Paga la cauzione o ti stacco la corrente, il ricatto delle compagnie
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CronacaPrimo piano Mer 19 ottobre 2022

«Paga la cauzione o ti stacco la corrente», l'ultimo ricatto dei gestori dell'energia alle imprese

Non bastava il carovita. Il nuovo allarme che minaccia gli esercenti è quello dei depositi cauzionali sulla corrente elettrica «Paga la cauzione o ti stacco la corrente», l'ultimo ricatto dei gestori dell'energia alle imprese
Marco Vassallo
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Marco Vassallo

Cauzioni alle imprese per l’energia

Non bastava il carovita. Il nuovo allarme che minaccia gli esercenti è quello dei depositi cauzionali sulla corrente elettrica. Sul web i titolari delle attività postano documenti in cui i fornitori di energia chiedono loro un anticipo sui consumi futuri. La paura è quella che molte piccole attività, travolte dai rincari, non riescono a saldare il conto. E i fornitori si tutelano appellandosi a quello che in teoria è un loro diritto. Finora tutto “giusto”. Peccato che molti esercenti stiano denunciando cifre astronomiche e dei tempi strettissimi per ricevere l’importo che secondo quanto stabilito dall’Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), non può sforare un certo tetto. Gli esercenti, ora, sembrano non avere scelta: o pagano, o rimangono senza corrente.

Il caso del locale di Genova

Questo fenomeno può fare davvero male alle realtà medio-piccole. Emblematico il caso del locale di Riccardo De Giorgi, titolare de La Goletta del Porto Antico a Genova. Come ha denunciato, avrebbe ricevuto, da parte del suo gestore per l’energia, un invito a pagare un deposito cauzionale di 13 mila euro. De Giorgi si è rivolto al web proprio per lanciare un sondaggio: l’obiettivo era verificare se il suo fosse un caso isolato e si è appellato ad altri colleghi. “Buongiorno, mi chiamo De Giorgi, ho un’attività commerciale a Genova con 33 dipendenti – si legge sulla pagina personale – Al di là dei problemi che abbiamo tutti, l’ultima chicca è aver mandato una comunicazione a un’attività di Genova dove si dice che entro 8 giorni deve rilasciare una cauzione per l’equivalente di due mesi di consumo, 13 mila euro, altrimenti verrà dismesso il contratto. Ma vi rendete conto? Questo è un abuso, un ricatto, una follia. Io non ho parole per commentare, qualcuno dovrà rispondere di cosa sta succedendo, tutti i politici dovranno rispondere di questo, non ce n’è uno che sappia cosa sta succedendo, da una parte o dall’altra del Parlamento. Io mi domando nelle mani di chi siamo. Così non si può andare avanti”.

Le farmacie di Savona

In questo momento pure le associazioni di categoria stanno verificando la diffusione di eventuali storture. Intanto i casi spuntano fuori. Da Genova a Savona. Dal ristorante alla farmacia. Federico Saettone, proprietario delle due omonime farmacie, ha ricevuto nella sua posta due lettere. Doveva scegliere se pagare 21 mila euro entro una settimana o risolvere il contratto. “Ci hanno scritto chiedendoci di colpo una cifra altissima, 21 mila euro, quando ci aspettavamo meno di 10 mila. E ci hanno dato solo una settimana per versarla integralmente, oppure dal 1 dicembre saremo presi in carico dai Servizi di Ultima Istanza”. Il che significa che fortunatamente la farmacia non rimarrà senza corrente, ma sarà costretta a pagarla di più.

L’interrogazione parlamentare

La faccenda ha attirato l’attenzione del deputato grillino Luca Pirondini che sta preparando un’interrogazione parlamentare. “Non appena gli alleati del centrodestra smetteranno di litigare e si insedierà il Governo – ha detto – presenteremo un’interrogazione urgente al Ministro competente per chiedere se è a conoscenze di queste storture e soprattutto quali azioni ha intenzione di mettere in campo per tutelare famiglie e imprese”. Intanto l’allarme è arrivato anche al ministro del Lavoro Andrea Orlando che ha avvertito: “Le aziende si astengano da condotte meramente speculative, ingiustificate, ancora di più in un momento in cui tutto il Paese, anzi tutta Europa, è chiamata a uno sforzo solidaristico per difendere la capacità produttiva, il potere d’acquisto delle famiglie e in definitiva la coesione sociale”.

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