Auto elettrica, parte la guerra al taglio dei prezzi
Menu

QUOTIDIANO INDIPENDENTE - Fondato e diretto da MAURIZIO BELPIETRO

AutoPrimo piano Mar 02 maggio 2023

Auto elettrica, parte la guerra al taglio dei prezzi

Il Ceo Tavares ha ribadito che Stellantis non seguirà la strategia di tagli ai listini di dell'auto elettrica. Ford farà come Tesla. Auto elettrica, parte la guerra al taglio dei prezzi Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis
Maurizio Cattaneo
di 
Maurizio Cattaneo

Il taglio di prezzo dell’auto elettrica 

Stellantis non intende seguire Tesla sulla strada dei continui tagli di prezzo al listini delle auto elettriche a meno che tutto il mercato si orienti verso la corsa al ribasso. La posizione è stata chiarita ancora una volta dal Ceo del gruppo italo francese Carlos Tavares.

Negli ultimi mesi la casa automobilistica americana ha ridotto per sei volte i prezzi dei suoi modelli in particolar modo quelli delle Model 3 e Model Y . Iniziativa che ha permesso di incrementare fortemente le vendite in tutti i mercati. In Cina, secondo la Reuter,  dopo il quinto ribasso vi sono state oltre 30 mila ordinazioni in un giorno. E in Europa la Tesla Model Y si è rivelata l’auto più venduta nei primi tre mesi del 2023.

La strategia, che privilegia il fatturato a scapito degli utili, è stata seguita da altri costruttori tra cui Ford ma non da Stellantis che  intende entrare in questa competizione al ribasso.  “Stellantis non vuole seguire Tesla nella guerra dei prezzi nel settore dell’industria automobilistica – ha detto Tavares. – Non è questa la nostra strategia per i prossimi dieci anni, non credo sia l’approccio giusto da seguire per il nostro piano Dare Forward 2030″.  Tavares ha quindi sottolineato che continuerà a  privilegiare la redditività piuttosto che i volumi di vendita in senso assoluto.

“Tuttavia – ha concluso il Ceo – se l’intero mercato dei veicoli elettrici dovesse abbassare i prezzi, Stellantis a quel punto dovrà adeguarsi. In tal caso, il gruppo dovrà accelerare, come tutti i concorrenti, la riduzione dei costi per continuare a rendere sostenibili le attività aziendali”.

Perché Tesla può ridurre i prezzi

D’altra parte competere con Tesla non è facile. Il gruppo di Elon Musk ha infatti un vantaggio strutturale enorme dovuto alle forti economie di scala legate a cicli produttivi estremamente razionalizzati (si pensi alle mega presse che stampano il telaio posteriore in un solo pezzo invece che tredici o quattordici o agli impianti per la produzione di batterie). Ed è quindi in grado di ridurre i propri margini a botte del 20%.

Ma per capire meglio la situazione basti pensare che, anche dopo i tagli, il guadagno lordo per ogni auto prodotta da Tesla è attorno ai 10 mila euro. Mentre quella che più le sia avvicina è General Motors  che si tiene 2.150 euro: una voragine. Seguono  in terreno leggermente positivo Toyota, Volkswagen e Hyundai e Stellantis, mentre Ford è in perdita, come pure lo sono Mercedes, Audi e Bmw.

La scelta di Ferrari

Nel contesto di un recente downgrade del settore auto e ricambi dell’Ue a “negativo”, Barclays ha iniziato la copertura sul titolo Ferrari con una raccomandazione “equal weight” e un target price di 250 euro. Gli analisti descrivono la casa di Maranello, che si appresta a lanciare il primo modello a spina,  come “l’unico vero porto sicuro nel settore auto dell’Unione europea nel contesto di quello che prevediamo sarà un anno difficile”.

Il 2023 di Ferrari è descritto come un anno “step-change”, con il ramp-up dei modelli Daytona e Purosangue e gli aumenti di prezzo fino al 5% (anche se non in tutti i modelli e regioni), prima di una crescita più regolare nel 2024-26. Per il primo trimestre del 2023, Barclays prevede che Ferrari raggiungerà 3.450 spedizioni (+6% su base annua nel trimestre), con un fatturato di 1.381 milioni di euro.

A causa del mix debole (rispetto a quanto previsto per i trimestri futuri), prevede che il margine Ebitda  scenderà al di sotto dell’intervallo indicativo del 38%, ma si rafforzerà progressivamente nel corso dell’anno. Gli analisti osservano che Ferrari scambia vicino ai massimi storici e il suo grafico a lungo termine – dalla sua Ipo di ottobre 2015 – “è sostanzialmente una linea retta”. L’upside case sul titolo è che Ferrari continuerà ad aumentare gli utili, aggiungendo circa 1,00 euro di Eps a 35-40 volte il P/E all’anno, con un aumento del prezzo delle azioni di 35-40 euro ogni anno.

Condividi articolo