse possibile decarbonizzare completamente la mobilità conservando tuttavia i motori a combustione interna, e puntando quindi su fuel green, a partire dall’idrogeno.
Le cinque big già nel 2021 hanno annunciato un progetto comune nell’ambito delle competizioni sportive partecipando a gare con carburanti a emissioni zero. A Mazda e Toyota il compito di implementare il motore turbodiesel Skyactiv-D da 1,5 litri alimentato da biogasolio di prossima generazione. Per Subaru e Toyota un progetto per la stagione endurance della serie Super Taikyu anno in Giappone utilizzando carburante sintetico derivato da biomasse. Per Yamaha e Toyota, anche l’ingresso nelle gare auto con un veicolo a idrogeno. E infine per Kawasaki e Yamaha una ricerca congiunta sullo sviluppo di motori a idrogeno per motociclette. L’obbiettivo resta comunque quello di sperimentare le tecnologie green in ambito sportivo per poi declinare i risultati nella produzione di auto per il mercato.
L’Europa al bivio
La presa si posizione della Honda arriva in un momento particolarmente delicato per il futuro dell’auto in Europa. Dopo l’altolà di Italia e Germania sull’auto elettrica a tappe forzate, le diplomazie sono al lavoro a Bruxelles per trovare una soluzione. Il nodo è proprio quello degli E-Fuel e di una transizione verso le zero emissioni che non contempli solo l’elettrico. Probabilmente si arriverà ad un compromesso, impensabile solo pochi giorni fa, che permetterà all’industria dell’automotive del Vecchio Continente una transizione meno difficile e traumatica.