Marelli chiude l'impianto di Crevalcore. A casa i 230 dipendenti
Calano le commesse per il motore endotermico e l'azienda decide lo stop entro l'anno. I sindacati: "E' solo la prima delle emergenze legate alla spinta green verso il solo elettrico"
La decisione di puntare solo sull’elettrico e lo stop alle auto diesel e benzina fa 230 nuove “vittime”. Sono gli addetti della fabbrica Marelli di Crevalcore (Bologna), oggi impegnata nella produzione di collettori di aspirazione aria e di pressofusi di alluminio entrambi componenti per motori. La società ne ha infatti annunciato la chiusura.
Le ragioni, viene spiegato, sono duplici: il risultato economico negativo ( pari a circa 6 milioni di perdita anche a causa dell’aumento del costo dell’energia), nonché la dinamica negativa delle attività legate al motore endotermico che oggi porta a un utilizzo del 45% della capacità produttiva e calerebbe naturalmente anno dopo anno fino ad arrivare al 20% nel 2027. Tutto ciò aggravato dalla scelta di non poter prevedere alcun investimento per la transizione all’elettrico. L’intenzione in ogni caso è quella di chiudere all’inizio del prossimo anno.
Gli altri stabilimenti
Per quanto riguarda gli altri stabilimenti italiani, della società storicamente legata a Stellantis (molti hanno la società italo-francese come unico cliente o come cliente principale), invece, la situazione appare in chiaroscuro. Per quanto concerne Venaria Reale, la fabbrica che produce sistemi di scarico, a fronte della cessazione e del trasferimento della produzione, prosegue il piano di passaggio dei lavoratori all’altro stabilimento Automotive Lighting, che sorge ad appena un chilometro di distanza.
Lo stabilimento di sistemi di scarico di Caivano nel prossimo futuro dovrà ricevere i volumi da Venaria Reale, ma in prospettiva dovrà compensare il progressivo calo di volumi causato dalla elettrificazione delle vetture Stellantis con prodotti di settori diversi dall’automotive, in particolare attraverso forniture a veicoli commerciali per cui è già in corso una trattativa con Iveco; sono anche attesi trasfertisti volontari da Melfi e da Sulmona, in mancanza dei quali si procederà ad assunzioni temporanee.
Lo stabilimento di Melfi ha acquisito da Stellantis anche la fornitura del telaio posteriore, oltre naturalmente la traversa anteriore già acquisita in precedenza e si tratta di una boccata d’ossigeno anche se resta aperto il grande nodo del più generale futuro dell’impianto Stellantis e dell’indotto. Nello stabilimento di Sulmona c’è tensione per gli esuberi, che saranno affrontati nel 2024 con i contratto di solidarietà, per 100 persone; resta fondamentale la trattativa in corso con Stellantis per la fornitura alla piattaforma large.
Per quanto riguarda Bari si è in attesa di conoscere i risultati di varie gare a cui Marelli sta partecipando, a iniziare da quella per il motore elettrico di Porsche e da quelle in discussione con Stellantis; sul versante degli ammortizzatori sociali, con ogni probabilità l’unificazione dei due plant consente di ripristinarne una completa disponibilità.
La reazione dei sindacati
Immediata la reazione sindacale che puntano l’indice verso una transizione green verso il solo elettrico. “Chiediamo a Marelli di rivedere la sua decisione e al governo di convocare immediatamente un tavolo istituzionale di confronto – si legge in una nota congiunta. – È da tempo difatti che chiediamo riconversioni per le fabbriche legate al motore termico, senza le quali la chiusura di Crevalcore sarà solo la prima di una lunga serie, così come chiediamo di concentrare le risorse pubbliche sulle leve che possono salvaguardare e rilanciare l’industria di esportazione”. Proclamato uno sciopero di 8 otto ore in tutto il gruppo per venerdì prossimo