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BancheIn evidenza Ven 31 marzo 2023

Mps, Caltagirone chiede 741 milioni di danni

Avviata la causa per le perdite sugli investimenti nei titoli della banca. A Milano chiesta la conferma della condanna per Viola e Profumo Mps, Caltagirone chiede 741 milioni di danni
Gianluca Paolucci
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Gianluca Paolucci

Ha lavorato per Reuters e La Stampa occupandosi di finanza, crac bancari, criminalità finanziaria e corruzione. Dal 2022 è caporedattore di Verità & Affari e scrive per La Verità e Panorama.

Caltagirone chiede danni per 741 milioni a Mps

Il gruppo Caltagirone ha fatto causa a Mps chiedendo un risarcimento danni complessivo di 741 milioni di euro. La causa è basata sull’impatto sugli investimenti di sei società del gruppo in azioni della banca senese tra il 2006 e il 2011. Nel bilancio 2022 di Mps, che riporta della causa, si cita il “presupposto che tale danno sia collegato direttamente alla condotta asseritamente illecita posta in essere” da Mps per effetto della “diffusione di informazioni price sensitive erronee fin dal 2006″. Informazioni che avrebbero generato una “rappresentazione non veritiera della situazione patrimoniale della capogruppo”.

“Difformità informativa”

L’atto di citazione davanti al tribunale di Roma è del 2 agosto 2022, si legge nel bilancio. Le società del gruppo sono Caltagirone Editore, Finced, Capitolium, Mantegna 87, Vianini Lavori e Fincal. L’atto di citazione fa riferimento alla “difformità informativa diffusa sul mercato dalla capogruppo in relazione ad investimenti in azioni Mps effettuati dalle sei società tra il 2006 e il 2011″.

Investimenti per 856 milioni

Le società hanno affermato di aver investito in azioni Mps, di cui Francesco Gaetano Caltagirone è stato vice presidente dall’aprile 2006 al gennaio 2012, “un ammontare complessivo di circa 856 milioni di euro” e di “aver rivenduto i detti strumenti finanziari nei primi mesi del 2012 riportando una minusvalenza di circa 741 milioni di euro”. Secondo le società di Caltagirone il danno subito dall’investimento è “collegato direttamente alla condotta asseritamente illecita posta in essere” da Mps e consistita nella “diffusione di informazioni price sensitive erronee fin dal 2006″, in quanto le parti imputano alla “asserita rappresentazione non veritiera della situazione patrimoniale della capogruppo il fatto di aver acquistato e/o mantenuto i titoli Mps nei rispettivi portafogli nell’arco temporale sopra indicato”.

Il 30 gennaio scorso la prima udienza

Alla prima udienza, che si è svolta lo scorso 30 gennaio 2023, le sei società hanno chiesto la concessione dei termini istruttori, mentre Mps ha chiesto la spedizione della causa a precisazione conclusioni. Il giudice si è riservato di decidere. La richiesta danni del gruppo Caltagirone è già inclusa nel totale delle richieste danni comunicate da Mps con i risultati 2022, pari a 5,8 miliardi di euro, di cui 4,1 miliardi legate all’informativa finanziaria. 

Il pg chiede la conferma della condanna per Profumo e Viola

A Milano intanto si è tenuta l’udienza d’appello del processo contro gli ex vertici Alessandro Profumo e Fabrizio Viola. Il sostituto procuratore generale Massimo Gaballo ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado con cui il tribunale ha condannato a 6 anni di reclusione Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, ex vertici di Mps imputati per falso in bilancio e aggiotaggio in un filone delle indagini sulla banca senese. Per Paolo Salvadori, a cui in primo grado erano stati inflitti 3 anni e mezzo, il pg ha chiesto la nullità della sentenza per incompetenza territoriale e il trasferimento a Siena degli atti.

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