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ContrappuntoSport Mar 07 marzo 2023

La procedura d'urgenza e il rapporto con Franco Sensi: così arrivò il salvataggio della Roma

Il racconto di chi firmò la procedura d'urgenza per consentire alla Roma di Franco Sensi, in difficoltà finanziarie, di salvarsi La procedura d'urgenza e il rapporto con Franco Sensi: così arrivò il salvataggio della Roma FRANCESCO TOTTI FRANCO SENSI
Riccardo Riccardi
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Riccardo Riccardi

“Come salvai la Roma”

La Roma è passione. Non si discute! Passati tanti anni posso raccontare come la salvai. Nella mia lunga carriera di banchiere ho sempre cercato di essere freddo. Quasi nessuna operazione con amici e rapporto sempre formale con i clienti ai quali non ho mai concesso il Tu. Con due eccezioni. Tanzi, del quale forse scriverò in un altro articolo, e Franco Sensi.  Il mitico presidente della Roma che, lui regnante, vinse, speriamo non sia l’ultimo, il terzo scudetto.

Conobbi Franco Sensi, non ricordo bene l’anno, in una cena a casa di amici. L’uomo di bassa statura, grassottello. Faccia simpatica e fronte ampia. Tipica degli uomini intelligenti. All’epoca Sensi era il Presidente della Roma. Ci raccontò di suo padre Silvio cofondatore nel 1927 e partecipante alla costruzione del mitico stadio Testaccio, inaugurato nel 1929. Una tradizione di famiglia. Aggiunse Franco, entrato nella terza età “ho poco tempo per coronare il mio sogno. Cucire sulle maglie giallo-rosse lo scudetto tricolore”. L’allenatore era Carletto Mazzone, maestro di calcio. Non adatto secondo me (nel calcio si pontifica senza rossore) a guidare la squadra alla conquista del tricolore.

I rapporti tra Meliorbanca e Italpetroli

Meliorbanca, della quale all’epoca ero partner, era in rapporti fiduciari con Italpetroli, holding del gruppo Sensi. Il patron della Roma possedeva un ingente patrimonio (centinaia di immobili, l’hotel Cicerone a Roma, giornali locali che rendevano, politicamente ed economicamente, una piattaforma a Civitavecchia che consentiva alle navi petrolifere l’attracco e lo scarico dell’oro nero in mezzo al mare).

Meliorfactor, società di factoring della banca aveva tra i clienti, la Roma alla quale smobilizzava crediti vantati verso primarie controparti. Tv e sponsors. Ribaltando il vecchio concetto sulla concessione di finanziamenti, questa tecnica ampliava la capacità di credito perché basava il giudizio sulla solvibilità dei clienti debitori. La Roma vinse il terzo scudetto ma perse il quarto già quasi vinto. Capello condottiero nella prima cavalcata cadde in disgrazia.

L’amore per la Roma rese Sensi, grande imprenditore, meno accorto. Spese una montagna di soldi ed alla fine distrusse un patrimonio di oltre 1.000 miliardi di vecchie lire. Le difficoltà finanziarie lo indussero a cercare il rilascio della fidejussione necessaria per l’iscrizione al campionato da un non ben identificato consorzio di garanzia. Da me definito nullatenente. Franco me ne parlò. Gli risposi senza giri di parole che aveva commesso un grave errore, anche perché la federazione non avrebbe accettato una garanzia priva di supporto patrimoniale. E così fu.

La crisi

Passarono alcuni mesi arrivammo in estate. Sensi, mi chiamò al telefono esordendo “sono il tuo amico Franco e sono nei guai”. Se entro 20 giorni non ottengo dal ceto bancario una fidejussione per iscrivere la Roma questa fallisce e precipita in serie D. “Me devi da rilascià una fidejussione da 30 miliardi di lire”. Gli risposi se era matto. Nel mese di agosto poi non erano previsti CdA o Comitati esecutivi. Né in banca dove ero consigliere né in Meliorfactor da me presieduta. Come si sarebbe potuto impegnarsi per una cifra enorme senza una istruttoria favorevole e conclusiva?

Nel poco tempo a disposizione dovevamo trovare la soluzione. Scartando ipoteche che hanno bisogno di tempo per “consolidarsi”. Per la Roma si trattava di un problema esistenziale. Per Meliorbanca, fortemente esposta in bianco verso la capogruppo (Italpetroli) il rischio di perdite ingenti con reputazione a pezzi se il cliente fosse fallito.

Il salvataggio della Roma

Con fantasia e “canascenza giuridico-bancaria” trovammo la soluzione, applicando una procedura giuridica particolare. Con grande coraggio firmai la delibera “in procedura d’urgenza”. Caricando l’intera responsabilità sulla mia persona. Quasi in zona Cesarini (stiamo parlando di calcio!). Il documento venne depositato, circa 10 minuti prima della scadenza. La Roma poté iscriversi al campionato di serie A. Fu evitato un devastante tsunami nella città eterna. Quanto ho raccontato, passati oltre 20 anni, è una primizia. La professione di banchiere mi legava alla massima riservatezza. Ora squarciata. Mai prima.

I tifosi romanisti non potevano immaginare che la “maggica” fosse sull’orlo del burrone. Evitai che la loro (nostra) squadra del cuore ci precipitasse. Sia detto per inciso: anche la banca rischiava il precipizio. Pensate in quale contenzioso sarebbe entrata. Con una certezza. Perdita immensa e gravi responsabilità di tutti gli amministratori. Concludo affermando, per onestà, che tutti gli impegni di Sensi e della Roma furono regolarmente onorati. La famiglia Sensi perse la Roma. Ma sempre la “maggica” rimane tale: le tante gioie e i grandi dolori che non scalfiscono la passione che penetra anche nel cuore freddo del banchiere.

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