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ApprofondimentiAuto Ven 10 marzo 2023

Vertice dei Paesi Ue contrari allo stop alle auto diesel e benzina. Ci sarà anche Salvini

Lunedì a Strasburgo il summit dei Paesi che hanno bloccato il provvedimento Ue per vietare la vendita di auto diesel e benzina dal 2035. Vertice dei Paesi Ue contrari allo stop alle auto diesel e benzina. Ci sarà anche Salvini Ricarica auto elettrica
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Lunedì l’incontro dei Paesi contrari allo stop a diesel e benzina

E’ fissata per lunedì prossimo a Strasburgo la riunione dei Paesi “scettici”  per discutere del bando delle auto endotermiche. Il summit è stato organizzato dal  ministro dei Trasporti della Repubblica Ceca, Martin Kupka a Strasburgo e dovrebbe vedere la partecipazione di tutti quegli Stati europei che  stanno contrastando il passaggio all’elettrico a tappe forzate. Una compagine che si va allargando dopo il clamoroso altolà di alcuni giorni fa  ( grazie al “no” di Italia, Germania, Polonia e Bulgaria) al provvedimento che prevede lo stop alla vendita di auto diesel e benzina dal 2035.

Il ministro italiano

Una riunione che quasi certamente vedrà la partecipazione dello stesso Matteo Salvini. Una nota del Mit fa sapere che “il vicepremier e Ministro Matteo Salvini, in piena sintonia con la Presidente Giorgia Meloni e con il resto del governo, si sta confrontando con i colleghi di Germania, Repubblica Ceca e degli altri Paesi che hanno espresso dubbi e contrarietà rispetto alla proposta della Commissione. In questo senso “non si esclude una missione lampo” al vertice. “Gli obbiettivi – viene spiegato – sono quelli di accompagnare la transizione con buonsenso, tutelando posti di lavoro ed il futuro della filiera italiana ed europea dell’automotive”.

E a sottolineare la piena sintonia tra Roma e Berlino ci hanno pensato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e l’omologo tedesco Christian Lindner, che si sono incontrati  al Mef, ribadendo “la necessità di continuare a sostenere il rinvio dell’addio nel 2035 per i motori a benzina e diesel investendo tutto sul futuro elettrico”.   “Una decisione ideologica – ha detto Giorgetti – che non serve né alla nostra economia ma nemmeno fa bene all’ambiente”.

Come si è arrivati alla riunione di lunedì

La riunione di lunedì è un vero e proprio schiaffo alla linea di dogmatico ambientalismo perseguita dalle autorità di Bruxelles. Si parlerà di 2035 ma anche dello standard Euro 7 giudicato da Praga “irrealistico e dagli scarsi benefici ambientali”. Ma come si è arrivati ad un simile passo?  Proprio Berlino dieci giorni fa, all’ultimo momento,  aveva minacciato di astenersi dal voto definitivo in ambito Coreper (gli ambasciatori Ue) sull’ultimatum 2035 se non fosse stata  accolta la  richiesta di inserire una deroga per gli e-fuel. La posizione dei tedeschi, che affiancava quella di Italia, Bulgaria e Polonia,  aveva colto di sorpresa le istituzioni europee: Parlamento, Commissione e Consiglio  davano per scontato il via libera.

Il rischio-bocciatura

Il rischio era quello di una sonora bocciatura e la presidenza di turno della Ue (la Svezia) si era vista costretta a cancellare l’esame del provvedimento  e a rinviare a “data da destinarsi” la votazione. Il bando  non rientra tra le materie da votare all’unanimità, bensì tra quelle per le quali serve solo la maggioranza qualificata, ossia il voto favorevole del 55% degli Stati membri (15 Paesi su 27) e almeno il 65% della popolazione Ue rappresentata. Il meccanismo prevede esplicitamente quindi la possibilità che si crei una minoranza di blocco. Ipotesi emersa con forza in seguito al voto contrario formalizzato da Italia e Polonia, all’astensione della Bulgaria e alle istanze della Germania. E che ora vede anche  schierata anche la Repubblica Ceca,  e secondo fonti di Bruxelles,  anche altri Paesi dell’Unione.

La preoccupazione dei produttori

Di fronte a questo stallo sul futuro dell’auto arriva una preoccupata presa di posizione dell’ Acea, l’ Associazione che raggruppa i principali protagonisti dell’automotive europeo.   Nella nota si chiede a Commissione europea e al Consiglio Ue di individuare “una soluzione in tempi brevi per superare all’attuale empasse e  fornire a un’industria alle prese con una trasformazione radicale le certezze necessarie per pianificare gli investimenti”. Acea fa comunque capire che bisogna agire con buonsenso. L’Europa, viene detto “deve mantenere l’agilità necessaria per rispondere alle diverse esigenze e adattarsi alle mutevoli circostanze”.

Anche per questo, l’Acea chiede che i legislatori affrontino anche la questione delle emissioni dell’attuale parco circolante.  “L’elettrificazione di massa è una parte importante della soluzione verso cui tutti stiamo spingendo – è la tesi – ma non è un proiettile d’argento”. Viene poi sottolineato che per perseguire la via dell’elettrificazione  “bisogna costruire una catena del valore verticale, salvaguardare posti di lavoro e aiutare l’Ue a rimanere competitiva“. Da qui la richiesta di prevedere interventi che riguardano “l’accesso alle materie prime necessarie e una “fitta rete di infrastrutture di ricarica e rifornimento”.

Le case che non spengono diesel e benzina

Mentre si cerca un difficile compromesso in sede Ue, arriva la notizia che anche il  gruppo Bmw non ha intenzione di abbandonare la produzione di veicoli con motori a combustione interna. Lo scrive la testata tedesca  Handelsblatt sulla base di informazioni raccolte tra alcuni manager del costruttore bavarese. In particolare, il gruppo guidato da Oliver Zipse, vuole continuare a produrre endotermiche ancora per molti anni. Al punto che le Suv della famiglia X saranno disponibili con propulsori diesel e benzina anche nel prossimo decennio. La  Bmw starebbe anche lavorando a una nuova piattaforma multi-energy.  

Del resto, per il 2030 il gruppo ha dichiarato di puntare  a raggiungere un mix di vendite con le elettriche al 50%, il che significa prevedere di  vendere centinaia di migliaia di veicoli a benzina o diesel anche nei prossimi anni. Sulla stessa linea anche praticamente tutte le case di Corea e Giappone.

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