Nuove auto elettriche cinesi con autonomia di 1000 km - V&A
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ApprofondimentiAuto Mer 17 maggio 2023

Nuove auto elettriche con autonomia di 1.000 km. Così i cinesi danno scacco all'Europa

Nio lancerà auto elettriche con autonomia raddoppiata grazie a nuove batterie semisolide. Intanto proseguono i maxi investimenti del Dragone Nuove auto elettriche con autonomia di 1.000 km. Così i cinesi danno scacco all'Europa
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Nuove auto elettriche con autonomia di 1.000 km

Un‘auto elettrica con una autonomia di mille chilometri. E’ ciò che presto dovrebbe uscire dalle fabbriche della Nio, gruppo cinese presente in Europa già da un paio d’anni e che ha appena annunciato di voler sbarcare sul Vecchio continente anche con il marchio secondario Firefly, focalizzato sulle elettriche economiche. Le case europee a quel punto potrebbero trovarsi a dover fronteggiare un concorrente che propone una berlina elettrica con un prezzo di partenza inferiore ai 30mila euro ma dalle prestazioni superiori anche a modelli Ue di fascia top.

La messa in produzione di batterie semisolide che raddoppiano l’autonomia dei veicoli è ben più di una indiscrezione. La notizia infatti, rilanciata dai media del Dragone, fa riferimento a  documenti depositati dalla stessa Nio al ministero cinese dell’Industria, con le nuove specifiche tecniche per le batterie da utilizzare su determinati veicoli.

Per il momento il marchio con sede a Shanghai sarebbe pronto a equipaggiare tre modelli con batterie da 150 kWh con elettrolita ibrido solido-liquido e densità energetica di 360 Wh/kg. Ma l’idea è poi di adottarle su tutta la linea di prodotti. Restano  diversi punti da chiarire, partendo dai costi. Le batterie allo stato semisolido, infatti, non sono ancora diffuse sul mercato dei veicoli elettrici ed è molto probabile che avranno prezzi molto alti. È da vedere se Nio le fornirà di serie su alcuni modelli o viceversa (almeno nella fase iniziale di lancio)  come optional, oppure con un servizio a noleggio nella sua rete di stazioni di “cambio batteria.

Le nuove tecnologie

La tecnologia dello stato semisolido di Nio si prepara dunque a rivoluzionare le mobilità elettrica, garantendo autonomie doppie rispetto a oggi. Intanto però un altro colosso cinese, Catl (Contemporary Amperex Technology), a fine aprile aveva già presentato al salone auto di Shanghai una super batteria al litio a stato semisolido, con una densità energetica fino a 500 Wh/kg. “La produzione in serie delle batterie per l’automotive dovrebbe iniziare entro fine anno – spiegavano i manager Catl – mentre si sta già lavorando a possibili impieghi sugli aerei, grazie alle caratteristiche di sicurezza, durata e affidabilità”.

Altre novità stanno arrivando sul fronte delle batterie al sodio, molto promettenti per le auto elettriche, soprattutto quelle di minori dimensioni a uso urbano. Sono batterie con una densità energetica inferiore al litio, anche se le cose stanno cambiando rapidament. Queste ultime batterie hanno diversi vantaggi, tra cui i costi più bassi e la maggiore durata, oltre alla possibilità di ricaricare più velocemente le batterie con minore degrado tra un ciclo e l’altro. La stessa Catl dovrebbe lanciare entro fine 2023 una batteria al sodio con una densità intorno ai 160 Wh/kg. Nio, Catl ma non solo. A inizio marzo, è stata presentata dalla cinese Jac Motors la prima auto elettrica con batterie al sodio da 25 kWh.

L’auto parla sempre più cinese anche in Europa

Le grandi industrie cinesi vantano un indiscusso primato sul fronte dell’auto elettrica. Sia per quanto concerne le materie prime per batterie e microchip (di cui la Cina ha il quasi monopolio), sia nel campo della ricerca  grazie al supporto da parte del governo di Pechino.  Ed ora che il mercato interno mostra un forte rallentamento, il Dragone punta decisamente sulla conquista di nuovi mercati anche attraverso la costruzione di “teste di ponte” industriali che consentono di bypassare dazi e divieti.

Ne è un esempio l’annuncio fatto in queste ore:  la  Cina investirà 3 miliardi di euro nel settore dell’ automotive in Ungheria nei prossimi anni. Se  Budapest si appresta a diventare la principale destinazione per gli investimenti cinesi in Europa sono molti i Paesi Ue dove il Dragone ha messo radici. A cominciare dalla Svezia con l’acquisizione, da parte di  Zhejiang Geely Holding Group dello storico marchio Volvo. Ma anche in Italia il Dragone è presente da vari anni grazie al marchio Dr.

Sta di fatto che la sterzata verso l’elettrico ha fatto sì che si aprissero le porte a svariati gruppi del gigante asiatico: nomi come  Aiways, Byd, MG, Seres, Geely, Chery, Zeekr, Fengshen, Saic e Nio erano per la maggior parte sconosciuti agli automobilisti europei. Ora invece rischiano di mandare fuoristrada i più affermati marchi europei.

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