Il bonus da 200 euro per i dipendenti diventa un percorso a ostacoli
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Cronaca Mer 15 giugno 2022

Il bonus da 200 euro per i dipendenti diventa un percorso a ostacoli

Il bonus da 200 euro per i redditi inferiori ai 35mila euro c’è. Arriverà puntualmente a luglio costando 6,3 miliardi alle casse pubbliche. Il bonus da 200 euro per i dipendenti diventa un percorso a ostacoli
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

Il bonus da 200 euro per i dipendenti

Il bonus da 200 euro per i redditi inferiori ai 35mila euro c’è. Arriverà puntualmente a luglio costando 6,3 miliardi alle casse pubbliche. Ma non sarà automatico per tutti. C’è un’amara sorpresa per imprese e lavoratori del settore privato che saranno costretti a mettere in piedi una procedura ad hoc per ottenere i 200 euro stanziati dal governo di Mario Draghi. Incentivo che, come ricorda la Fondazione consulenti del lavoro, va a vantaggio di 31,5 milioni di beneficiari di cui la metà appartenenti al settore privato. Ma con «un percorso ad ostali per le imprese».

Come funziona il bonus

In dettaglio, mentre i dipendenti pubblici si ritroveranno il bonus in busta paga, quelli del settore privato, invece, dovranno presentare al datore di lavoro un’autocertificazione. Nel documento il lavoratore dovrà specificare di non essere titolare di un trattamento pensionistico o beneficiario di reddito di cittadinanza. Questo per evitare che il bonus venga erogato due volte: una dal datore di lavoro privato e la seconda dall’Inps. Chi infatti è titolare di pensione o di reddito di cittadinanza ha comunque diritto al bonus che evidentemente non potrà essere erogato anche dall’impresa privata dove eventualmente si presta la propria attività lavorativa. Non a caso lo stesso problema si pone anche per chi ha più contratti di lavoro in essere. In questo caso, il dipendente potrà chiedere il bonus solo una volta dichiarando di non averlo percepito altrove. I dipendenti pubblici invece non dovranno compilare alcuna certificazione come è previsto nella bozza del dl Semplificazioni fiscali atteso mercoledì in consiglio dei ministri.

I dubbi dei consulenti del lavoro

Sul lato delle aziende, la Fondazione dei consulenti del lavoro spiega che il bonus da 200 euro «verrà compensato con i contributi dovuti nella denuncia mensile, in modo similare alla procedura prevista per l’indennità di malattia» come riferisce una nota che fa il punto sulle modalità operative del bonus. «Per titolari del reddito di cittadinanza e pensionati, con reddito per l’anno 2021 non superiore ai 35mila euro, sarà, invece, l’Inps a provvedere all’erogazione del bonus» prosegue il documento. Per i consulenti del lavoro la misura «solleva dubbi e perplessità e che creerà non poche criticità alle imprese, legate, ad esempio, ai requisiti dei lavoratori dipendenti e autonomi o alla preventiva dichiarazione del lavoratore che per usufruire dell’indennità in questione non deve essere titolare delle prestazioni previste dall’articolo 32, commi 1 e 18 del decreto citato».

Cosa succede in caso di errore

Una piccola giungla di possibili fattispecie all’interno delle quali dovrà poi districarsi l’impresa. Ne è convinto anche il Colap, il Coordinamento Libere Associazioni Professionali. «Oltre ad anticipare il bonus ai loro dipendenti, i datori di lavoro saranno anche tenuti a recuperare la somma qualora l’Inps ravvisasse una violazione delle norme» spiega in una nota la presidente del Colap, Emiliana Alessandrucci. «Il messaggio 2397/2022 dell’istituto chiarisce che qualora dovesse emergere un’erogazione multipla e ridondante, l’istituto ne darà comunicazione all’impresa che dovrà procedere al recupero di quanto erogato in più e a riversare le somme all’istituto – prosegue la nota -. Dopo una pandemia e con la crisi ucraina in corso, dovremmo liberare gli imprenditori dalle zavorre inutili al contrario li appesantiamo con macigni burocratici. Dovrebbe essere compito dello stato assicurarsi che tutto si svolga secondo le regole, delegare questo onere alle imprese è un atto di distacco dalla realtà». E invece per le imprese, secondo il Colap, è l’ennesimo macigno burocratico.

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