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CronacaIn evidenza Mar 21 febbraio 2023

Il caso Eurovita: dall'aumento di capitale mancato alle possibili soluzioni

Tutto quello che c'è da sapere sul caso Eurovita: fino a fine marzo stop ai riscatti dei contratti di assicurazione di ramo I. Il caso Eurovita: dall'aumento di capitale mancato alle possibili soluzioni
Giuseppe Giusto
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Giuseppe Giusto

Cos’è successo a Eurovita

Partiamo dai fatti noti. Eurovita Spa ed Eurovita Holding SpA hanno comunicato che dal 31 gennaio del 2023 l’Ivass (l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni) ha sospeso temporaneamente l’attività dei rispettivi cda e dei Collegi sindacali e ha nominato il dottor Alessandro Santoliquido quale commissario per la gestione provvisoria. La prima conseguenza riguarda i 353 mila risparmiatori che almeno fino alla fine del mese di marzo non potranno esercitare i riscatti regolati dai contratti di assicurazione di ramo I stipulati con il gruppo. Parliamo di 353 mila sottoscrittori di polizze vita che si stanno interrogando sull’origine dei “problemi” e su quello che potrebbe succedere.

Vediamo. Da diversi mesi l’Ivass ha chiesto a Cinven, il fondo di private equity che controlla Eurovita, di procedere a un aumento di capitale da 250 milioni. Motivi? Tra gli altri la necessità di ristabilire un indice di solidità adeguato. Oggi, il solvency ratio oscilla sui valori intorno alla soglia di 100 e, secondo le dinamiche dei tassi, dovrebbe andare anche al di sotto di questa soglia. Mentre il limite minimo di solvibilità previsto dalla compagnia è pari al 150%.

Non solo. La situazione si è aggravata nel momento in cui Eurovita ha comunicato che in seguito alla mancata approvazione da parte di Ivass del piano di risanamento è costretta – alla luce della posizione patrimoniale della Compagnia in linea con la normativa vigente – a posticipare il pagamento della cedola del Prestito Subordinato Tier 2 con scadenza 21 febbraio 2030. Insomma, il rischio che a valanga la situazione possa precipitare si fa giorno dopo giorno più alto.

Le origini del dissesto

Ma forse non a tutti è chiaro quale sia l’origine del dissesto. Il meccanismo funziona così: il patrimonio raccolto dai distributori delle polizze rivalutabili di Eurovita tramite accordi con vari istituti di credito, consulenti, promotori finanziari ecc viene investito nelle cosiddette Gestioni Separate. Nella sostanza, i premi raccolti dalle polizze vita rivalutabili di ramo I, capitalizzazione e multiramo (combinazione tra ramo III e ramo I) sono investiti in un contenitore che comprende titoli governativi, obbligazioni, azioni, quote di fondi d’investimento ecc. che vengono definite Gestioni Separate perché il patrimonio investito appartiene solo ed esclusivamente ai clienti che hanno sottoscritto le polizze rivalutabili e sono separate dal patrimonio della compagnia.

Il Regolamento n. 24 del 6 Giugno 2016, emesso dall’Ivass, definisce in modo puntuale le disposizioni in materia di investimenti e di attivi a copertura delle riserve tecniche e all’articolo 7 dello stesso Regolamento – in termini di “ Politica di gestione del rischio di liquidità” – stabilisce tra le altre cose che la politica di gestione del rischio di liquidità deve indicare il livello delle attività liquide e la descrizione del loro monitoraggio compresa la quantificazione dei costi potenziali o delle perdite finanziarie derivanti da una realizzazione forzosa. Cosa che nel caso di Eurovita non è successo.

I risparmi degli assicurati confluiti nelle Gestioni Separate di Eurovita sono stati investiti (in parte) in attività illiquide quali azioni di Banche Popolari e di Credito cooperativo non quotate, obbligazioni bancarie strutturate e fondi di investimenti illiquidi. La quantificazione effettiva del valore di questi prodotti illiquidi, per i quali sussistono difficoltà di smobilizzo, determinano degli ostacoli o limitazione per i disinvestimenti entro un lasso di tempo ragionevole, quindi uno dei problemi che dovrà risolvere il Commissario di Eurovita entro il 31 marzo sarà proprio quello di quantificare il patrimonio illiquido detenuto nelle varie Gestioni Separate.

La soluzione “di sistema” e i rischi per i risparmiatori di Eurovita

Il tempo stringe e gli assicurati sono preoccupati. Il sistema assicurativo, quello della bancassicurazione, le reti dei promotori finanziari e gli istituti di credito non possono permettersi di provocare non solo un rischio contagio a trecento sessanta gradi, ma un rischio per la reputazione per l’intero sistema. È urgente, quindi, individuare un compratore, oppure trovare una soluzione “di sistema” per ridare fiducia ai risparmiatori, anche perché un ulteriore rischio potrebbe derivare da una eventuale diminuzione di liquidita derivante da nuove sottoscrizioni di polizze assicurative sulla vita.

Potrebbe incombere quindi il rischio riscatti per l’intero sistema, ma soprattutto, per Eurovita. Perché in questo particolare momento di mercato potrebbero generarsi, a causa dei prodotti illiquidi, ma soprattutto per titoli svalutati a causa del rialzo dei tassi, ulteriori perdite in una società già scarsamente patrimonializzata.

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