Il Comune di Palermo firma una circolare contro i raccomandati
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Cronaca Mer 02 novembre 2022

Il Comune di Palermo firma una circolare contro i raccomandati

La circolare firmata dalla dirigente dell'Ufficio Tributi di Palermo, Maria Mandalà contro i raccomandati è vera e scatena polemiche. Il Comune di Palermo firma una circolare contro i raccomandati
Redazione Verità&Affari
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La circolare del Comune di Palermo

“Al fine di scongiurare la prassi invalsa da parte di alcuni consiglieri comunali, che sono portatori di interessi generali della cittadinanza e non certo di interessi particolari di alcuni cittadini/utenti dagli stessi accompagnati in ufficio per le pratiche di riferimento, si evidenzia che il loro ricevimento non determina un diverso ordine di lavorazione delle pratiche stesse, configurandosi diversamente un abuso d’ufficio rilevante penalmente e con l’intento, altresì, di garantire parità di trattamento dell’utenza tutta”.

Se non fosse messa nera su bianco sulla carta intestata del Comune si potrebbe quasi ad uno scherzo. Invece, la circolare firmata dalla dirigente dell’Ufficio Tributi di Palermo, Maria Mandalà, è vera e scatena polemiche e sospetti. Le lunghe code fuori dallo sportello Tributi sono note. Ed evidentemente lo è anche l’usanza di farsi accompagnare da un amico nella speranza di tagliare i tempi di attesa e chiudere le pratiche. E se qualcuno ha bollato gli episodi come “fatti eccezionali”, la dirigente comunale tiene il punto e potrebbe diventare un precedente anche per gli altri uffici.

Parla di “comportamenti penalmente rilevanti che non vanno censurati in un documento amministrativo di poco valore, ma denunciati, se accaduti, con i nomi e i cognomi dei consiglieri comunali che, oggi e in passato, avrebbero chiesto favori a dipendenti pubblici in favore di singoli”, l’esponente di opposizione Mariangela Di Gangi. Sottolineando, però, come l’Ufficio tributi “non garantisce un servizio adeguato nella relazione con la cittadinanza. E di sicuro questo è il contesto perfetto perchè aumenti il rischio di corruzione, che va contrastata coi fatti”. Insomma, le polemiche sono solo all’inizio.

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