Credit Suisse, banche centrali ai mercati. Cosa ha detto la Lagarde
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AperturaEconomia Lun 20 marzo 2023

Credit Suisse, le banche centrali rassicurano i mercati. Lagarde: pronti a rispondere

La numero uno della Bce: le banche europee sono resilienti. Borse in rialzo, attesa per le decisioni della Fed sui tassi Usa Credit Suisse, le banche centrali rassicurano i mercati. Lagarde: pronti a rispondere
Gianluca Paolucci
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Gianluca Paolucci

Ha lavorato per Reuters e La Stampa occupandosi di finanza, crac bancari, criminalità finanziaria e corruzione. Dal 2022 è caporedattore di Verità & Affari e scrive per La Verità e Panorama.

La risposta delle banche centrali dopo Credit Suisse

“Stiamo monitorando da vicino gli sviluppi del mercato e siamo pronti a rispondere se necessario per preservare la stabilità dei prezzi e la stabilità finanziaria nell’area dell’euro”. Christine Lagarde è la prima tra i banchieri centrali a intervenire direttamente dopo l’acquisto di Credit Suisse da parte di Ubs. Lo fa in nel corso di una audizione al Parlamento europeo prevista da tempo. Ma che assume una valenza particolare alla luce delle decisioni della svizzera Finma sui due principali gruppi elvetici.

“Il settore bancario europeo è resiliente”

Lagarde cerca innanzitutto di dare rassicurazioni. “Il settore bancario dell’area dell’euro è resiliente, con solide posizioni patrimoniali e di liquidità. In ogni caso, il quadro di strumenti della Bce è completamente attrezzato per fornire sostegno di liquidità al sistema finanziario dell’area dell’euro, se necessario, e per preservare la corretta trasmissione della politica monetaria“.

Ancora: “Verifichiamo la prontezza delle banche a gestire i rischi di tassi di interesse, degli spread, è in corso un esercizio di stress test sulle banche. Siamo molto fiduciosi nel fatto che le posizioni di capitale e di liquidità delle banche dell’area euro sono molto soddisfacenti dato che i ratio di capitale e di copertura della liquidità sono in eccesso rispetto ai requisiti legali”, ha spiegato Lagarde rispondendo alle domande degli europarlamentari. 

Mercati in rialzo

I mercati a dire il vero dopo la sbandata dell’apertura sembrano aver assorbito bene lo choc della vicenda Credit Suisse. L’indice Eurostoxx dei bancari è in rialzo di oltre il 2,5% nel finale di seduta. Tra le banche italiane spicca il +4,3% di Intesa Sanpaolo, con Mediolanum +4%, e Unicredit +2,6%.

L’azione coordinata delle banche centrali

Il merito principale è proprio dell’azione coordinata delle banche centrali principali. Nella notte di domenica, Fed, Bce, Bank of Canada, Bank of England, Bank of Japan e Swiss National Bank hanno annunciato il proprio soccorso ai mercati. Le sei banche centrali hanno annunciato “un’azione coordinata volta a rafforzare l’erogazione di liquidità attraverso le linee swap in dollari”.

“Al fine di migliorare l’efficacia delle linee swap per fornire finanziamenti in dollari Usa, le banche centrali hanno deciso di aumentare la frequenza delle operazioni a 7 giorni. Le operazioni verranno effettuare ogni giorno, invece che su base settimanale. Queste operazioni, effettuate ogni giorno, prenderanno il via lunedì, 20 marzo 2023, e continueranno almeno fino alla fine di aprile”, si legge nella nota emessa dalle banche centrali.

Separatamente, le banche centrali hanno anche ribadito la gerarchia del capitale. Forte preoccupazione ha destato infatti la decisione di azzerare i bond AT1 di Credit Suisse (strumenti ibridi di debito e capitale). Riconoscendo invece all’equity (le azioni) un valore di 3,25 miliardi. Una possibilità prevista in realtà dai regolamenti delle emissioni di Credit Suisse (così come da quelli di Ubs). Ma che ha sorpreso al suo annuncio per il ribaltamento della gerarchia di rischio che vede appunto le azioni come categoria più rischiosa e dunque la prima a registrare perdite. 

Attesa per la Fed, possibile lo stop ai rialzi dei tassi

Dopo le parole di Lagarde, c’è attesa per la Fed che da domani (martedì) riunisce il Comitato di politica monetaria (Fomc). Il comunicato finale sarà emesso mercoledì. L’attesa è per eventuali decisioni sui tassi d’interesse, dopo la nuova scossa partita proprio dagli Usa con il crac di Svb. La scorsa settimana, le tensioni sul settore bancario avevano spinto in rialzo i prezzi dei titoli del Tesoro Usa. Con il rendimento del titolo a due anni sceso in una settimana dal 5% a meno del 4%, per il maggior calo settimanale in 35 anni.

Secondo le attese degli operatori, l’ipotesi di un aumento dei tassi Usa di 50 punti base è ormai ritenuta improbabile. La maggioranza ritiene ancora possibile un aumento di 25 punti base. Mentre cresce la percentuale di chi ipotizza un mantenimento dei tassi al livello attuale

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