Nuova cura dimagrante per Stellantis in Italia: via 2 mila lavoratori
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AutoPrimo piano Lun 27 febbraio 2023

Nuova cura dimagrante per Stellantis in Italia: via 2 mila lavoratori nel 2023

Nessun licenziamento ma uscite concordate di 2 mila lavoratori nel 2023. È questo l'accordo raggiunto tra Stellantis e sindacati Nuova cura dimagrante per Stellantis in Italia: via 2 mila lavoratori nel 2023 Carlos Tavares, Ceo del gruppo franco-italiano Stellantis
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Nuova cura dimagrante per Stellantis nel 2023

Nuova cura dimagrante decisa da Stellantis per il 2023. L’accordo quadro raggiunto tra società e sindacati prevede  l’uscita di altri 2mila lavoratori (il 4,4% dell’occupazione totale in Italia che è di 47mila unità) dagli stabilimenti di Cassino, Mirafiori, Pratola Serra (Avellino), Termoli (Campobasso) e Cento (Ferrara). Una intesa che ha spaccato i sindacati:  a firmare sono stati infatti Cisl, Uil e le altre sigle dell’auto ma non la Cgil.

Per i sindacati un’intesa soddisfacente

Fim, Uilm, Fismic, UglM AqcfR, parlano di una intesa soddisfacente con Stellantis poiché esclude anche la possibilità di licenziamenti coatti. “Si tratta” viene detto “di uscite  incentivate con il criterio esclusivo della non opposizione, che esclude dunque la possibilità di esuberi”. “Tale intesa” spiegano i sindacati “per divenire operativa, richiederà specifiche procedure nelle singole realtà produttive, riguarderà al massimo circa 2mila persone. Le misure si rivolgono in ogni caso solo a determinate mansioni, per lo più fra gli indiretti alla produzione”.

Gli incentivi si differenziano in base alla condizione dei lavoratori. A coloro che agganciano la pensione entro quattro anni verrà riconosciuto un incentivo tale da garantire per i primi due anni (sommato alla Naspi) il 90% della retribuzione e per gli ulteriori due anni il 70% della retribuzione più i contributi volontari.

A coloro che non agganciano la pensione, invece, verrà riconosciuto un incentivo variabile a seconda della età: 24 mensilità (minimo 55mila euro) più 30mila euro per chi ha almeno 50 anni; 18 mensilità più 30mila euro per chi ha fra 45 e 49 anni; 12 mensilità più 20 mila euro per chi ha fra i 40 e i 44 anni; 6 mensilità più 20mila euro per chi ha fra 35 e 39 anni.

Per gli impiegati c’è l’active placement

Per il personale impiegatizio sarà possibile avvalersi anche di un servizio di active placement senza decurtazioni dell’incentivo (restano esclusi tuttavia dell’accordo incentivante gli eventuali passaggi di personale a CNHI, Iveco, Ferrari), e dunque migliorando la precedente intesa che invece prevedeva una decurtazione. In quegli stabilimenti in cui sono già in atto altri accordi di uscite e in cui ci sono ancora quote di uscita disponibili (Verrone, Melfi, Parts & Services Operation, Pomigliano Plastics e Gianbattista Vico di FCA Italy S.p.A. e Modena di Maserati S.p.A.) i nuovi incentivi entreranno in vigore dopo venerdì 3 marzo.

“La direzione aziendale” concludono i sindacati che hanno siglato l’intesa “ha poi recepito la nostra richiesta di utilizzare l’investimento sulla economia circolare a Mirafiori per allestire quante più postazioni è possibile per i lavoratori con ridotte capacità lavorative. L’azienda ha anche risposto positivamente alla richiesta di considerare l’apertura di un contratto di espansione nello stabilimento di Atessa, prevedendo anche la stabilizzazione di alcuni lavoratori in somministrazione”.  Per la Sevel si sta valutando, invece, il ricorso al contratto di espansione con l’opportunità di accompagnare alla pensione chi potrà andarci entro i prossimi 5 anni.

Il no della Fiom all’accordo

Non ha firmato l’intesa la Fiom che parla di quasi 7mila posti di lavoro persi dal 2021 e chiede “un piano che preveda la rigenerazione dell’occupazione”. “Siamo di fronte all’ennesimo avvio di un percorso di uscite incentivate” ha detto Simone Marinelli, coordinatore nazionale automotive per la Fiom-Cgil. “Rispetto agli accordi precedenti l’azienda ha proposto di mantenere i trattamenti precedenti per chi raggiungesse la pensione nei successivi 48 mesi, per gli altri sono previste fasce a seconda dell’anzianità anagrafica, escludendo dagli accordi gli under 35. Saranno coinvolti gli stabilimenti di Cassino, Mirafiori, Enti Centrali, Pratola Serra, Termoli e Cento per un totale di circa 1.800 lavoratrici e lavoratori, di cui circa 900 solo negli enti centrali. Siamo a quasi 7mila posti di lavoro persi dal 2021″.

“Stellantis continua per la strada della riduzione dell’occupazione senza prospettive future” ha detto ancora Marinelli, sottolineando che “è necessario che il tavolo avviato dal ministro Urso lo scorso 14 dicembre diventi permanente. Stellantis deve dare risposte e garanzie, sul futuro dei propri stabilimenti, degli enti di staff e dell’indotto dove si stanno per aprire le prime gravi crisi industriali”.

Per Stellantis un 2022 in chiaroscuro

Il gruppo guidato da Carlos Tavares ha chiuso il 2022 immatricolando in Italia 461.178 auto, in calo del 15,9% rispetto all’anno precedente. Per contro l’anno scorso tutti gli stabilimenti italiani sono cresciuti rispetto al 2021, fatta eccezione per Sevel (veicoli commerciali). Secondo  Ferdinando Uliano, segretario nazionale Fim Cisl nel 2022, tra autovetture e furgoni commerciali, sono state prodotte 685.753 unità, contro le 673.574 del 2021, portando la produzione a una crescita del 17,4%, mentre quella di veicoli commerciali segna una pesante riduzione del 22,3% (da 265mi1a del 2021 a 206mila del 2022).

“Se invece si rapportano i dati di produzione al periodo pre-Covid e quindi al 2019, la situazione è ancora negativa” ha detto Uliano “con una perdita complessiva nei volumi Stellantis del 16,3% con le autovetture a -8,7% e i veicoli commerciali a -29,7%”. La causa è però in gran parte riconducibile, per Uliano, allo stop nelle produzioni per la mancanza dei semiconduttori e di altri componenti iniziata nel 2021 e che probabilmente condizionerà anche quest’anno.

Buona la spinta dei nuovi modelli

Secondo la Fim, rispetto al 2021, il dato positivo nella produzione è stato determinato in gran parte dal lancio produttivo di nuovi modelli: «L’entrata in produzione della Maserati Grecale e dell’Alfa Romeo Tonale sta dando una spinta alle produzioni di Cassino e Pomigliano D’Arco. Il polo produttivo di Torino di Stellantis ha mantenuto buoni livelli di produzione, in particolare grazie ai volumi della 500 bev, e quello di Modena grazie alla Maserati MC20.

“E’ stata interrotta la serie negativa, un dato certamente positivo” ha concluso Uliano “ma se esaminiamo l’arco temporale 2017-2022, c’è ancora molto da lavorare per recuperare circa un terzo della produzione persa, che ha interessato nella stessa misura le autovetture e i veicoli commerciali”.

 

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