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Contrappunto Mar 14 marzo 2023

La guerra in Ucraina non è sparita: l'Europa affronti i problemi che genera

Se ne parla di meno, ma la guerra in Ucraina non si è fermata. Il ruolo della Cina e degli Usa e l'invito all'Ue a non ignorare i problemi La guerra in Ucraina non è sparita: l'Europa affronti i problemi che genera
Riccardo Riccardi
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Riccardo Riccardi

La guerra in Ucraina continua, più nascosta

Le corrispondenze dalla Ucraina sono scivolate nelle pagine interne. Questo non significa minore attenzione riguardo al conflitto. Tutt’altro. Da quanto trapela (da ambo le parti si fa quanto più propaganda possibile) i bombardamenti russi si sino intensificati, cosi come le battaglie campali. Muoiono giornalmente migliaia di soldati. Non fanno più notizia le distruzioni di interi quartieri, con la scomparsa di civili inermi. Da più parti, soprattutto in Italia, si levano voci per arrivare alla pace.

Obiettivo che tutti vorrebbero venisse raggiunto. Ma come? Il pacifista a tutti i costi è Candide (l’ingenuo ottimista di Voltaire) ovvero Belzebù? Che si fa angelo per celare la sua vera maligna natura. La Storia ci insegna che la pace giusta è quella dei vincitori, soprattutto quando è senza condizioni. Lo sconfitto deve accettare clausole imposte che creano successivi conati di vendetta. Basta ricordare il trattato di Versailles che generò il mostro. Adolf Hitler. In due anni risanò l’economia alemanna, riarmò il paese e promosse la seconda guerra mondiale.

Il ruolo della Cina

Si è detto che soltanto uno accordo sino-americano potrà mettere la parola fine alle ostilità. Con condizioni sicuramente sgradite alla Ucraina invasa ed alla Russia paladina della “normalizzazione” in quelle terre che erano sotto il suo controllo. Gli Usa proseguono a fornire aiuti bellici ma più che esercitare il ruolo di gendarme mondiale della democrazia, si focalizzano sulla competizione, per la conquista della leadership economica, con il Dragone. Che ha una politica sottile, modello cinese. Impenetrabile. Innanzitutto mostrare al mondo la propria superiorità politica culturale al Continente asiatico e africano e a quello del centro sud americano. Ormai affrancato dalla teoria di Moore.

La diplomazia dell’ex impero di mezzo è particolarmente attiva. Propaganda il proprio modello di governo l’unico di una governance che, all’interno crea ricchezza, esportata nei paesi minacciati dalla invadenza yankee guerrafondai. Contrastare il potere delle multinazionali. L’Europa non può sottovalutare l’atteggiamento cinese. Fatto di pragmatismo e opportunismo. Propone clausole di pace impossibili; non fornisce, per ora, armi al Cremlino che sostiene economicamente.

L’Ue affronti i problemi che genera

Per l’Europa l’atlantismo è un must. La Nato è stato l’ombrello che ha protetto il Vecchio Continente dalla sanguinaria politica staliniana. Peraltro subita dai paesi europei orientali a grande tradizione. Dopo oltre 70 anni, a parte il Kossovo, il rombo dei cannoni tuona nel palcoscenico continentale. Il rumore ancora non si sente ma arrivano le immagini. Che fare?

Non si può, non si deve abbandonare il sostegno alla Ucraina. La Comunità, con qualche distinguo, è orientata agli aiuti militari. L’Europa soffre della inflazione da costi che dilatano debiti pubblici e mordono le caviglie di tante famiglie in affanno. L’Italia, leader nel primato del debito, ha ancora tante risorse private e culturali. È flagellata dalla invasione scomposta di migranti che danno fiato a trombe stonate per soluzioni chiassose, non propositive. Lo Stivale, dopo anni di afonia, sta cercando di far sentire una voce che non è, come può apparire, “prodomo sua”.

È un invito ad una ragionevole riflessione alla UE che, con propria identità, deve essere conscia dei problemi da affrontare. Guerra Ucraina, inflazione, ottusi egoismi, clima (siccità), pericolo commerciale cinese, invasione di disperati, merce umana contrabbandata, terrorismi e quant’altro. Bisogna guardare avanti ricordando il tacitiano sine ira et studio. Che serve non solo all’Europa ma soprattutto all’Italia. Patria della cultura ellenistica-latina da non mortificare. Da esaltare.

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