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BancheIn evidenza Gio 16 marzo 2023

I banchieri centrali ci hanno messo in ginocchio, così Bce e Fed hanno contribuito alle crisi

I banchieri centrali dovrebbero gestire le crisi, ma spesso finiscono per peggiorarle. Cosa faranno ora Bce e Fed con i tassi? I banchieri centrali ci hanno messo in ginocchio, così Bce e Fed hanno contribuito alle crisi
Nino Sunseri
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Nino Sunseri

Giornalista economico finanziario da oltre 50 anni, ha cominciato nel 1974 al Giornale di Sicilia. Ha lavorato rivestendo ruoli di caposervizio e inviato per il Corriere della Sera, La Repubblica e Libero.

Fed e Bce deficitarie, come i banchieri hanno peggiorato le crisi

La stretta del credito effettuata da Fed e Bce doveva servire a fermare l’inflazione. Per il momento ha solo ottenuto  di schiantare un po’ di banche e gettare nel panico i mercati mondiali oltre a  impennare i rendimenti dei bond.  I prezzi al consumo invece camminano per i fatti loro scendendo con una lentezza esasperante. Un decimale alla volta.  Nel frattempo il Pil scende dovunque (Italia compresa) e in Germania è stimato in negativo per tutto il 2023. Tre banche Usa sono saltate e il Credit Suisse annaspa.  Il crollo dei mercati solo ieri è costato  365 miliardi.

In mezzo a questa bombardamento di cattive notizia  si svolgerà questa mattina la riunione del direttivo della Bce chiamato a decidere una nuova stretta sul credito. Christine Lagarde ha annunciato un mese fa che sarà di 0,5%. La velocità del rialzo non ha precedenti nella storia della Bce considerando che la corsa, cominciata a luglio, ha già portato i tassi al 3%. Quello che invece ha un tragico precedente è l’errore.

Lagarde come Trichet?

Come dimenticare la catastrofe provocata nel 2009 da Jean Claude Trichet che aumentò i tassi proprio mentre la finanza globale stava crollando sotto il peso dei mutui subprime  e dal fallimento di Lehman? La Bce strinse il credito mentre Bern Bernanke, presidente della Fed apriva tutti i rubinetti per dare carburante ad un sistema rimasto a secco.

Quello che successe dopo la scellerata scelta di Trichet e ben impresso nella memoria: l’euro che rischia di spaccarsi, i Pigs (Portogallo, Italia, Grecia e Spagna) ad un passo dal fallimento, la macelleria sociale ad Atene. Fu necessario il “whatever it takes” di Draghi nel 2012 per fermare l’onda. Christine Lagarde è francese come Jean Clud Trichet: ripeterà l’ errore? Certo finora non ha dato prova di  grande capacità nel dominare gli eventi.

L’inizio delle gaffe

Diciamoci la verità: da quando è arrivata a Francoforte non è stata proprio impeccabile. Già alla prima conferenza stampa era riuscita a far crollare i mercati. Aveva dichiarato che compito della Bce non era quello di chiudere gli spread. Reazione immediata: vendite a valanga di Btp e corsa ai Bund. Aveva rimediato annunciato uno scudo anti-spread che non ha mai visto la luce.

Poi il Covid e l’apertura delle dighe della liquidità. Per la prima volta nella storia del mondo i tassi sono diventati negativi. Un canone inverso: il creditore che paga il debitore. Una situazione eccezionale che avrebbe avuto bisogno di uomini e donne eccezionali. Invece niente briglie.  Nonostante la ripresa vorticosa del 2021 dopo la tragedia del Covid, il costo del denaro è rimasto a zero o sotto zero mentre sarebbe stato necessario cominciare a muoverlo.

Il disastro dell’inflazione

Ancora all’inizio del  2022 la Lagarde annunciava che la politica monetaria sarebbe rimasta accomodante fino al termine del 2023. Incurante del fatto che Jerome Powell, non certo un governatore innovativo, già al summit di Jackson Hole di settembre 2021 avesse dato il fischio di fine ricreazione. Dall’autunno successivo il costo del denaro negli Usa sarebbe salito perché l’inflazione mordeva.

La signora Lagarde, mostrando le sue splendide spille, annunciava che non c’era da preoccuparsi perché la fiammata dei prezzi in Europa era uno fuoco di paglia. Poi però l’incendio è scoppiato davvero con le bombe russe sull’Ucraina. Evento imprevedibile certo. Resta il fatto che da febbraio fino a luglio la Bce non si è mossa. Poi ha cominciato a stringere con una violenza senza precedenti. Altrettanto stava facendo Powell negli Usa.

Il risultato si vede. Anzichè sull’inflazione la mannaia dei tassi è caduta su tre banche regionali Usa, un colosso come Credit Suisse è stato azzoppato e i mercati azionari cadono come sassi. Rendimenti obbligazionari record e spread che si allargano. E siamo solo all’inizio. Un cerchio di fuoco si sta saldando: tassi che salgono, economia che scende, debitori in difficoltà, banche che falliscono. L’inferno.

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