Guerra ai fumatori, aumento record per il pacchetto di sigarette
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CronacaDa non perdere Gio 24 novembre 2022

Guerra ai fumatori, aumento record per il pacchetto di sigarette

Nella bozza della manovra spunta infatti l'aumento dell'accisa sulle sigarette. Nel 2023 il pacchetto costerà circa 70 centesimi in più Guerra ai fumatori, aumento record per il pacchetto di sigarette SAVINELLI BOTTEGA STORICA MILANO TABACCO TABACCHI FUMARE FUMO SIGARETTE SIGARETTA
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

L’aumento delle sigarette

Il governo dichiara guerra. Nella bozza della manovra spunta infatti l’aumento dell’accisa sulle sigarette. Nel 2023 l’incremento si attesterà a 36 euro per mille sigarette. Detta in altri termini, il pacchetto da 20 sigarette aumenterà in media di circa 70 centesimi. Ma non finisce qui: l’accisa salirà ancora. Nel documento è previsto che nel 2024 la tassa salga a 36,5 euro, mentre nel 2025 si attesterà a 37 euro per mille sigarette.

Intanto va avanti l’iter della manovra

La bozza del disegno di legge di Bilancio 2023, approvata lunedì dal Consiglio dei ministri, prevede 136 articoli in cui, oltre alle sigarette, spuntano anche altre novità. Fra queste il mini-scudo per i guadagni realizzati sulle criptovalute. Complessivamente la manovra vale 35 miliardi, 21 dei quali destinati a tamponare l’emergenza rincari energetici di imprese e famiglie. Ci sono poi aumenti per le pensioni, sia pure inferiori all’inflazione, quota 103,  una mini tregua fiscale e il taglio al cuneo fiscale che va tutto a vantaggio dei lavoratori. Il premier Giorgia Meloni ha parlato di una “manovra coraggiosa e coerente”.

Faro di Bruxelles sulle misure

La manovra dovrà anche passare al vaglio di Bruxelles dove il governo Meloni non gode delle simpatie della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che, nell’incontro dello scorso 4 novembre, ha fatto fare mezz’ora di anticamera alla Meloni.  Del resto, nel 2019, la Meloni votò contro l’elezione della von der Leyen alla presidenza della Commissione. Elezione che riuscì di misura grazie al sostegno di Pd e Movimento5Stelle.

 

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