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CriptovalutePrimo piano Gio 26 gennaio 2023

Criptovalute, dalla sanatoria alla tassazione: le novità della manovra

Dall'inizio di gennaio di quest'anno sono entrate in vigore le novità contenute in manovra sulle criptovalute: dall'aliquota alla sanatoria Criptovalute, dalla sanatoria alla tassazione: le novità della manovra Criptovalute
Redazione Verità&Affari
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Criptovalute, le novità in manovra

A partire dall’1 gennaio 2023, con le modifiche introdotte dalla manovra, gli aspetti fiscali in materia di criptovalute e cripto asset come gli Nft hanno un inquadramento normativo. Sia ai fini dell’imposizione sui redditi, sia del monitoraggio fiscale. Vediamo quali sono le principali novità.

Tassazione del 26% sulle plusvalenze

Ai fini delle imposte sui redditi, viene abbandonata l’equiparazione, presente nella prassi dell’Agenzia delle entrate, delle cripto-attività alle valute estere tradizionali. Di conseguenza, dal 2023, sono assoggettate a una tassazione del 26% le plusvalenze ottenute se sono superiori a 2 mila euro. 

La plusvalenza, determinata come differenza tra il corrispettivo percepito e il costo di acquisto, potrà essere pagate con dichiarazione dei redditi o tramite un sostituto d’imposta.

L’imposta sostitutiva per le criptovalute

Per le criptovalute e i cripto asset posseduti all’inizio di gennaio 2023 è possibile rivalutare il costo di acquisto con un’imposta sostitutiva del 14%. Si tratta di una cifra da versare entro il 30 giugno in un’unica soluzione o in tre rate annuali dello stesso importo.

Con la manovra, infatti, le cripto attività sono espressamente inserite fra gli asset che sono oggetto di monitoraggio fiscale. Una condizione valida sia per gli intermediari sia per i contribuenti.

La sanatoria: le sanzioni e come aderire

La novità principale della manovra, però, riguarda l’introduzione di una sanatoria per provare a far emergere criptovalute e cripto asset non dichiarati fino ad ora. Per quei contribuenti che non avevano dichiarato la proprietà di tali asset al 31 dicembre 2021, è possibile dichiararne sia il possesso sia i redditi realizzati.

Dopo aver presentato l’istanza all’Agenzia delle entrate andrà pagata una sanzione dello 0,5% annuo, calcolata sul valore delle attività non dichiarate, se le cripto-attività non hanno realizzato redditi e un’imposta sostitutiva nella misura del 3,5% del valore delle medesime attività detenute al termine di ogni anno o al momento del realizzo, oltre alla sanzione dello 0,5% annuo, se le cripto-attività hanno realizzato redditi.

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