Già finiti gli incentivi per le auto diesel e benzina, se ne vanno 170 milioni
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ApprofondimentiAuto Mar 14 giugno 2022

Già finiti gli incentivi per le auto diesel e benzina, se ne vanno 170 milioni

Come previsto dagli addetti ai lavori, sono già andati esauriti i 170 milioni di euro per gli eco-incentivi messi a disposizione. Già finiti gli incentivi per le auto diesel e benzina, se ne vanno 170 milioni
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

L’andamento del bonus auto

L’allarme degli operatori del mercato automobilistico e gli appelli al governo sono rimasti inascoltati. Così, come previsto dagli addetti ai lavori, sono già andati esauriti i 170 milioni di euro per gli eco-incentivi messi a disposizione dal ministero dello Sviluppo economico per l’acquisto di vetture con motore endotermico (a gasolio o benzina) con emissioni nella fascia fra 61-135 grammi di Co2 al chilometro e con prezzo di listino non superiore a 35.000 euro (Iva esclusa). Insomma, la fascia che più interessava gli italiani. Per questo segmento il contributo era di 2.000 euro erogato esclusivamente previa rottamazione: il bonus quindi avrebbe permesso la sostituzione di 85mila vetture inquinanti con altrettanti modelli a basse emissioni. Ora bisognerà aspettare il 2023 per avere, sul fronte dei motori endotermici, altri soldi a disposizione. Saranno 150 i milioni a disposizione, venti milioni in meno di quelli del 2022

I plafond dell’auto

Ben diversa la situazione per gli incentivi ad auto con emissioni fra 0-20 grammi di Co2 (elettriche pure) o fra 21 e 60 grammi (ibride plug-in): dei 220 milioni di euro stanziati per la prima fascia ne sono ancora disponibili più di 187 milioni, mentre dei 225 milioni di euro stanziati per la seconda fascia ne restano più di 202 milioni. Praticamente esauriti anche i 10 milioni di euro messi a disposizione per l’acquisto di motocicli non elettrici.

Le prenotazioni delle auto

Le prenotazioni erano partite mercoledì 25 maggio sulla piattaforma gestita da Invitalia ecobonus.mise.gov.it. E da subito si era capito che i fondi a disposizione per la fascia più ricercata era in rapido esaurimento. «Bisogna affrontare la situazione in modo pragmatico -, dicono i concessionari – e il governo dovrebbe cambiare strategia e adottare un sistema di vasi comunicanti tra le diverse motorizzazioni». «E’ vero che gli incentivi sono stati decisi nel segno di un passaggio a tecnologie più green – viene spiegato – ma già il fatto di sostenere la sostituzione di un parco auto tra i più vecchi d’Europa, seppur verso modelli a combustibile tradizionale, contribuisce a rendere più vivibili e meno inquinate le nostre città». «E in ogni caso – è la conclusione – è assurdo vedere fondi che sarebbero a disposizione di chi vuole cambiare la propria vettura ma, a queste condizioni, non può farlo».

L’attesa per il 2035

Intanto non si spengono le polemiche per la decisione dell’Unione europea di mantenere la data del 2035 per il passaggio totale all’elettrico. «Il Parlamento europeo ha deciso questa data e noi in controtendenza con quello che dice la politica, riteniamo che non sia più derogabile – dice il segretario generale Uilm nazionale, Rocco Palombella a margine del congresso regionale Uilm Campania. – Qualsiasi spostamento in avanti renderebbe le nostre aziende più deboli perché ormai il mercato mondiale si è orientato a quella data quindi dobbiamo fare in modo che in questi giorni non si assumano decisioni tampone per spostare la palla più avanti». «Il tema della transizione è ormai una realtà – aggiunge il leader Uil – e bisogna assumere invece decisioni molto forti. Anche perché il nostro Paese dipende dal settore auto in modo significativo: il 13% del Pil, 250mila posti di lavoro e un’intera filiera che non si salvaguarda spostando in avanti i problemi» Per Palombella vanno «affrontati da subito e utilizzate tutte le leve possibili, che non possono essere quelle dell’incentivo all’acquisto dell’elettrico. Se il governo sottovaluta il problema come è stato fatto in questi anni, sarà una tragedia».

 

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