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BancheIn evidenza Mer 22 marzo 2023

La Fed alza i tassi di 25 punti e spera che la crisi bancaria risolva quella di politica monetaria

La Fed di Powell opta per un mini rialzo dei tassi d'interesse e si dice pronta a ulteriori strette per riportare l'inflazione al 2%. La Fed alza i tassi di 25 punti e spera che la crisi bancaria risolva quella di politica monetaria
Redazione Verità&Affari
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La decisione della Fed sui tassi d’interesse

Se la scelta della Bce era data quasi per scontata, quella della Fed sui tassi d’interesse è arrivata dopo giorni di incertezza vista la delicata situazione delle banche americane ed europee sui mercati. Alla fine Jerome Powell e il Federal Open Market Committee hanno optato per un rialzo di 25 punti base, portando così il costo del denaro in una forchetta fra il 4,75% e il 5%.

La Fed ha anche annunciato che ci saranno, molto probabilmente, altri rialzi per andare a contrastare l’inflazione e riportarla al 2%. Nella nota con cui viene annunciato il mini rialzo da 25 punti base, il Fomc “prevede che un ulteriore rafforzamento della politica potrebbe essere appropriato al fine di raggiungere una posizione di politica monetaria sufficientemente restrittiva da riportare l’inflazione al 2%”. La Fed però ha anche valutato una pausa nel rialzo dei tassi in questa riunione ha spiegato Powell. L’entità di eventuali prossimi rialzi si deciderà in base ai dati.

La conferenza di Powell

In apertura di conferenza stampa Powell ha voluto rassicurare gli americani sulla stabilità del sistema bancario: “I nostri istituti sono forti e resilienti. Abbiamo visto che problemi isolati, se non affrontati, rischiano di minare la fiducia e la stabilità del sistema. Per questo la Fed è intervenuta ed è pronta a usare tutti gli strumenti a disposizione per mantenere al sicuro il sistema bancario. I risparmiatori sono al sicuro”. L’istituto guidato da Powell però sostiene un inasprimento dei controlli e delle regole per le banche: “È chiaro che ne abbiamo bisogno”

Concentrandosi sui tassi d’interessi e la politica monetaria che la Fed adotterà da qui in avanti, Powell ha evidenziato come la lotta all’inflazione sarà “lunga” perché ancora troppo alta e “accidentata”. Tuttavia quanto accaduto al sistema bancario influenzerà le scelte della Fed. Se da una parte ci sono segnali positivi per l’economia americana, dall’altra quanto successo andrà, per la Fed, a stringere le condizioni di credito per le famiglie e le imprese e quindi dovrà tenerne conto nei prossimi passi. E quindi è possibile che la Fed “abbia meno lavoro da fare” in termini di politica monetaria, ma allo stesso tempo non si aspetta dei tagli dei tassi quest’anno. “Le decisioni saranno prese meeting per meeting totalmente in base ai dati”, ha spiegato Powell.

Le previsioni su crescita e tassi

Insieme al rialzo dei tassi, la Fed ha aggiornato anche le sue previsioni. Nonostante quanto accaduto con Svb e alle difficoltà di altre banche come First Republic, per la Fed il sistema bancario americano è solido e resiliente. Tuttavia i recenti eventi peseranno sulla crescita: “I recenti sviluppi si tradurranno probabilmente in più stringenti condizioni di credito per famiglie e imprese, e peseranno sull’attività economia, le assunzioni e l’inflazione”.

Tanto che l’istituto centrale ha rivisto leggermente al ribasso le stime di crescita per gli Stati Uniti per il 2023 e il 2024 rispettivamente al +0,4% e al +1,2%. Il tasso di disoccupazione è atteso quest’anno al 4,5%. Per quanto riguarda le proiezione dei tassi d’interesse, secondo la Fed il 2023 dovrebbe chiudersi con tassi di interesse al 5,1%, per poi calare alla fine del 2024 al 4,3%. Si alzano invece le stime di inflazione per il 2023: dal 3,1% al 3,3%.

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