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AperturaBanche Gio 25 maggio 2023

Piano Mediobanca all'esame dei grandi soci, promette 3,7 miliardi agli azionisti

Aumenta del 70% la distribuzione degli utili. Il marchio si apre al retail: CheBanca diventa Mediobanca Premier. Il confronto in vista dell'assemblea Piano Mediobanca all'esame dei grandi soci, promette 3,7 miliardi agli azionisti ALBERTO NAGEL CEO MEDIOBANCAFRANCESCO SAVERIO VINCI DG MEDIOBANCA
Gianluca Paolucci
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Gianluca Paolucci

Ha lavorato per Reuters e La Stampa occupandosi di finanza, crac bancari, criminalità finanziaria e corruzione. Dal 2022 è caporedattore di Verità & Affari e scrive per La Verità e Panorama.

Mediobanca, il piano all’esame dei grandi soci

“Se ho lavorato al Piano e oggi sono qui a presentarlo evidentemente è perché ritengo sia utile portarlo avanti“. Risponde così il numero uno di Mediobanca, Alberto Nagel, alle domande sul suo futuro prossimo. Non che qualcuno avesse dubbi sulle intenzioni del manager di restare alla guida dell’istituto di piazzetta Cuccia. Il riferimento è alla prossima assemblea, che in ottobre dovrà rinnovare il cda. I dubbi, tutti da verificare, li avrebbe ancora invece qualche azionista (leggasi Caltagirone). Anche se il piano presentato ieri può già vantare l’apprezzamento del mercato. Il titolo di Mediobanca ha chiuso la seduta con un progresso dell’1,92%, di gran lunga il miglior titolo del Ftse Mib. In una seduta che visto l’indice principale di Piazza Affari precipitare fino a -2,9% in chiusura.

Il marchio Mediobanca diventa anche per il retail

Un piano, quello presentato da Nagel che somiglia molto a una vera e propria rivoluzione. Non tanto per il focus annunciato sul wealth management come missione della banca nel prossimo triennio, con l’obiettivo di diventare “preminente e dominante” nel settore. Ma anche per portare il marchio Mediobanca al pubblico retail, con il cambio di nome di CheBanca in Mediobanca Premier. O per aumentare la distribuzione agli azionisti del 70%, con 3,7 miliardi previsti nell’arco del piano tra dividendi (2,7 miliardi) e buy-back azionari (1 miliardo). 

La quota in Generali

Infine, la partecipazione nelle Generali. Che non è intoccabile: Mediobanca resta flessibile “a tutte le opzioni”. Anche la cessione qualora potesse essere utile in un’ottica di M&A alla quale potrebbe fornire capitale e risorse. Se Mediobanca effettuerà una grande operazione di M&A, che “sarebbe nel wealth management“, creando così ‘un gruppo più solido, con più commissioni e maggiore redditività rispetto alle previsioni del piano”, potrebbe abbassare il livello minimo di Cet 1 rispetto all’attuale 13,5% perché la società sarebbe “meno rischiosa e più capital light”, ha spiegato l’ad. Su Banca Generali, ha chiarito Nagel rispondendo alle domande dei giornalisti, non c’è invece nessuna grande operazione sul tavolo.

“Per la prima volta in 70 anni abbiamo il marchio Mediobanca disponibile al pubblico”, ha detto Nagel commentando il rebranding di CheBanca in Mediobanca Premier. La strategia, ha spiegato punta a “capitalizzare il forte valore del marchio Mediobanca” offrendo ai clienti prodotti “attraverso un brand nuovo che sarà Mediobanca Premier”.

L’esame dei grandi soci

Adesso, per Nagel e il suo piano parte l’esame dei grandi soci. “Abbiamo un engagement con tutti gli azionisti, abbiamo monitorato le loro aspettative e sensibilità prima del piano nei vari incontri e feedback. A partire da domani (oggi, ndr.) cominceremo l’engagement sul piano, compresi i principali azionisti“, ha detto Nagel. “Se questo piano sarà di soddisfazione per gli azionisti starà a loro giudicarlo – ha aggiunto -. Noi lo facciamo perché pensiamo sia la traiettoria giusta”. Se avrà convinto anche quelli finora più critici – leggasi di nuovo Caltagirone, dopo le parole concilianti spese dal presidente di Delfin Francesco Milleri – lo si vedrà presto. Un paio di mesi al massimo. Quando inizieranno le grandi manovre in vista dell’assemblea Mediobanca di ottobre.

 

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