Peggio di Omicron, ora fa paura la Candida auris, il fungo killer
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CronacaIn evidenza Mar 19 luglio 2022

Peggio di Omicron, ora fa paura la Candida auris, il fungo killer

In Veneto è stato confermato il primo decesso mai avvenuto in quella regione per il più terribile dei funghi killer, la candida auris. Peggio di Omicron, ora fa paura la Candida auris, il fungo killer
Fosca Bincher
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Fosca Bincher

Il fungo killer noto come candida auris

In Veneto è stato confermato il primo decesso mai avvenuto in quella regione per il più terribile dei funghi killer, la candida auris. A perdere la vita un uomo di 70 anni che aveva precedenti problemi renali e che probabilmente aveva contratto per questo motivo il fungo in una clinica in Kenya dove era stato ricoverato per una operazione. La notizia ha creato allerta al ministero della Salute, dove Roberto Speranza aveva già firmato molte circolari sul fungo killer (l’ultima nel novembre 2021) dopo l’emersione di un focolaio negli ospedali della Liguria.

L’allarme per la candida auris

Nell’ultima circolare firmata da Giovanni Rezza si avvertiva che “in Italia, dal 2019, sono stati descritti e/o notificati sia casi importati che casi autoctoni di colonizzazione o infezione, per un totale di circa trecento casi”. E si metteva in guardia i cittadini: “La candida auris  è un fungo patogeno altamente resistente ai trattamenti terapeutici e agli usuali prodotti antifungini per la pulizia delle superfici, la cui diffusione va impedita con misure specifiche e rigorose in ambiente assistenziale, al fine di evitare la trasmissione in comunità”. Rezza ha spiegato che “i casi sono soprattutto maschi, molti sono neonati prematuri e anziani, molti sono affetti da malattie come diabete, patologie renali e dell’orecchio, traumi. Oltre la metà dei casi ha una storia di catetere venoso centrale e uso di antibiotici ad ampio spettro”.

Il primo contagio di candida auris

Il primo caso di contagio da questo fungo terribile fu diagnosticato nel 2009 in Giappone, dove la candida auris fu trovata nell’orecchio di un paziente, che sarebbe deceduto pochi giorni dopo. L’anno dopo sono stati attribuite al fungo letale le morti di 15 pazienti che erano stati ricoverati in cinque diversi ospedali della Corea del Sud. Nel 2010 sempre in Corea identificati altri tre casi dove il fungo aveva provocato una infezione grave nel sangue. Poco dopo diagnosi simili sono arrivate per sei pazienti ricoverati in India, 7 in Sudafrica e 8 in Kuwait. Altri 11 casi sono stati scoperti in Venezuela. Negli anni successivi sono stati identificati 4 casi in un ospedale di Vittoria in Australia, dove una equipe di scienziati ha scoperto che il fungo aveva infettato ogni cosa (lenzuola, tende, coperte etc..) nella stanza di un paziente malato. Nel 2019 la candida auris è diventata un problema negli Stati Uniti, dove sono stati segnalati 587 casi, la gran parte dei quali nella città di New York (309). Metà degli infettati ha perso la vita entro 90 giorni dalla diagnosi. Ad oggi sono stati segnalati casi certificati di infezione da candida auris in 49 stati del mondo. Negli Usa i casi segnalati sono stati fin qui 3.700.

Che cos’è la candida auris

La candida auris è resistente alla maggiore parte degli antimicotici e degli antibiotici. Ha resistenza totale al fluconazolo mentre qualche cura con timido successo è stata provata usando l’amfotericina B e le echinocandine. Nessun farmaco però ha dato percentuali significative di guarigione, che si sono rivelate di poco superiori a quelle di pazienti che non avevano ricevuto alcun trattamento. Secondo uno studio aggiornato del Cdc Usa “ci sono ancora molte domande senza risposta sulla candida auris, tra cui il motivo per cui è emerso improvvisamente, se la sua espansione clonale e la sua distribuzione globale si stabilizzeranno o continueranno, come si trasmette e quali misure di prevenzione e controllo delle infezioni sono necessarie per prevenire la sua diffusione all’interno degli ospedali. Per controllare la diffusione di questo patogeno, sono necessarie ulteriori ricerche sui fattori di rischio di questa infezione, sulle modalità di acquisizione e trasmissione e su come il fungo sviluppa la resistenza”.

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