Unicredit, la remunerazione di Orcel e il giallo sull'addio della consigliera
Per il Financial Times la Gadhia ha rassegnato le dimissioni per le accuse di di aver rivelato informazioni. La banca: l'audit è una prassi
La versione del Financial Times
Da un parte c’è la versione del Financial Times: secondo il giornale della City la consigliera di amministrazione e presidente del comitato remunerazione di Unicredit, Jayne-Anne Gadhia, ha rassegnato le sue dimissioni dalla banca lo scorso 10 febbraio dopo essere stata accusata di aver rivelato informazioni confidenziali alla stampa, un’accusa che ha portato anche a un audit interno.
Dall’altra la posizione ufficiale di Unicredit che poi è una risposta allo stesso Financial Times: “Il Consiglio era preoccupato per una serie di fughe di notizie che danneggiavano la Banca e compromettevano l’impegno dei suoi dipendenti e come best practice, ha condotto un’approfondita verifica interna. L’audit non ha portato nessun risultato. Le ragioni dell’allontanamento di Jayne Anne Gadhia sono state chiaramente esposte nell’annuncio del 10 febbraio (l’assunzione di un nuovo incarico come presidente di Moneyfarm, ndr) e al conseguente maggior impegno che le sarà richiesto”.
La remunerazione di Gadhia
In mezzo ci sono i fatti: le dimissioni di Gadhia, infatti, anticipano di qualche settimana la decisione del board della banca sullo stipendio dell’ad, Andrea Orcel, che, secondo Il Sole 24 Ore, potrebbe vedersi riconoscere un aumento di stipendio tra il 20 e il 40%, come premio per la performance della banca e del titolo in Borsa. In qualità di presidente del comitato nomine Gadhia era incaricata di supervisionare i compensi per il top management e di cercare il sostegno degli investitori, che sui compensi voteranno in assemblea il 31 marzo. Per
Il titolo corre
Al di là del caso Gadhia non si può non evidenziare la corsa del titolo in Borsa che a pochi minuti dalla fine delle contrattazioni guadagnava il 5% a quota 19,15 euro. Motivi? Tra le altre cose c’è un report di Jefferies dal titolo “On the Road with the CEO” dove viene ribadito l’apprezzamento a Unicredit dopo un incontro con l’ad Andrea Orcel e le indiscrezioni secondo le quali Unicredit potrebbe creare una joint venture con un operatore (ad esempio Nexi o Worldline) per alcune aree di attività oggi gestite internamente, come il merchant acquiring, al fine di migliorare la crescita dei ricavi e ridurre i costi.
Goldman Sachs ha rafforzato il giudizio Buy, alzando il target price da 25,5 a 27 euro. Da oggi, inoltre, il titolo entra nell’EuroStoxx 50 che raccoglie le prime cinquanta grandezze dei listini della zona euro ed è molto seguito dagli investitori istituzionali, che spesso lo utilizzano come benchmark di riferimento.