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Commento Mar 06 dicembre 2022

Le sommosse dei giovani cinesi sono solo un fuocherello

Le sommosse dei giovani cinesi contro il confinamento per il Covid sono solo un fuocherello destinato a spegnersi Le sommosse dei giovani cinesi sono solo un fuocherello Xi Jin Ping Cina
Riccardo Riccardi
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Riccardo Riccardi

Il Covid colpisce ancora

La pandemia ha origine in Cina che fece vanto della propria efficienza che circoscrisse la pericolosità. Così sembrava. Purtroppo per il Dragone, nonostante i drastici provvedimenti, il Covid colpisce ancora. Successive misure molto stringenti. Confinamento di milioni di individui isolati dalle loro case. Diverse manifestazioni di piazza dove studenti, operai e impiegati sono scesi per rivendicare la libertà “di uscita”. Le autorità con un parziale cambiamento hanno consentito isolamenti in casa e non più nei centri collettivi. Questi succintamente i fatti. Quale morale? Nei secoli la Cina è stata un universo a parte. Impero impenetrabile, sotto qualsiasi aspetto culturale, politico, commerciale e tecnologico, destinato a occupare il posto di potenza globale suprema. Per la superiorità sul “mondo democratico occidentale” superato e decadente.

Nuovo capitalismo cinese

La Repubblica Popolare Cinese è stata fondata nel 1949 da Mao Tse Tung che sconfisse, nella guerra civile, Chiang Kai-shek. Al potere ridusse alla fame il popolo per una politica collettivistica estrema. Il suo successore Deng Xiao Ping guidò il movimento per le riforme economiche. Che abbatterono in parte la povertà introducendo un capitalismo cinese, ispirato alla filosofia di Confucio. I cinesi sono un popolo pragmatico, come i dettami del Maestro. L’individualismo politico del liberalismo porta alla incompetenza, alla amoralità, alla corruzione. Un esecutivo democratico nato da libere elezioni conduce a malgoverno e ad avidità personali con una visione breve periodo. Diversamente il modello cinese, basato sul merito e non sulla partecipazione popolare, permette ad un apparato ristretto di esaltare la meritocrazia dopo una dura selezione di individui addottrinati. Di qui il potere del partito detenuto elitariamente da pochi “eletti” scelti dal cielo celeste.

L’imperatore Xi Jin Ping

La Cina è la potenza economica che si batte alla pari con quella americana dove vige il primato del popolo sovrano, concetto sconosciuto nel pensiero celeste. L’insegnamento confuciano combatte la dissidenza e invita al rispetto del leader. Taluni hanno pensato che i giovani cinesi abbiano acceso una miccia. È un fuocherello che sarà presto domato oppure rappresenta il primo sintomo del cambiamento del sistema? Il modello occidentale è basato sulla “irrazionalità” degli elettori. Il diritto di voto universale crea incompetenza. Xi Jin Ping è un imperatore anche se sventola la bandiera rossa con falce e martello che connota la Repubblica cinese, popolare perché ispirata ai valori del cielo. I suoi principi: etica, onestà ma soprattutto meritocrazia. Le manifestazioni contro il confinamento, per evitare un allargamento della pandemia, non hanno alcun riferimento con una nuova rivoluzione culturale. Tutto qui. Forse il provvedimento è stato eccessivo. La piazza mobilitata è un solletico al granitico impianto confuciano che del marxismo ha solo il colore. Non il pensiero. Nel disordine mondiale l’Impero Celeste può avere buon gioco a contrastare governi democratici. Napoleone lo profetizzò. Guai se il Dragone si risveglia. Uscito dal torpore avanza “meritocraticamente” verso la leadership del mondo. Nel quale le democrazie che consentono le libertà individuali rischiano la decadenza. Troppa improvvisazione politica. Mirata, costi quel che costi, alla conquista di voti.

Riccardo Riccardi

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