L'Italia cresciuta con il capitalismo famigliare - V&A
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CommentoContrappunto Lun 12 dicembre 2022

L'Italia cresciuta con il capitalismo famigliare che non sa rilanciarsi

In Italia si formò un capitalismo famigliare che fece crescere il paese con la nascita di tante Pmi considerate causa del nostro nanismo
Riccardo Riccardi
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Riccardo Riccardi

Grandi ricchezze per creare Pmi

Croce, “né io vorrò mai confondere o contaminare l’indagine storica con la polemica politica, la quale si fa, e si deve certamente fare, ma in altro luogo”, lo precisò nella Storia d’Italia dal 1871 al 1915. Il Maestro evitò di storiografare il successivo periodo vissuto da simpatizzante del fascismo, criticato poi da antifascista, con Mussolini al potere. Fu tra i componenti della Assemblea che varò, post bellum, la Costituzione italiana.

Lo Stivale, diviso in due, era politicamente ingessato. Yalta lo aveva collocato nello occidente democratico difeso dall’ombrello americano contro il comunismo. L’Italia formalmente aveva la libertà di intraprendere; nella realtà vigeva una economia dirigistica favorita dalle ideologie cattolica e comunista. Le grandi ricchezze patrimoniali non avevano cittadinanza in un paese bisognoso di capitali per gli investimenti strutturali. Si formò, senza soldi, un capitalismo famigliare che fece crescere l’Italia con la nascita di migliaia di Pmi. Da molti erroneamente considerate causa del nostro nanismo.

La caduta del Muro deflagrò l’URSS. Mosca non ha abbandonato le velleità imperiali. La guerra docet! Sul fascismo, fenomeno italiano, c’è tanta storiografia e attualità che, nonostante mutamente politici, economici e quant’altro, mescolano “l’indagine storica con la polemica politica”. Che Don Benedetto, da grande storico evitò per non contaminare luoghi diversi. La mancanza di sportività politica è una eredità del passato. Per Sant’Agostino “l’ira partorisce odio; e dall’odio nascono il dolore ed il timore”.

Il dolore è la tanta povertà che non dovrebbe esistere così tanta in Italia, paese civile con mille risorse. Sprecate. Il timore, diverso dal riverenziale confuciano, è causato dalla prevaricazione che, una supposta superiorità intellettuale pseudo culturale, intende affermare. Anche senza mandato popolare. L’aggettivo fascista è l’ingrediente che mischia lotta politica con indagine storica su un passato defunto.

Mani finanziare estere sull’Italia

La polemica politica ricorre spesso a questo minestrone che rende l’Italia sottoposta a una virtuale spada di Brenno posata sulla bilancia. Il Risorgimento, grande pagina storica che si vuole popolare, è stato in realtà concepito da illuminati pensatori coadiuvati dal coraggio pandemico di alcuni eroi. Mani finanziarie estere intervennero anche non per spirito trascendentale ma per motivi di conquista strategica ed economica.

Ne deriva il peccato originale che impedisce alla Italia mostrare la sua vera identità. Cancellata dalla sconfitta della guerra che fece perdere l’onore. Che quando non c’è più si perde tutto. Il popolo non ha mai vissuto una vera rivoluzione. Si mobilita nelle piazze. Manipolate. L’italiano ha una individualità intelligente seconda forse a nessuno. L’individuo geniale, salvo qualche eccezione, è poco apprezzato e per questo si disinteressa della lotta politica. Molte individualità hanno preferito primeggiare in piccole realtà. La loro somma ha portato ai vertici manifatturieri il Paese. Rimasto piccolo.

Perché? Storia e attualità sociologica lo potrebbero spiegare purché si segua l’avvertimento di Don Benedetto. Il popolo italiano è stato ridotto a gregge per il sottile indottrinamento surrettizio di media. Schierati. Il cervello quando legge ragiona. Quando si ferma alle immagini si impigrisce e sparisce il cogito ergo sum. Per la gioia di tanti nani e ballerine da avanspettacolo che forniscono un’immagine falsata del Bel Paese. Dove tanta è la maggioranza pensante. In un silenzio assordante. Però.

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