La Francia attacca Bruxelles sulle auto Euro 7: "Una normativa inutile, va cancellata"
Il ministro dell'Economia Le Maire sposa la linea del governo italiano e boccia la decisione Ue di inasprire i limiti delle emissioni diesel dal 2025. Sono ormai sette i Paesi europei che chiedono lo stop. Ma è tutto il pacchetto green ad essere sotto attaccoEuro 7, la Francia attacca Bruxelles
Nuovo schiaffo alla Commissione Ue sul fronte della tecnologia Euro 7. A scendere direttamente in campo, con toni particolarmente duri (ed inusuali nei rapporti tra Parigi e Bruxelles), è stato il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire. “La normativa europea sull’Euro 7 – ha detto – é inutile, dobbiamo dimenticarla”. “Non dobbiamo spendere i soldi su norme che ne la Cina ne gli Usa impongono ai loro player – ha rincarato la dose il ministro transalpino. -. “E dobbiamo dirottare i fondi verso le nuove tecnologie non spenderli su tecnologie vecchie”.
Il messaggio, che rafforza la linea del governo italiano, ha un forte peso specifico visto anche il contesto in cui è stato lanciato: Le Maire ha parlato infatti nell’ambito dell’inaugurazione della prima gigafactory europea per la produzione di batterie realizzata da Acc, la joint venturev paritetica tra Stellantis, Mercedes-Benz e TotalEnergies nel Nord Est della Francia.
Si rafforza la linea Salvini
Soltanto pochi giorni fa era stato lo stesso ministro dei Trasporti e vicepremier Matteo Salvini a dirsi contrario alla decisione di inasprire i limiti delle emissioni dei veicoli diesel a partire dal 2025. “La proposta sull’Euro 7 è chiaramente sbagliata e nemmeno utile dal punto di vista ambientale” aveva affermato Salvini. che ora trova nella Francia un forte alleato. Ma Parigi e Roma non sono i soli a chiedere all’Ue un ripensamento su Euro 7. Del fronte del “No” fanno anche parte, Repubblica Ceca, Romania, Portogallo, Slovacchia, Bulgaria, Polonia e Ungheria.
Le stesse case automobilistiche hanno più volte espresso la forte contrarietà nei confronti delle nuove norme, ritenendole troppo costose, affrettate e inutili. “Passare da Euro 6 a Euro 7 – spiega l’Acea – rappresenta un vero e proprio cambio di tecnologia e non un adeguamento come invece è stato per il passaggio da Euro 5 a Euro 6. Inoltre si toglie denaro che potrebbe essere investito nello sviluppo di auto elettriche o per altra tecnologia green. Per altro l’investimento su Euro 7 non potrà essere ripagato a lungo termine, visto che dal 2035 le auto con motore a benzina e diesel non potranno più essere vendute. La stessa Acea ha fatto i conti sull’obbligo di passare a Euro 7: il risultato sarebbe di un aumento medio di 2.000 euro per ogni auto
A Bruxelles intanto cambia il vento
La Commissione europea per ora non reagisce e dunque conferma la tempistica del programma verso l’auto green. Un piano, sostenuto dall’ambientalismo più ideologico ed intransigente, che però ha già più di una crepa. Soltanto due mesi fa Bruxelles aveva dovuto fare parziale dietrofront sulla legge relativa allo stop alle vendite di auto a benzina e diesel dal 2035. La prima stesura del regolamento imponeva infatti, a partire da quella data, la commericializzazione delle sole auto elettriche. Contro il diktat Ue si era però creata una “minoranza di blocco” capitanata dall’Italia che aveva costretto la Commissione ad inserire anche gli e-fuel tra le tecnologie permesse. In quel caso l’Italia non aveva però ottenuto il via libera per i bio carburanti. Ed ora sa storia pare ripetersi su Euro 7 dove si sta costituendo una forte maggioranza di Stati che potrebbe essere in grado di bloccare le decisioni della Commissione.
Anche perché all’Unione europea il vento sta cambiando. Tra un anno c’è il voto e se verrà confermata la tendenza di una crescita dei partiti del centro-destra è ipotizzabile che l’intero piano per l’auto green venga rivisto. Magari prendendo spunto da ciò che con maggior buonsenso rispetto all’Ue stanno facendo Stati Uniti e Cina dove sono previsti forti investimenti per l’elettrico senza però imporre ultimatum sulle auto diesel e benzina.