Hyundai, come si passa all'auto elettrica salvando l'indotto - V&A
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AutoIn evidenza Ven 14 aprile 2023

Lezione Hyundai per Stellantis: come si passa all'auto elettrica salvando l'indotto

Investimenti per oltre 16 miliardi per diventare uno dei primi tre gruppi globali dell'auto elettrica. E' il piano presentato da Hyundai Lezione Hyundai per Stellantis: come si passa all'auto elettrica salvando l'indotto
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Hyundai in aiuto ai fornitori

Il gruppo Hyundai ha annunciato un mega piano di investimenti con l’obbiettivo di diventare uno dei primi tre produttori  di auto elettriche al mondo. Una parte centrale del progetto riguarda il sostegno ai fornitori che hanno intenzione di accelerare la transizione verso l’elettrificazione dell’industria delle componenti e dei ricambi.

Il colosso coreano condividerà con essi l’onere dei costi relativi alla fluttuazione delle materie prime e terrà conto di queste variazioni nei prezzi dei beni forniti. “Per  contribuire a migliorare la liquidità dell’indotto -recita una nota –  il gruppo sta istituendo un fondo per aiutare i fornitori di parti di motori a combustione interna che vogliono diversificare le loro attività, a prendere in prestito fondi aziendali a tassi di interesse agevolati”.

Soltanto lo  scorso anno la Casa ha speso circa 2,4 miliardi di euro per l’aumento delle forniture di materie prime a più di 300 fornitori primari.

Un approccio diverso da Stellantis

Un approccio che appare ben diverso da quello di Stellantis, secondo cui gli sforzi per la transizione ecologica devono essere condivisi da tutti i player. Il ceo del gruppo, Tavares, in occasione della presentazione del piano strategico ha infatti detto di aspettarsi “che una parte dei costi legati alla produzione di veicoli a zero emissioni finisca in capo ai fornitori. Solo così si potranno costruire auto elettriche per le masse”.

Non solo: Tavares vorrebbe portare in Europa gli accordi recentemente siglati con i fornitori americani, secondo cui ogni volta che un’azienda riesce a ridurre i costi di produzione di un determinato componente dovrà praticare un prezzo più basso a Stellantis. Anche per questo, Tavares ha sottolineato come “i fornitori dovranno dare un contributo significativo negli sforzi di provare a costruire veicoli elettrici accessibili.

Questa trasformazione del settore non riguarda solo i produttori ma coinvolge anche i fornitori, che operano in un contesto di concorrenza e che vivono insieme a noi questa evoluzione darwiniana dell’automobile. Siamo sulla stessa barca e viviamo gli stessi cambiamenti”.

Il modello Usa, l’Italia e i sindacati

Secondo gli esperti non è però scontato il successo di Stellantis nel voler importare il modello americano in Italia. Le imprese Usa, anche quelle dell’indotto, beneficeranno infatti del grande “piano green” di Biden da 800 miliardi di euro. Una fetta di questa enorme somma andrà infatti a sostegno della filiera dell’automotive, purché le vetture abbiano al 60% componenti a stelle e strisce.

Ben diversa la situazione nel nostro Paese dove il governo Meloni ha ereditato una  politica sull’auto  fatta soltanto di timidi incentivi alla vendita. In questa situazione il tema dell’indotto si pone in tutta la sua drammaticità. Siti produttivi come Melfi vedono, attorno alla fabbrica Stellantis, centinaia di piccole imprese cresciute proprio all’ombra del gigante dell’automobile.

Imprese specializzate nei motori endotermici e che ora debbono affrontare, a quanto pare da soli, una difficile transizione. E ciò vale per molti degli impianti della casa automobilistica ormai a trazione francese che annovera marchi come Fiat, Lancia e Alfa Romeo.

Sulla transizione green in Italia la Cisl ha già lanciato l’allarme su oltre 200 mila posti di lavoro a rischio.  Sta di fatto che il gruppo nato dall’unione di Fca e Psa prevede di arrivare al 2030 con il 70% di vendite a zero emissioni in Europa.  Alfa Romeo produrrà solo auto elettriche a partire dal 2027 e Fiat farà altrettanto, mentre Lancia sarà votata alle zero emissioni già nel 2026.

Il mega piano di Hyundai

Il management del gruppo coreano, come detto,  ha annunciato l’obiettivo di diventare uno dei primi tre produttori di veicoli elettrici al mondo entro il 2030 quando avrà una gamma complessiva di 31 modelli elettrici. In dettaglio c’è  la volontà di ampliare la produzione annuale di Ev in Corea, fino ad arrivare a 1,51 milioni di unità, con un volume globale di 3,64 milioni di unità entro il 2030.

Per realizzare questo obiettivo, Hyundai e Kia intendono investire circa 16,4 miliardi di euro nel mercato dell’elettrico nazionale. Prevista anche la costruzione di un’infrastruttura di ricarica ad alta velocità.

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