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AperturaAuto Mer 04 ottobre 2023

Stellantis ricuce in Italia col piano-Melfi. Ma negli Usa rischia una maxi-multa

Il gruppo: "Ecco i modelli che entreranno in produzione nello stabilimento lucano dal 2024". Ma in Usa rischia una sanzione da 3 miliardi Stellantis ricuce in Italia col piano-Melfi. Ma negli Usa rischia una maxi-multa
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Stellantis, piano-Melfi per ricucire in Italia

Stellantis raffredda il fronte italiano, mentre la situazione negli Usa si complica ulteriormente. L’azienda franco-italiana ha finalmente chiarito, in un incontro con i sindacati,  il cronoprogramma per lo stabilimento di Melfi. L’entrata in produzione delle prime vetture elettriche sarà così cadenzata: tra poco più di un anno entrerà in produzione la prima vettura a marchio Ds. Nel 2025 partirà invece la produzione di altre due vetture, una a marchio Jeep e una Ds. Nel  2026 infine entreranno in produzione le ultime due auto, una a marchio Lancia e l’altra a marchio Opel.  Tutte le cinque vetture saranno prodotte su piattaforma Stla Medium, nata appositamente per raggiungere gli obiettivi di elettrificazione. Inoltre, comunicano in una nota Fim, Uilm, Fismic e Uglm è  stato definito il cronoprogramma di uscita delle vetture attualmente in produzione: la prima ad uscire nell’arco del 2024 sarà la 500X, la seconda al termine del 2025 sarà la Jeep Renegade.

Note meno felici per l’indotto lucano

Per quanto riguarda l’indotto di Melfi e la logistica, Stellantis ha dichiarato che tutte le aziende che ne fanno parte stanno partecipando alle gare in corso ma, in questo processo complesso di transizione energetica, tutti devono fornire il loro apporto – partendo dalle istituzioni regionali e governative – affinché si possano creare le giuste condizioni per una trasformazione epocale del settore automotive che non produca danni sociali.

Negli Usa lo spettro di una maxi multa

Per una partita che migliora ce n’è un’ altra che si complica. Non è solo lo sciopero in Usa contro le  “big three” che si trascina dal 15 settembre ad agitare i sonni dei Ceo di Gm, Ford e Stellantis, Ora arriva la notizia di possibili maxi sanzioni ai big di Detroit  legate ai consumi di carburante. La proposta dell’amministrazione Biden di rendere più severi i requisiti sui consumi di carburante fino al 2032 potrebbe infatti costare ai  costruttori 9,5 miliardi di dollari (circa 9,1 miliardi di euro al cambio attuale) sotto forma di multe per il mancato rispetto dei limiti stessi. In particolare, secondo una lettera inviata dall’American Automotive Policy Council al Dipartimento dell’Energia e raccolta dalla Reuters, la Gm potrebbe pagare sanzioni per 6,5 miliardi e Stellantis per 3 miliardi. Per la Ford, invece, l’esborso sarebbe di circa 1 miliardo di dollari. Gme Stellantis hanno già dovuto sostenere multe per 363 milioni di dollari sempre  per il mancato rispetto dei limiti per i modelli dell’anno 2018 e 2019.

Le Case americane: “Rivedere le regole green”

Ma a rischiare sul fronte dei consumi di carburante non sono solo le big three. La Volkswagen, per esempio, potrebbe dover pagare più di 1 miliardo di dollari. Le organizzazioni americane dell’auto chiedono quindi al dipartimento di rivedere le regole perché rischiano anche  di determinare “costi  sproporzionatamente più elevati” per le Case statunitensi. A tal proposito, nella missiva si spiega che le tre  Case potrebbero affrontare oneri pari a 2.151 dollari per veicolo, contro i 546 dollari dei concorrenti.

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