Accordo del grano: cosa succede dopo la sospensione della Russia
Molti pensano che l'attacco di Stebastopoli, secondo Mosca portato avanti con la collaborazione di specialisti britannici PORTO DI BARI NAVE SILOS SCARICO GRANOAccordo del grano sospeso dopo attacco di Sebastopoli
Molti pensano che l’attacco di Stebastopoli, secondo Mosca portato avanti con la collaborazione di specialisti britannici, sia solo un pretesto. Fatto sta che dopo il danneggiamento della sua Flotta del Mar Nero, la Russia sospenderà la partecipazione sull’accordo sul grano. Cosa succede ora?
In cosa consiste l’accordo del grano
Al di là di sanzioni ed embarghi, una delle criticità maggiori della guerra – emersa sin da subito – è stata la difficoltà delle filiere. Interrotte, a livello dei trasporti, proprio nelle località diventate di colpo scenari di cruente battaglie. Una di quelle in difficoltà è stata proprio la catena del grano – che in Italia ha sofferto però più per i rincari energetici che per mancanza di materia prima. L’accordo in questione mediato dall’Onu e Dalla Turchia, era stato firmato il 22 luglio: questo avrebbe permesso dal 1 agosto fino al 18 novembre di trasportare quasi otto milioni di tonnellate di cereali e altri prodotti alimentari in oltre 350 viaggi; inizialmente riguardava la merce ferma nei silos dei porti ucraini di Odessa, Chernomorsk e Yuzhny e sarebbe stato prorogato con ogni probabilità.
Tra le condizioni dell’accordo c’era la creazione di un centro di coordinamento a Istanbul, da cui i rappresentanti di Russia, Ucraina, Turchia e ONU avrebbero monitorato il passaggio delle navi attraverso un tragitto libero dalle mine. L’accordo includeva la garanzia reciproca di non attaccare le navi: negate quindi tutte le operazioni militari durante le operazioni di carico e trasporto. Un’altra garanzia richiesta e ottenuta questa volta dalla Russia era sulla sicurezza delle proprie navi che transitano attraverso il Mar Nero per motivi commerciali e trasportano frumento e fertilizzante.
Cosa succede ora
L’accordo era una boccata d’aria per le filiere. Ricordate la preoccupazioni di vari pastifici ad esempio, ad inizio conflitto? Dall’Ucraina infatti, prima della guerra, venivano esportati 45 milioni di tonnellate di grano l’anno. Senza dimenticare il mais e l’olio di girasole. Da quando l’intesa è entrata in vigore, il primo agosto, sono state esportate oltre 8 milioni di tonnellate di grano ucraino con 363 navi salpate. Destinazione del grano? Il 62% del grano esportato era andato in Europa, il 19,5% in ‘Asia, il 13% in Africa e il 5,3% nei Paesi del Medio Oriente.
L’accordo era una boccata d’aria per l’inter filiera. La strategia di Mosca sembra chiara: il grano è il nuovo gas e la Russia vuole usarlo per ricattarci.